Siamo agli inizi di dicembre. È passato poco più di un mese dall'inizio della stagione NBA ed è già tempo per alcune interessanti analisi.

In questo mese abbondante di gioco, a dirla tutta, le novità non sono tantissime: Golden State, campione in carica, rimane la squadra da battere, San Antonio la segue non troppo distante e OKC pare, “pare”, il virgolettato è d'obbligo, essere tornata definitivamente a competere per il titolo. Bene, a Ovest, le cose non sembrano poi così diverse.

Una “buona nuova” però, in effetti, c'è: cambiando costa, spostandoci ad Est, le novità ci sono eccome. Oltre ai soliti Cavs non c'è più il classico vuoto, compensato in parte dagli Hawks lo scorso anno, bensì 7-8 squadre tutte molto vicine tra loro, distanti 3-4 partite dalla soglia del 50%.

Ma come? L'Est non era poco competitivo ed il posto dove tutti puntavano a perdere? A quanto pare, le cose sono cambiate.

Giusto per dare un'idea, ci sono ben otto squadre della Eastern Conference che si separano di appena 4 punti nei punti fatti per 100 possessi, con primi gli Heat, a +5.9, ed ultimi i Magic, a +1.9. E come se non bastasse, all'interno di queste otto squadre, mancano i Bulls, a causa di un attacco ancora poco efficace, e i Pistons, che hanno comunque un record vincente. Infine Wizards e Knicks, che hanno un record vicino al 50%.

Ora, se escludiamo l'inizio pessimo dei Bucks e le due “tankatrici”, Nets e 76ers, ci sono 13 squadre che, tendenzialmente, puntano tutte al raggiungimento dei playoffs e nessuno sa dove potrebbero arrivare, se secondi in classifica o in piena zona lottery (questo dando per scontato che i Cavs arrivino primi).

Inoltre, andando a vedere i dati della “differenza canestri”, quella che nel calcio sarebbe la differenza reti, si scopre che le prime tre sono squadre dell'Ovest (Warriors, Spurs ed OKC). E fin qui niente di nuovo. Ma le successive 7, ed otto delle successive 9, sono invece dell'Est. Un risultato totalmente in controtendenza rispetto agli anni passati, in cui la costa orientale è sempre stata surclassata da quella occidentale.

E ad ulteriore conferma di tutto ciò, c'è un altro numero particolarmente rilevante: l'Est ha un record di 56-53 nei confronti con l'Ovest, che risulterebbe ancore migliore togliendo Warriors e Spurs, che insieme combinano per 14 vittorie e 2 sole sconfitte.

Insomma, malgrado sia appena l'8 dicembre (a proposito, buona festa della “Madonna”), l'Est pare essere tornato parecchio competitivo e per questo a LeBron e compagnia bella potrebbe risultare poi non così facile arrivare sul tetto della NBA.