MINNESOTA TIMBERWOLVES - CLEVELAND CAVALIERS 99-125

Quando, come direbbero oltre oceano, JR Smith is buckets, è difficile che Cleveland non riesca a portare a casa una W. Più in generale, quando i leader possono concedersi una notte di break perchè i compagni segnano, significa che i Cavs girano bene. Stanotte è andata proprio così, sul parquet dei TWolves il trio James-Love-Irving si è fermato a 46 punti in tre. Meglio ha fatto il duo di amici ex New York composto proprio da Smith e da Iman Shumpert, uscito dalla panchina e autore di 23 punti, che uniti ai 27 del suo compagno fanno 50 in totale. Per Cleveland la partita è piuttosto agevole, visto che già nel primo quarto comincia a prendere il largo con Smith e Love sugli scudi per poi non fermarsi più: parziale di 22-10 per chiudere il primo quarto e gara con un padrone.

Minnesota inciampa per la nona volta nelle ultime 10 gare, stavolta la caduta fa da un lato meno male di quando dovrebbe perchè, per quanto rovinosa, è arrivata contro una delle migliori squadre NBA che ha tirato con il 53%. Tutto sommato però Sam Mitchell ha qualche motivo per sorridere: Wiggins ha scritto 35 tirando 12/19 dal campo, percentuale da sogno viste le medie stagionali. Towns ha fatto 22 con 11/14, ottima prova in uscita dalla panchina anche per Shabazz Muhammad, 22 anche per lui. Cleveland consolida il primato nella Eastern Conference, Minnesota non riesce a rilanciarsi.

PHOENIX SUNS - MIAMI HEAT 95-103

La rivincita degli ex. Gerald Green e Goran Dragic combinano per 43 punti e con canestri decisivi nei momenti chiave regalano a Miami una vittoria fondamentale, quasi di rincorsa e poi in volata sui Phoenix Suns che perdono ma mostrano cenni di fiducia ritrovata. Nel primo tempo è il Dwyane Wade show: il prodotto di Marquette regala magie sul parquet con giocate da back in the days e chiuderà con 27 punti all'attivo. Meno bene farà l'altra stella della squadra, Chris Bosh, fermo a 14, ma autore della tripla che ha sigillato il successo. I Suns erano infatti rimasti in partita e grazie a uno strappo di Devin Booker erano persino riusciti a rientrare, ma nel quarto quarto due triple consecutive di Green e una di Dragic avevano rimesso avanti Miami.

I conti, come già detto prima, li ha chiusi Chris Bosh con una tripla che ha sancito il 98-91 sul quale i Suns hanno di fatto mollato la presa, nonostante i 26 di Brandon Knight, miglior marcatore e unico in doppia cifra insieme a Booker e Teletovic. Miami comincia al meglio il viaggio in trasferta, mentre Phoenix ritorna a perdere: 10 delle ultime 11 gare sono contraddistinte da una L per i Suns.

SAN ANTONIO SPURS - NEW YORK KNICKS 100-99

Non poteva andare meglio ai San Antonio Spurs, che battono, non senza difficoltà, i New York Knicks tra le mura amiche e piazzano due record: il 22-0 in casa e il 32-6 generale, miglior partenza di sempre a livello storico per la franchigia. Il trascinatore, come spesso capita ultimamente, risponde al nome di Kawhi Leonard: 19 punti, 12 rimbalzi e tanta sostanza. Non altissime percentuali per gli Spurs, che trovano un contributo fondamentale sia da Tony Parker che da Manu Ginobili, entrambi chiudono la loro partita con 16 punti all'attivo. Gli Spurs conquistano ben 60 punti nel pitturato contro i soli 38 di New York.

Nel finale però si tira la volata: Langston Galloway, 11 in uscita dalla panchina, chiude un gioco da tre dopo che San Antonio aveva toccato il +12, due triple di Afflalo, le uniche due del match, riavvicinano ulteriormente New York che a 30 secondi dal termine arriva sul 100-99 grazie alla schiacciata in alley-oop di Porzingis. Parker dall'altra parte manca il jumpshot, così i Knicks hanno la palla della vittoria: la tripla di Calderon dall'angolo finisce sul secondo ferro.