Se pensavate che il record potesse appagare, mentalmente e tecnicamente i Golden State Warriors, la risposta di Stephen Curry e compagni, in Arizona, in quel di Phoenix contro i Suns di Jeff Hornacek è perentoria, quasi umiliante per i Suns che si ritrovano davanti il solito treno in corsa, paradossalmente più assetato di vittorie rispetto a prima. Il record ha solo dato ulteriore benzina ad un motore che gira su ritmi sempre più elevati, capace stavolta di strabiliare (come se non l'avessero già fatto abbastanza) per numero di assist, triple e punti nel primo tempo.
E pensare che la trasferta di Phoenix (nonostante l'assenza di Chandler) sembrava, alla vigilia, uno degli scogli più pericolosi da fronteggiare all'interno del viaggio che i Warriors iniziavano stanotte. La mattanza del primo tempo ha messo a tacere ogni dubbio, residuo ed eventuale. La squadra di Kerr (sempre sostituito da Walton), continua a girare alla perfezione: 44 punti realizzati nel solo primo quarto, con Curry che si erge come al solito a protagonista con 19 punti, 6 assist ed un clamoroso 5/6 da tre. Bledsoe (9) è l'unico a trascinare i Suns nel vano tentativo di restare aggrappati nel punteggio alla valanga ospite (9 triple segnate). Il parziale è impietoso: -17, 44-27.
Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia: Iguodala e Barbosa prendono il posto di Green e del trenta, ma continuano a perforare la retina avversaria da ogni dove. Teletovic ed un ritrovato Knight, sonnecchiante nel primo parziale, portano i padroni di casa sul -12, fino al ritono in campo dell'alieno. Due triple, che spengono nuovamente l'ardore nascente della rimonta dei Suns: Clark e Thompson lo emulano, fino al 75-57 di fine primo tempo, con Bledsoe che fa il diavolo a quattro per tenere a galla i suoi (16, ma piuttosto vani davanti allo strapotere Warriors).
Ad inizio ripresa l'attacco di Golden State ha un improvviso passaggio a vuoto: Bledsoe ne approfitta con 5 dei 9 punti che lanciano il parziale dei padroni di casa fino al -11 (9-3, con tre liberi di Curry). Iguodala scuote i suoi con una schiacciata paurosa, prima che Green torni a spiegare pallacanestro con assist a ripetizione (a fine gara saranno 10, così come i rimbalzi catturati, nella sua personale tripla doppia). All'ennesima sfuriata di Curry (6 di fila), risponde Warren con 7 punti (28 finali per un'ottima partita). Phoenix non molla, ma non riesce mai a tornare sotto la doppia cifra di svantaggio, anzi, subisce un parziale di 12-0 che chiude, di fatto, i giochi (103-77).
Il problema contro i Golden State Warriors è rappresentato anche dal garbage time, nel quale Barbosa e Livingston dominano sulle basi di un sistema che mette in condizione tutti di recitare la parte al meglio: il brasiliano ne mette 8 di fila ad inizio ultimo quarto (saranno 12 dei suoi 21 finali). Warren, Booker e Knight arricchiscono il proprio tabellino personale nei minuti finali, che non dicono moltissimo in termini di gioco ma attestano il punteggio sul 135-116 finale.
Diciassettesimo successo consecutivo per Golden State, con Curry che firma il suo quattordicesimo quarantello in carriera (quinto di questa stagione) tirando 9/16 da dietro l'arco dei tre punti. Altro record per la squadra della baia è il 15/20 da tre fatto registrare nel primo tempo (sarà un clamoroso 22/38 a fine gara, per il 58%).
Il tabellino