Alla vigilia quella tra Cleveland Cavaliers e Toronto Raptors doveva essere una sfida che avrebbe dovuto testare e certificare le velleità di fuga e superiorità dei padroni di casa o rilanciare le ambizioni dei canadesi verso la vetta della Eastern Conference, sebbene questi ultimi arrivavano in Ohio a casa di LeBron James reduci dalla fatica della notte precedente in casa contro Chicago (persa per merito di Butler). Pronostico e proporzioni piuttosto rispettate alla Quicken Loans Arena, dove Irving, tornato oramai a pieno regime ed anche in discreto ritmo, e soci fanno un sol boccone dei malcapitati canadesi, visibilmente stanchi e appannati nella ripresa at 'The Q'.
Quello che continua a sorprendere dei Cavaliers versione 2.0 di Blatt è la gestione del ritmo partita e della gara stessa nella sua complessità: pazienza, gioco corale, soluzioni individuali solo quando è strettamente necessario (sempre più sporadiche nel sistema offensivo) ed una difesa che, nel momento decisivo, decide di mettere il tappo al canestro avversario. Insomma, che Cleveland fosse la regina dell'Est anche i muri lo sapevano, ma la consapevolezza con la quale sta dominando la Conference dovrebbe far parlare almeno quanto l'inizio di stagione dei Warriors.
Una macchina apparentemente perfetta quella dell'ex Maccabi e Treviso, che si limita nel primo tempo a sferrare ganci e montanti al corpo dei Raptors senza mettere KO l'avversario: primo tempo sostanzialmente equilibrato, anche se la sensazione è che i padroni di casa aspettino solo il momento propizio per graffiare e scappare via. James innesca prima Thompson poi Irving e Smith dall'arco, con DeRozan e Lowry che fanno il possibile, assieme agli ingressi di Patterson e di un positivo Biyombo, per tenere a galla gli ospiti. La tripla di JR vale addirittura il +13, sul 26-13 che doppia i canadesi, pronti a tornare a contatto con le zingarate di Lowry. Cleveland frena leggermente nel finale, permettendo alla panchina di Toronto di chiudere il gap fino al -4 di fine primo quarto.
Il secondo quarto rispecchia l'andamento del periodo iniziale, con i canadesi che stentano a trovare ritmo e fiducia in attacco, faticando oltremodo contro la solida e fisica difesa di casa. Torna LeBron, con Irving che sale a quota 11 nei primi 8 di gioco con un solo errore dal campo. Cleveland non scappa, lasciando aperta la porta ad un ritorno degli ospiti, che però non metteranno mai la testa avanti nel punteggio. La ripresa sembra confermare, inizialmente, il trend del match con Lowry e Johnson che impattano prima a quota 64, poi a 69: saranno gli ultimi guizzi dei canadesi. James mette le marce alte siglando cinque punti di seguito, Thompson fa lo stesso e Smith e Dellavedova, imbeccati perfettamente oltre l'arco, rifiniscono l'opera: più 10 Cavaliers, con Toronto che si limita ad osservare.
I primi minuti dell'ultimo quarto sono decisivi per le sorti del match, con Lowry e Valanciunas che esalano l'ultimo respiro nel tentativo di rimettere in piedi la gara: Irving lancia lo sprint con due penetrazioni chiuse nel pitturato di seguito, prima di aprire con la tripla il parziale di 14-0 (in collaborazione con Mozgov e Shumpert) che chiude definitivamente la contesa.