Forse ora Doc Rivers e i suoi Los Angeles Clippers saranno soddisfatti. Dopo un'estate trascorsa a stupirsi dell'integrità fisica del roster dei Golden State Warriors, fatta passare mediaticamente come "fortuna", ora Rivers e tutti gli altri non avranno più molto da ridire nel vedere i campioni in carica falcidiati dagli infortuni. Out Harrison Barnes ormai da quasi un mese, fuori causa Leandro Barbosa e Festus Ezeli, alla lista degli ospiti dell'infermeria di Oakland si è iscritto da circa anche una settimana anche Stephen Curry, Mvp della scorsa regular season e trascinatore dei Warriors anche in questa prima parte di stagione, in cui il record è aggiornato a trentuno vittorie e due sconfitte. Steph, che aveva già accusato un problema al polpaccio destro durante la sfida natalizia contro i Cleveland Cavs, per poi assistere da spettatore al back to back texano contro Dallas e Houston, è infatti andato nuovamente k.o. nella serata di ieri, quando alla Oracle Arena erano di scena i Denver Nuggets di Danilo Gallinari.
Stavolta è stato un colpo fortuito allo stinco a mettere fuori causa il numero 30 di Golden State, uscito dal campo quando mancavano poco più di due minuti alla fine del primo tempo. I suoi compagni hanno poi rischiato di perdere in rimonta contro i Nuggets, salvo spuntarla all'overtime grazie allo strepitoso Draymond Green di questo periodo e a un Klay Thompson sempre più responsabilizzato. Dopo la gara Curry ha spiegato ai giornalisti presenti la dinamica dell'incidente: "Ho preso una botta - le parole di Steph riportate da Ethan Sherwood Strauss per Espn - nello stesso punto in cui avevo già dolore. E' incredibile perchè è la stessa parte della gamba già infortunata, ma ora non mi resta che farci i conti e conviverci. Prima della partita mi sentivo bene, riposato e pieno di energie, è stato davvero un peccato ricevere un altro colpo proprio lì. Adesso vedremo come starò lunedì". Poco più tardi Steph, dopo altri controlli, si è mostrato più fiducioso circa i tempi di recupero: "So perfettamente cosa è successo. Ora si tratta solo di aspettare come mi sentirò domani per poi decidere se giocare o meno contro Charlotte. Per fortuna non è un infortunio così grave come era sembrato all'inizio".
Curry ha poi voluto spendere parole al miele per i suoi compagni di squadra, costretti a giocare senza grandi possibilità di ricambi: "I ragazzi sono stati fantastici, alcuni stanno giocando anche più di quaranta minuti a partita, con una panchina cortissima, trovando un modo per lottare, difendere nei momenti cruciali, andare oltre la fatica e fare un paio di giocate decisive in attacco quando contava di più. E' stata la vittoria del coraggio". Lunedì i Warriors sono attesi a un altro match casalingo contro gli Charlotte Hornets, e Curry spera di esserci nonostante il dolore e il rischio che l'infortunio si aggravi. L'impressione è però che dalle pari di Oakland nessuno voglia accelerare i tempi di recupero di un giocatore acciaccato e troppo importante per gli equilibri della sua squadra, anche perchè il record tra vittorie e sconfitte consente ai Warriors di non dover spingere troppo sull'acceleratore in una regular season in cui stanno guardando tutti dall'alto in basso.