Statement game. E' questa l'espressione con cui nel gergo Nba si indica una partita attraverso la quale una squadra manda un messaggio ai rivali e all'intera lega. E' quanto accaduto stanotte alla Oracle Arena di Oakland, dove i Golden State Warriors di uno Stephen Curry devastante (37 punti in tre quarti di gioco, 28 punti per la precisione) travolgono i San Antonio Spurs di Gregg Popovich, privi della loro ancora difensiva rappresentata da Tim Duncan. Neroargento aggrediti dall'inizio alla fine, costretti a ben 26 palle perse e mai in grado di pareggiare l'energia dei padroni di casa, apparsi vogliosi di dare una lezione a un'altra pretendente al titolo. Curry stravince la sfida nella sfida con Parker, Green e Thompson aggiungono il resto, e persino la panchina di Steve Kerr (con Iguodala, Ezeli, Livingston, Speights, Barbosa e Rush) si dimostra più produttiva di quella dei texani. Sotto di una trentina di lunghezze alle fine del terzo quarto, Popovich decide che può bastare così, dando il là a un lungo garbage time nel quarto periodo.
Senza Tim Duncan in quintetto, è David West ad affiancare LaMarcus Aldridge nel frontcourt di San Antonio, mentre Steve Kerr si affida in partenza ai suoi cinque titolari. L'inizio è da brividi per gli ospiti, che perdono palloni in successione in attacco, la maggior parte dei quali forzati dalla difesa e dall'energia degli avversari. Steph Curry pare essersi segnato questa data sul calendario, perchè mostra una voglia di vincere e una concentrazione che vanno ben oltre una tranquilla gara di regular season. L'MVP della scorsa stagione è preso inizialmente in marcatura da Danny Green, ma in transizione difensiva è assolutamente imprendibile per chiunque, trovando un paio di triple da distanza siderale. Su di lui si alternano senza esito anche Parker e Leonard, con Klay Thompson e Draymond Green a spingere sull'acceleratore a ogni singolo possesso. Dall'altra parte Aldridge è disastroso, a disagio su ritmi che non gli sono congeniali, e il solo David West fa valere esperienza e tenacia per il 25-20 a fine primo quarto. Curry chiude la sua prima frazione con quindici punti personali, mentre Diaw prova a tenere a galla gli Spurs con tre tiri liberi prima della pausa (29-23). Il primo vero strappo alla gara lo danno Livingston, Barbosa e Thompson, che ribaltano letteralmente il secondo quintetto dei neroargento, con Popovich che resiste alla tentazione di chiamare due time-out consecutivi (53-37 verso la fine del secondo quarto). La difesa di San Antonio non riesce mai ad opporsi alle folate continue di Golden State, alimentate dal solito Curry e da un Green eccezionale nelle letture offensive (un po' come Iguodala). Gli ospiti allungano le proprie rotazioni dando spazio all'atletico Johnathan Simmons e a Kyle Anderson, ma il punteggio all'intervallo lungo (62-47) è un saldo positivo per gli Spurs, dominati in ogni settore del campo.
Alla ripresa delle operazioni Leonard prova a scuotersi con un paio di isolamenti, mentre Aldridge è completamente fuori partita. Tuttavia anche l'MVP delle Nba Finals 2014 sembra un atleta "normale" in mezzo alla furia dei Warriors, che sfruttano un Curry irreale per allungare decisi. Steph segna da tutte le posizioni, dall'angolo, dal "logo", in penetrazione, i suoi compagni si muovono e si cercano senza sosta, aggredendo costantemente gli avversari sui due lati del campo. In pochi minuti il tabellone segna 89-62 per i padroni di casa, con i neroargento che continuano a perdere palloni in serie e a soffrire la transizione offensiva degli avversari. Quando Curry trova l'ennesima tripla di serata per i suoi trentasette punti complessivi, Steve Kerr lo richiama in panchina per l'ovazione della Oracle Arena. Sotto di trenta, Popovich ha visto abbastanza per concedere la sconfitta con oltre un quarto d'anticipo, mandando in campo i vari Marjanovic, Butler, McCallum e Anderson per un garbage time che sa tanto di liberazione per San Antonio. Finisce dunque con un altro trionfo di Golden State, che rimane imbattuta sul proprio campo e prosegue nella sua corsa al miglior record di tutti i tempi in regular season.
Golden State Warriors (41-4). Punti: Curry 37, Livingston e Rush 13, Green e Thompson 11. Rimbalzi: Green 9. Assist: Green 6.
San Antonio Spurs (38-7). Punti: Leonard 16, West e Marjanovic 12. Rimbalzi: Marjanovic 6. Assist: Green, Parker e Ginobili 3.