Dopo aver demolito i Cleveland Cavaliers nella gara di due giorni fa in Ohio, i Golden State Warriors espugnano senza problemi anche lo United Center di Chicago, guidati dal solito Stephen Curry da 25 punti e 11 assist, mettendo in mostra un gioco collettivo ormai rodato e perfezionato. Tutti si muovono, tagliano verso il canestro, escono dai blocchi per prendersi tiri da tre nell'attacco di Walton, un'orchestra perfetta in cui non si sentono solo gli assoli di Curry e Thompson. I Bulls possono consolarsi con un'ottima prestazione di Derrick Rose, 29 punti in 30 minuti per l'MVP 2012, ma si inchinano di fronte allo strapotere degli ospiti, capaci di dominare anche a rimbalzo, con Bogut che annulla un Gasol non in serata. 

Nessuna novità nei quintetti di partenza nella sfida tra Chicago e Golden State allo United Center. E' Rose a iniziare alla grande con cinque dei suoi primi sei tiri a bersaglio. Il numero uno di Hoiberg attacca il ferro con continuità e buona esplosività, ma dall'altra parte i Warriors muovono in maniera magistrale la palla in attacco, con Curry e Barnes a prendersi tiri presti nell'azione. Bogut disinnesca un Pau Gasol in versione soft, dalla panchina Barbosa e Iguodala strappano ancora per gli ospiti, che volano via sul 18-34 a fine primo quarto. Rose ha i minuti contingentati, e senza il loro playmaker i Bulls si affidano prima a Moore e poi a Brooks, con esiti alterni. Proprio Moore ingaggia un duello rusticano con Shaun Livingston (doppio tecnico per entrambi), stravinto dal secondo, favoloso nel gioco spalle a canestro e nei tagli verso il ferro. Con Gasol, Mirotic e Gibson fuori partita, è Bobby Portis a metterci un po' di energia per i padroni di casa, che abbozzano una rimonta ancora con Rose, ma vedono gli avversari chiudere alla grande il secondo periodo con il duo Curry-Iguodala, mentre Green è il solito giocatore universale indispensabile a Luke Walton. Si arriva così all'intervallo lungo sul punteggio di 44-63 e con la sensazione di una Golden State totalmente in controllo della sfida. 

Alla ripresa delle operazioni la difesa dei padroni di casa prova a salire di colpi, con Jimmy Butler a scuotersi in attacco con qualche isolamento concessogli da Hoiberg. Chicago torna sul -11 (56-67), approfittando anche dell'uscita dal campo di Draymond Green, momentaneamente k.o. per un colpo a volto subito da Gibson. Ma ogni tentativo di riavvicinamento dei Bulls è frustrato da Curry e compagni, con Klay Thompson che prova ad aggiustare le sue statistiche. Due triple consecutive di Curry e Barnes aprono il parziale che riporta gli ospiti a distanza siderale, anche perchè Iguodala schiaccia al volo su assist di Barbosa e lo stesso Steph si concede un'affondata mancina in penetrazione. Il terzo quarto si chiude così sul 63-87, nonostante due time-out a breve distanza l'uno dall'altro chiamati da Hoiberg. Rose rientra in campo con una buona aggressività, un po' come il rookie Bobby Portis, ma nel periodo conclusivo sono Thompson e Livingston a tenere a distanza di sicurezza Chicago. Una tripla di Curry fissa il punteggio sull'82-104, altri due canestri dall'arco griffati Thompson e Barnes convincono Hoiberg che è il caso di riconoscere la sconfitta a quattro minuti dalla fine. Il resto del quarto quarto è purissimo garbage time, nel quale le seconde e terze linee di Walton riescono comunque a rendere più rotondo lo score, scavando un distacco finale di 31 lunghezze. 

Chicago Bulls (24-17). Punti: Rose 29, Butler 23, Portis 16. Rimbalzi: Gasol e Portis 8. Assist: Snell, Butler, Rose, Moore, McDermott e Mirotic 2. 

Golden State Warriors (39-4). Punti: Curry 25, Thompson 20, Barnes 19, Barbosa e Livingston 12, Iguodala 10. Rimbalzi: Bogut 12, Green 10. Assist: Curry 11.