UTAH JAZZ - DENVER NUGGETS 97-88
Finale in volta a Salt Lake City nella sfida tra gli Utah Jazz e i quasi vicini del Colorado, i Denver Nuggets. La spuntano i padroni di casa che si appoggiano su un Gordon Hayward solidissimo che chiude la gara a quota 26, firmando anche un paio di canestri decisivi negli ultimi minuti. La partita comincia e pende immediatamente dalla parte dei Jazz, le scorribande offensive sono vincenti e i piccoli incidono.
Il vantaggio si assesta tra i 5 e i 10 punti, ma nel terzo quarto Denver riesce a ricucire lo strappo e a portarsi anche avanti, ma senza mai riuscire a scappare (massimo vantaggio di 5 punti nella partita), complice un ottimo impatto di tutta la panchina, specialmente dal duo Nelson-Barton. Proprio l'ex playmaker di Orlando riesce con un canestro a pareggiare la partita a quota 86, prima che Booker e Hayward la chiudano. La mazzata definitiva arriva dall'arco con l'ala grande che, trovata dal compagno, scava un solco incolmabile per Denver, che tira malissimo da tre e non capitalizza a dovere il dominio nel pitturato.
PHOENIX SUNS - NEW ORLEANS PELICANS 104-88
Nessun affanno per una solida Phoenix nella gara casalinga contro dei Pelicans che stanno provando a ritrovarsi dopo l'inizio difficile e clamorosamente condizionato dagli infortuni. Nella trasferta in Arizona non arriva però l'ottava vittoria, ma la diciannovesima sconfitta, complici dei Suns che ritrovano anche un buon Markieff Morris e soprattutto un Bledsoe trascinatore con 29 punti e 9 assist. La partita non è di fatto mai in discussione: New Orleans guadagna 5 punti di vantaggio nel primo quarto, ma poi le vengono mangiati e il vantaggio non tornerà più in singola cifra fino alla fine della gara. "Terribile, non abbiamo giocato duro", spiega Gentry al termine della gara.
Grande prova, di enorme solidità, anche da parte di Alex Len, che condisce i suoi 19+13 in uscita dalla panchina con la prima tripla stagionale (con 15 secondi sul cronometro dei 24) e tanta presenza nel pitturato (52-34 in favore di Phoenix il vantaggio). Per i Pelicans, che tirano con il 36,6% dal campo, contro il 52% dei Suns, ci sono i 16 punti e 12 rimbalzi del monociglio come unica nota positiva. Da rivedere il trio Gordon-Evans-Holiday, il principale cast di supporto. Se non migliorano loro, difficile che la rincorsa dei Pelicans ai Playoff si concretizzi.
GOLDEN STATE WARRIORS - MILWAUKEE BUCKS 121-112
Dopo tre quarti e mezzo di paure, di aver trovato la bestia nera, di aumentare a ben due il numero di sconfitte in stagione, i Golden State Warriors riescono a rimontare nel finale punto a punto e portare a casa la vittoria numero ventotto. Dopo la vittoria dei cervi e le magliette "24-1", i tifosi Warriors rispondono ironicamente con "10-18" ovvero il record dei ragazzi del Wisconsin in caso di sconfitta. Eppure a cominciare benissimo, nel primo tempo, è proprio la squadra di Jason Kidd a cominciare meglio e a segnare addirittura 70 punti nei soli primi due quarti, acquisendo anche un ottimo vantaggio di 12 punti, che si attenuerà però già nel terzo quarto, dopo aver toccato un massimo di 15.
"Volevamo vendicarci", dirà Walton a fine partita. Ma prima del quarto quarto per i suoi è nerissima. Ci pensano Draymond Green e Steph Curry a dare la scossa alla partita, firmando il pareggio a quota 108 e poi guidando la fuga verso lo striscione del traguardo, raggiunto sul 121-112. Il trio composto da Steph, Dray e Klay chiude a quota 74 e l'MVP della scorsa stagione va vicinissimo alla tripla doppia (gli è mancato solo un assist). Per i Bucks un'ottima prova dei titolari: 84 punti, con un ottimo Carter-Williams da 24 finali. A fine partita qualche screzio che conferma i non eccellenti rapporti, protagonisti Green e Mayo. Tutto sedato, la rabbia la sfogheranno ai microfoni. Intanto per Golden State è passata la paura.