Dopo una settimana di assenza riprende il focus di Vavel Italia sui migliori prospetti europei, chiudendo così la nostra analisi sull’Eurolega esaminando i roster che compongono il girone D, in cui milita tra l’altro anche la Dinamo Sassari.
Si parte subito forte direzione Bamberg, con un pizzico di patriottismo visto che sulla panchina siete l’allenatore azzurro Andrea Trinchieri il quale dopo aver vinto la Bundesliga sta facendo registrare ottimi risultati anche sui parquet continentali. Squadra solida e mobile allo stesso tempo e con un paio di ragazzi niente male. Ci soffermeremo solo su uno di loro ovvero Malik Muller, play/guardia classe 1994 con un passato negli Stati Uniti al college di Virginia Tech e alla prima stagione con il Bamberg. Passato per la trafila delle nazionali giovanili tedesche, sembra pronto a compiere il salto di qualità anche se non ha ancora debuttato in Eurolega. Giocatore solido, non certo un talento, che dovrà lavorare molto per trovare minuti nelle rotazioni di Trinchieri.
Seconda fermata Istanbul, stavolta sponda Darussafaka, squadra semi sconosciuta ai più fino alla passata stagione quando ha sovvertito ogni pronostico arrivando terza in regular season di TBL, la massima lega turca, uscendo ai quarti di finale per il titolo acquisendo comunque una wild card per questa edizione di Eurolega. Le ambizioni però non sembrano essersi fermate. Tra i vari segnali di crescita c’è il settore giovanile, che ha sfornato due ragazzi già protagonisti con le nazionali giovanili, Metin Turen e Dogus Ozdemiroglu. Il primo è un’ala classe 1994, vincitore dell’europeo under 20 del 2014 che però stenta a farsi largo tra i “grandi”. Infatti è sceso in campo solo per 14 secondi in questa Eurolega. Questo è dovuto dal fatto che le sue qualità migliori sono a rimbalzo ma non ha ancora il giusto atletismo per competere con i migliori giocatore d’Europa. Inoltre tecnicamente è ancora da educare soprattutto senza la palla.
Il secondo invece è una guardia del 1996 alta 1.94, bronzo agli europei under 20 di questa estate. Al debutto partendo nello starting five contro Sassari alla prima giornata e poi mai più visto in campo, sono evidenti però le sue armi migliori: tiro da fuori e rilascio rapido. Si tratta infatti di un realizzatore puro che ha grossi limiti difensivi, non solo dovuti al fisico ancora acerbo. Demeriti che quindi lo terranno ancora lontano dal parquet a questi livelli, almeno per questa stagione.
Si prosegue in Spagna, precisamente a Malaga, un posto meraviglioso dove vivere e anche poter esprimere tutto il proprio potenziale. E’ da anni infatti che la “cantera” dell’Unicaja sforna talenti pronti a sfondare nel mondo professionistico e questa stagione non fa differenza.
In cima alla lista c’è sicuramente Alberto Diaz, guardia del 1994 che ha vestito la camiseta roja delle nazionali giovanili nelle categorie under 16, 18 e 19. Ha fatto il suo debutto in Eurolega quest’anno dove viaggia con 7 minuti di media e si è fatto notare soprattutto contro il tedeschi del Bamberg con una prova da 9 punti in 19 minuti. Per lui si tratta di una stagione di transito, in quanto passa da una stagione da protagonista a Fuenlabrada con tanti minuti in campo ad una dove dovrà conquistarsi ogni singolo secondo. Coach Plaza però crede molto nel giovane talento di casa, cresciuto con le giovanili di Malaga ed è pronto per il salto di qualità. Da migliorare però è l’efficienza offensiva: pericoloso solo dall’arco per questi livelli e non riuscendo a crearsi il tiro dal palleggio è un avversario poco temuto dalle difese al momento.
Altro nome da cerchiare è quello di Kenan Karahodzic, centro di 2.10m classe 1996. Giovanissimo ha già fatto parte della nazionale bosniaca under 20 e in patria si guarda a lui come una delle maggiori speranze dell’intero movimento. Ha già esordito nella massima competizione europea per club nella passata stagione, impressionando contro il CSKA con 8 punti e 4 rimbalzi non in situazione di garbage time. Questa stagione ha messo piede in campo solo per un minuti e mezzo contro Sassari. Dominante sotto i tabelloni per i pari età, gode di un tiro da 3 solido e un controllo del corpo non male. Nel suo ruolo però per poter competere in Europa c’è bisogno di un fisico molto più prestante. E’ l’obiettivo principale del suo lavoro che lo porterebbe a dominare l’area come con le giovanili ma che al momento è il motivo del suoi scarso minutaggio.
Chiudiamo col botto andando a Tel Aviv ad esaminare un ragazzo che sta infiammando gli animi non solo del mondo cestistico giallobù. Parliamo infatti di Dragan Bender, fenomeno assoluto del panorama Europeo del domani. Si tratta infatti di un ragazzo croato di 2.11m classe 1997 che gioca da…ala piccola/grande ovviamente. Mano da guardia, braccia interminabili, fisico da centro, mobilità da ala. Tutte queste caratteristiche non possono che rimandare col pensiero a un altro fenomeno assoluto ovvero Kevin Durant e il paragone non sembra essere così lontano. Chiedere al settore giovanile della Virtus Bologna che nella passata stagione si è vista segnare 43 punti e 21 rimbalzi dal croato. Visto anche nella tournèe americana del Maccabi contro Milano dove ha fatto sembrare l’evento come le prove generali prima del salto definitivo nel mondo oltreoceano. Tuttavia c’è da registrare il minutaggio in calo per lui, coincidente con il cambio di allenatore sulla panchina Israeliana. L’arrivo di Zan Tabak infatti ha ridotto il suo impiego da 15 a 3 minuti, dovuto anche al fatto della ricerca marcata nel cercare risultati immediati da parte della dirigenza. Non si può non rimanere stregati da questo ragazzo dal talento immenso, umile nel lavorare sui suoi limiti (reggere i contatti in area e tiro dal palleggio), ma allo stesso tempo ambizioso e consapevole di poter scrivere pagine importanti del basket europeo e non solo.
Vale anche una menzione Itay Segev, ala del 1995 cresciuta nelle giovanili del Maccabi ed uno dei migliori prospetti israeliani. Passato per la trafila delle nazionali giovanili ha già una notevole fama di schiacciatore. Infatti ha partecipato all’All Star Game del campionato israeliano la passata stagione grazie alle sue azioni sopra il ferro e un atletismo in generale sopra la media. Ha ancora da lavorare sul tiro e nella tecnica difensiva ma è di sicuro un ragazzo che sa come esaltare la folla presente al palazzetto.
Finisce qui il nostro viaggio nei migliori parquet d’Europa con la consapevolezza di aver osservato dei ragazzi di cui sentiremo parlare nei prossimi e di cui sarà un piacere vedere come saranno in grado di prendere un posto sempre più di primo piano sul palcoscenico della palla a spicchi. See you later young fellas!