Dallas Mavericks - Boston Celtics 118-113
Sfida tra esteti del gioco all'American Airlines Arena di Dallas, dove a sfidare i Mavericks di Carlisle arrivano i Boston Celtics di coach Brad Stevens, che vendono cara la pelle prima di mollare nell'overtime sotto i colpi di Nowitzki e Williams. Gara spettacolare ed equilibrata quella giocata in Texas, tra due squadre che prediligono l'esecuzione degli schemi, la lettura di ogni singola variabile all'interno di un'azione ed il gioco corale, di squadra, all'interno del proprio sistema di gioco. Partono meglio i padroni di casa, che con le conclusioni dalla distanza di Parsons (2) e Matthews, volano sul 17-2 dopo sette minuti. Boston sembra spaesata e frastornata, ma si riprende grazie agli innesti di Smart (11) ed Olynyk (16-29). Lentamente gli ospiti entrano in partita ed in ritmo, soprattutto dalla distanza: Olynyk ancora, ed il redivivo Bradley (2), accorciano fino al -9. Williams ed un positivo Matthews (15 tutti nel primo tempo) provano a dare un'altra spallata al match (48-31), ma i Celtics resistono e rispondono: Turner e Thomas riportano la squadra di Stevens sul -13.
L'abbrivio, ad inizio ripresa quando ci si aspetterebbe il colpo di grazia da parte di Nowitzki e compagni, è tutto per gli ospiti, che ribaltano la situazione: 15-3 il parziale che rimette la contesa in parità, con Sullinger e Bradley che martellano la blanda difesa di casa. Cinque di Parsons sembrano scuotere i Mavericks, ma sono ancora Olynyk e Thomas a concludere l'operazione sorpasso (72-68). Harris risponde con due triple al tentativo di fuga ospite, prima dell'inizio del Nowitzki show: sono 14 i punti nel quarto del tedesco, che confeziona anche il gioco da quattro punti che manda Dallas ad un passo dal successo (94-89 a 90" dal termine). Thomas e tre liberi di Crowder rimandano i festeggiamenti al supplementare, dove Dallas bombarda con quattro triple (Parsons, Williams (2) ed ancora Nowitzki) la difesa dei Celtics, che può solo chinare il capo all'attacco dei Mavericks.
Los Angeles Clippers - Houston Rockets 140-132
Rispettate le attese allo Staples Center di Los Angeles, dove alla vigilia del match era preventivabile una gara da percentuali alte e punteggi che avrebbero sfiorato i 120: Redick, Paul e Thornton si sono sfidati in un particolarissimo contest di tiro al bersaglio dalla distanza ed hanno chiuso in tre con 19/28. Ancora una volta i Clippers hanno rischiato la beffa contro i texani, trascinati da un Dwight Howard versione Orlando Magic, tornato ai fasti di un tempo dominando il pitturato in attacco ed in difesa (36+26, con un clamoroso 14/18 ai liberi). Gara che i Clippers hanno controllato per larghi tratti prima dell'inizio dell'ultimo quarto: 10 i punti di Paul e Redick nel parziale che ha aperto il divario tra le due squadre a metà primo quarto, portando i Clippers dal 19 pari al 29-19. Rivers figlio si è iscritto alla festa del tiro da tre con la tripla del più 12 a fine primo parziale. E' un insolito Howard impeccabile dalla lunetta, coadiuvato da Thornton nella prima parte di secondo quarto e da Harden nel finale, a riportare in partita gli ospiti, con i Clippers che gestivano vantaggio e forze in vista della ripresa. Ad inizio ripresa Redick è tornato dove aveva lasciato nel primo tempo, con tre conclusioni da casa sua, prima della striscia di Pierce, che con otto di fila trascinava Los Angeles sul più 15. Houston, nel momento peggiore del match in attacco, è riuscita a restare a galla non crollando nel punteggio, prima di ribaltare la situazione nell'ultimo quarto: 14 di Howard, uniti alle triple di Thornton, hanno riportato a contatto i Rockets. Nel finale, senza l'aiuto di Harden, Thornton impatta grazie a due conclusioni dalla distanza in 15", pareggiando la striscia di sei liberi di fila di Redick a sette secondi dal termine. Nel momento migliore i Rockets si sono però smarriti, lasciando spazio ancora una volta alle tre triple di seguito firmate Crawford, Redick e Paul che hanno decretato la vittoria dei Clippers, chiusa con un clamoroso 60% da tre.