Sacramento mostra la faccia bella, quella con l'attacco che gira e che vince le partite con una certa decisione. Senza dubbio il momento negativo dei Phoenix Suns aiuta e non poco, visto che la squadra dell'Arizona dura poco e in difesa fa acqua da tutte le parti. Il risultato finale, che regala a George Karl la vittoria numero 1155, che gli permette di agganciare Phil Jackson al quinto posto tra gli allenatori con più partite vinte in NBA, è un impietoso 142-119 che mostra tutto il talento a disposizione dei Kings.

Ovviamente, le abitudini non cambiano per Sacramento, senza sorprese in quintetto base: è il DMC-show, in tutti i sensi. Dominante in attacco, sia sotto canestro che illuminando e giocando in contropiede, latitante a tratti in difesa, quando concede punti facili (meno del solito).

Phoenix, senza Bledsoe e con Warren e Booker nello starting-five, trova due triple dal rookie ma molto poco altro, mentre dall’altra parte sono i 10 di Casspi a fare la differenza, muovendosi bene lontano dalla palla e facendosi sempre trovare, silenziosamente. Brandon Knight tiene a contatto i suoi, ma è 31-18 Kings alla prima sirena, con una sola palla persa e il 52% dal campo.

Nel secondo quarto si vedono subito i quintetti piccoli, i Suns in particolare riescono a rientrare cavalcando Devin Booker e Warren, in fiducia, sfruttando anche i problemi a segnare di Sacramento, risolti da un tiro di Belinelli alla Belinelli allo scadere dei 24 dopo un digiuno di oltre 4 minuti. La circolazione di palla della squadra di Hornacek migliora grazie a un buon Price (4 assist nei primi 10 minuti in campo), e il vantaggio arriva a circa 3 minuti dall’intervallo lungo con due liberi di Leuer. Ancora Cousins però ristabilisce le distanze nel finale, con tanto di tripla: 59-53 il vantaggio di Sacramento.

Warren e Knight al rientro in campo riescono a piazzare il sorpasso, così si mobilita anche Rondo, che comincia a dirigere l’orchestra alla sua maniera piazzando la doppia doppia a 6 minuti dal termine del terzo, poco prima che Chandler venga espulso per una spinta vistosa su Gay e poi per proteste abbastanza poco calme. Si va avanti tra parziali e contro-parziali e parecchio nervosismo, fin quando Belinelli non entra e comincia a bombardare il canestro di una Phoenix passiva difensivamente, e il conto degli assist di Rondo sale a 15 nei primi tre quarti, segnale importante che i suoi compagni riescono a trovare il canestro.

Il quarto quarto non è altro che una passerella che permette di fissare il punteggio finale e mettere in mostra un po' di panchina, oltre che il rientrante Cauley-Stein. Applausi e un sorridente DeMarcus Cousins che intervistato lancia palline al pubblico. L'impressione è sempre la solita: se il 15 è in giornata e ha voglia, Sacramento è una squadra.