La sfida più attesa dell'inizio di stagione Nba ha tradito le aspettative della vigilia in termini di spettacolo e confronti individuali, ma ha comunque segnato un punto a favore dei Golden State Warriors, capaci di battere i Cleveland Cavaliers di LeBron James nel fortino finora inespugnabile della Oracle Arena, nonostante uno Stephen Curry a due cilindri a causa di un problema al polpaccio. Malissimo al tiro gli ospiti (sotto il 39% dal campo) ma rimasti in scia fino agli ultimi minuti del quarto quarto, quando la maggiore freschezza degli avversari, unita a due gravi errori difensivi di Kevin Love, hanno concesso agli uomini di Luke Walton di aggiudicarsi la ventottesima vittoria della loro regular season. 

Non c'è Harrison Barnes per i ragazzi della Baia, sostituito ancora una volta da Brandon Rush in quintetto, mentre Cleveland presenta il roster al completo nella sfida più attesa del Natale Nba 2015. L'inizio della partita lascia intendere che non ci saranno i sospirati fuochi d'artificio a Oakland, California. Eccezion fatta per un paio di triple di J.R. Smith, i Cavs sparacchiano malamente dal perimetro con Shumpert e Love, Irving non è al top della condizione e si vede, Mozgov pare tornato il giocatore spaesato dei tempi di Denver e lo stesso James fa registrare errori non degni della sua classe. Non va molto meglio ai Warriors, che perdono palloni banali in attacco, ma hanno il merito di difendere con maggiore intensità rispetto alle ultime uscite. E' Draymond Green il più brillante per Walton, una vera e propria point forward che mette insieme punti, assist e rimbalzi. Klay Thompson comincia bene la sua serata con l'eleganza che lo contraddistingue, laddove il suo gemello Curry è costretto ben presto a fare i conti con un fastidio muscolare al polpaccio che ne mette addirittura in dubbio la partecipazione al resto della gara. Un primo quarto fatto di errori si conclude comunque sul punteggio di 28-19 per i padroni di casa, che hanno in Livingston e Iguodala due jolly importantissimi dalla panchina. L'uscita dal campo di Curry coincide con un momento di sbandamento dei Warriors, che consente ai Cavs di rientrare a contatto (37 pari a metà del secondo periodo) con un LeBron più aggressivo ma falloso ai liberi. Cleveland arriva anche ad ottenere un vantaggio di tre lunghezze, ma ancora Green e Thompson dimostrano di essere i più in palla per Golden State, avanti 45-42 all'intervallo lungo.

Alla ripresa delle operazioni ci si attende un cambio di marcia da parte dei campioni in carica, che invece non riescono a trovare il loro abituale ritmo in attacco, complice l'infortunio di Curry e una buona solidità difensiva di Cleveland. Quando l'intensità complessiva si alza, i Warriors sembrano poter volar via dopo un gioco da tre punti dell'Mvp 2015, ma Rush e Iguodala pasticciano al tiro, con il solo Livingston a mantenere lucidità in un momento di partita non esaltante. Non ne approfittano neanche i Cavs, traditi sul più bello da Love, Shumpert e e Smith, nonostante l'energia di Dellavedova e Thompson consenta agli ospiti di rimanere sotto la doppia cifra di svantaggio (64-59 a fine terzo quarto). Un paio di lampi di Irving e due schiacciate di James paiono finalmente svegliare gli uomini di Blatt, che però pagano a caro prezzo altrettante disattenzioni difensive di Love, fulminato con lo sguardo da LeBron per un rientro tardivo in transizione e per un cattivo posizionamento su una comoda penetrazione di Curry (83-77 a poco più di un minuto dalla fine). Cleveland gioca l'intero periodo conclusivo con un quintetto che prevede Love come unico lungo, James da numero quattro e altri tre esterni, tra cui un Irving ancora lontano dai suoi standard migliori. Iguodala compensa qualche errore offensivo con una gran difesa sul Prescelto, sempre più giù in un finale concitato, con tanto di zero su due dalla lunetta pesantissimo per le sorti dei suoi. Smith trova una tripla dall'alto coefficiente di difficoltà per l'83-80, ma la risposta di un Curry quasi zoppicante è un canestro che vale il nuovo + 5. Ancora James fa uno sue due ai liberi prima di provare a riaprire la partita con un tiro da fuori che si trasforma in un clamoroso airball. Nonostante qualche balbettio dalla lunetta di Iguodala, sono i Warriors ad aggiudicarsi il primo confronto stagionale tra le finaliste dello scorso anno, al termine di una gara lontana dalle aspettative della vigilia.

Tensione, mosse difensive avversarie, problemi fisici determinano così un risultato a sorpresa, uno score a basso punteggio che difficilmente si ripeterà in un futuro prossimo. Golden State mostra di non stare attraversando un periodo eccezionale, nonostante le vittorie continuino ad affluire copiose, e può rallegrarsi per l'approccio e l'intensità difensiva, nella speranza di riavere il prima possibile un Curry in perfetta salute. Discorso diverso per i Cavaliers, traditi dai loro esponenti principali ma a lungo apparsi in grado di poter violare l'arena più ostica dell'intera lega. L'esperimento di Blatt con Love da centro è per ora rimandato a migliori occasioni, ma il sospetto che il Beach Boy non sia perfettamente dentro i meccanismi di squadra si allunga come un'ombra sul Natale dei Cavs.

Golden State Warriors (28-1). Punti: Green 22, Curry 19, Thompson 18, Livingston 16. Rimbalzi: Green 15. Assist: Green e Curry 7.

Cleveland Cavaliers (18-9). Punti: James 25, Smith 14, Irving 13, Dellavedova e Love 10. Rimbalzi: Love 18, Thompson 10. Assist: Love 4.