La doppia sconfitta in due giorni contro Pistons e Knicks ha surriscaldato l'ambiente dei Chicago Bulls, alle prese con una stagione chiave per il futuro di alcuni dei suoi giocatori più rappresentativi. E, a scagliarsi contro il nuovo allenatore, Fred Hoiberg, esordiente sul palcoscenico Nba, è stato ieri sera Jimmy Butler, sempre più leader di una squadra ancora difficile da decifrare. Le parole del Most Improved Player della scorsa stagione non sono state tuttavia le solite espressioni di circostanza che si utilizzano dopo una sconfitta, ma un messaggio chiaro all'head coach e a tutto lo spogliatoio della franchigia della Windy City: "Credo nel nostro gruppo - le dichiarazioni di Butler riportate da Nick Friedell per Espn - ma penso che a volte  dovremmo essere allenati più duramente. Mi dispiace, ho grande rispetto per Fred (Hoiberg, ndr), ma quando i giocatori non fanno ciò che dovrebbero, bisogna farglielo notare".

Nascono dunque i primi dubbi sulla nuova guida tecnica dei Bulls, che pare approcciarsi ai suoi giocatori in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto fatto nel quinquennio precedente da Tom Thibodeau, uno che amava usare più il bastone che la carota. Ed è paradossale che si ripropongano immediatamente problemi relativi ai rapporti con il capo allenatore, dato che gli stessi erano stati la causa del licenziamento del medesimo Thibs da parte del front-office di Chicago. "Non si tratta di essere stato allenato in una certa maniera per cinque anni - assicura però Butler - ma solo di rispetto di ruoli. Non stiamo facendo ciò che dovremmo, ciò che vediamo scritto sulla lavagna in spogliatoio prima delle partite, e nessuno dice nulla al riguardo. Forse nemmeno io l'ho fatto abbastanza, ma penso che sia l'allenatore a dover parlare a tutti, dal primo giocatore della squadra agli ultimi ragazzi della rotazione. Bisogna tenere conto di tutto e di tutti, in modo che ognuno faccia il proprio lavoro. In campo dobbiamo vincere i duelli individuali, fare il nostro compito, vincere le partite. Il coach dovrebbe rimproverarci più duramente quando sbagliamo, dovrebbe farlo anche con me naturalmente, per far capire ai nostri leader che non stanno facendo abbastanza. Altrimenti rischiamo di scavarci una buca da soli, da cui ultimamente non riusciamo ad uscire".

Butler cerca poi di spostare il mirino delle sue accuse da Hoiberg al resto della squadra, senza però cedere sulla sua posizione: "E' qualcosa che dobbiamo fare tutti, ma se a parlare fosse l'allenatore sarebbe diverso. So che Fred non è il tipo per certe cose, ma a volte sono proprio quelle le cose di cui abbiamo bisogno. Perdere è sempre frustante. Se avessimo vinto, non saremmo qui ora a parlare di tutto questo, ma siccome abbiamo perso, e abbiamo perso in un certo modo, penso ci sia qualcosa da fare adesso. Non importa se siamo una squadra di veterani o di giovani, ciò che conta è fare tutti il proprio lavoro. Certamente noi che abbiamo più esperienza dobbiamo essere i leader dello spogliatoio, dare l'esempio e parlare con tutti". Intanto la stampa di Chicago ipotizza una sanzione disciplinare per questa intemerata di Butler, che ha reso noto a tutto il mondo Nba l'esistenza di una spaccatura nello spogliatoio dei Bulls e di un conflitto tra due diverse anime del gruppo guidato a fatica da Fred Hoiberg, tacciato di essere troppo morbido nella gestione di una squadra che non sta rendendo secondo le aspettative.