Gli Atlanta Hawks erano arrivati allo Wells Fargo Center con molta voglia di riscatto dopo aver subito due pesanti sconfitte contro i New York Knicks di Carmelo Anthony; vincere per non perdere il trenino delle squadre in cima alla Conference: questo era l'obiettivo, ed è stato raggiunto col minimo sforzo. Philadelphia invece si presentava carica al match, fresca della quarta vittoria di stagione contro un'altra squadra che sta cercando di costruirsi un futuro come Minnesota; due successi di fila in questa stagione non sono ancora stati raggiunti dai 76ers, i quali speravano di lottare fino in fondo contro la squadra di coach Budenholzer.

L'inizio del match è particolarmente equilibrato, segnato nel primo quarto dalle palle perse (5 per entrambe le squadre) e dai canestri di Okafor da una parte e Bazemore dall'altra. Philadelphia raggiunge il proprio massimo vantaggio di 6 punti ma negli ultimi due minuti avviene il sorpasso decisivo degli Hawks con una schiacciata di Horford e 5 punti in fila per Mike Scott (compreso un buzzer beater sulla sirena del primo quarto); Atlanta chiude avanti 22-21. Nella seconda frazione i problemi iniziano a farsi sentire per i 76ers: nei primi 6 minuti si presenta con 1/10 dal campo e continua a perdere palloni, Atlanta non spreca e in transizione confeziona il +17 grazie ad Al Horford e agli 8 punti di Tim Hardaway Jr.. Si sveglia anche Millsap che arriva con grande facilità al ferro mentre Okafor e il 32enne Carl Landry tentano di ridurre lo svantaggio arrivando fino a -10. La reazione degli Hawks non si fa attendere, a pochi secondi dalla fine arriva anche la tripla di Teague che porta al + 19 e Ish Smith rende meno amaro il parziale col tiro da due punti sulla sirena dell'intervallo; si torna negli spogliatoi col punteggio di 61-44 per gli ospiti.

All' inizio del secondo tempo la tripla di Stauskas è annullata da quella di Korver, seguito poi da quelle di Millsap e Horford per il +23. L'ultimo tentativo di rimonta è affidato a Nerlens Noel e Hollis Thompson che riportano la squadra di casa sul -13. Molto positivo anche il 21enne Jeremi Grant che combatte sotto canestro e segna 6 punti che danno speranza, ma Kent Bazemore non ci sta e riporta Atlanta a +21 con 22 punti personali (14 nella terza frazione di gioco). Il terzo quarto si chiude 97-76. L'ultimo periodo si apre in maniera "tragica" per i padroni di casa che concedono un vantaggio di oltre 30 lunghezze grazie ai 10 punti di Dennis Schroder. La partita è ormai indirizzata verso la fine e gli ultimi minuti sono di "garbage time", in cui si fa apprezzare anche Shelvin Mack con 8 punti messi a referto fra cui due triple; il risultato finale è di 126-98 per gli Atlanta Hawks.

Con questa vittoria Atlanta pareggia il record di Toronto e si trova a pochi successi dalle prime posizioni. Dopo le brutte prestazioni con New York torna a giocare come sa fare (pur senza l'apporto di Teague e Korver), anche se,  questa partita dice poco sulle reali possibilità di questa squadra di andare più avanti possibile nei playoff.

Per Philadelphia invece di problemi ce ne sono in abbondanza: Silver non approva la politica del "tanking" dato che la stessa federazione perde molto appeal. Vincere però non è facile quando la difesa non esiste e l'attacco produce più palle perse (22) che assist (21); bisogna cambiare tutto, e in fretta, perchè 34 sconfitte su 38 non sono ammissibili. L'unico punto fermo da cui ripartire è quel Jahlil Okafor che lotta sotto i tabelloni e dimostra di avere già ottimi movimenti pur essendo un rookie, i margini di miglioramento ci sono e devono essere sfruttati al massimo dalla franchigia. 

Atlanta Hawks. Punti: Bazemore 22, Millsap 18, Horford 18, Schroder 14, Scott 11. Rimbalzi: Horford 9, Millsap 6, Bazemore 6. Assist: Schroder 6, Millsap 4, Bazemore 4.

Philadelphia 76ers.  Punti: Okafor 21, Smith 12, Grant 11, Noel 9, Thompson 9. Rimbalzi: Noel 13, Okafor 7. Assist: Smith 7.