Una delle squadre che ha maggiormente fatto parlare di sé in questo inizio di stagione, e non in termini positivi, sono gli Houston Rockets. Visti da alcuni come una delle pretendenti al titolo, reduci dal secondo posto in regular season e dalle Finali di Conference ai Playoffs, la squadra texana si è rivelata piuttosto una 'pretender' nel senso americano del termine, ovvero una da non prendere seriamente per la vittoria finale. La prima testa a essere saltata, come accade spesso in questi casi, è quella del coach, con Kevin McHale rimpiazzato da J.B. Bickerstaff, uno dei suoi assistenti. Ma se le cose dovessero continuare a non andare secondo i piani, non sono per nulla da escludere una o più trades, conoscendo anche l’audacia del gm dei Rockets, Daryl Morey, che non si fa particolare problemi a rischiare pur di migliorare la squadra. In questo momento non è possibile attribuire il record 5-10 della squadra ad un solo motivo: la verità è che finora i Rockets hanno palesato problemi sia in attacco che in difesa, sia a difesa schierata che in transizione, sia di squadra che dei singoli. Il tutto nasce naturalmente anche dalle aspettative di inizio stagione, che come detto erano estremamente rosee considerando i risultati della passata stagione e l’aggiunta al roster di Ty Lawson: nei piani della dirigenza, un giocatore in grado di alleggerire Harden di qualche responsabilità nella metà campo offensiva dandogli anche la possibilità di giocare maggiormente off-the-ball. Al momento però l’esperimento non sta dando i frutti sperati, essendo sia lui che Harden più efficaci con la palla nelle loro mani e così l’ex Nuggets sta viaggiando a 7,2 punti di media con il 31% dal campo e il 25% da 3 (tutti minimi in carriera), relegato ad addirittura 3 miseri minuti di gioco nell’ultima sconfitta contro Memphis.
DIFESA - CIFRE
Non è ovviamente solo Lawson il problema, perché questa squadra sembra davvero una lontana parente di quella che tanto bene ha fatto l’anno scorso, soprattutto in difesa, e le cifre sono impietose:
Categoria | Ranking |
---|---|
Defensive Rating (punti concessi per 100 possessi) | 25^ |
Percentuale rimbalzi difensivi (% catturati su quelli disponibili) | 29^ |
Rapporto assist/palle perse degli avversari | 26^ |
Percentuale di tiro concessa nella Restricted Area | 28^ |
Difesa in transizione | 30^ |
È una questione di volontà, di concentrazione, di effort per dirla all'americana. Un dato che colpisce è il plus/minus di Dwight Howard: con lui in campo, i Rockets hanno un saldo negativo di -8.1 per 100 possessi, mentre con lui in panchina la situazione migliora, pur restando negativa a -6. Chi invece sta facendo molto bene, e i numeri in questo caso sostengono l’impressione che si ha in diretta, è Clint Capela. Il pivot al secondo anno fa tante cose che aiutano la propria squadra, e non a caso i Rockets sono 5 punti meglio dei loro avversari, sempre prendendo i 100 possessi come riferimento, quando Capela è in campo e un netto -13.4 quando è seduto. Questo non vuol dire che Capela sia meglio di Howard, però probabilmente meriterebbe qualche minuto in più rispetto ai 17 a partita di ora (cifra gonfiata dall’assenza di Howard in alcune partite).
HARDEN
Il giocatore su cui è più facile puntare il dito è Harden, perché in certi possessi appare decisamente disinteressato a difendere. Certo, non è l’unico responsabile, però è il giocatore dal quale ci si aspetta di più, il leader di questa squadra che dovrebbe in quanto tale dare il buon esempio ai compagni. L’anno scorso ha giocato una difesa decente dopo essere stato deriso la stagione prima, ma ora sembra tornato a non difendere. Probabilmente l’aver iniziato la stagione con brutte percentuali in attacco lo ha condizionato portandolo ancora di più a risparmiare energie nella metà campo difensiva, ma situazioni del genere non possono verificarsi:
E non può essere battuto in 1contro1 così: troppo, troppo facilmente.
Di seguito troviamo tre situazioni in cui è in posizione di aiuto ma o è lento a recuperare sul suo umo o non ha minimamente idea di dove quest’ultimo sia. Nel primo caso dopo aver aiutato ci mette troppo a girarsi e permette a questo passaggio per Tony Allen di arrivare a destinazione:
In quest’altra clip invece aiuta in maniera eccessiva sulla penetrazione perdendo totalmente di vista ancora Allen, che taglia e riceve da solo sotto canestro:
Situazione simile in quest’altro caso: penetrazione sulla linea di fondo, Harden si trova in mezzo all’area convinto che il suo uomo (Afflalo) stia ancora lì e quindi aiuta, ma non si accorge che durante la penetrazione di Calderon Afflalo si è andato a posizionare in angolo, dove può prendere un tiro da 3 tutto solo:
Non è, comunque, Harden l'unico colpevole. Ad esempio in quest’occasione Terry viene battuto troppo facilmente, con la conseguenza che devono scattare gli aiuti e viene concesso un tiro da 3 all’attacco:
DIFESA IN TRANSIZIONE
Un altro grande problema è la difesa in transizione: infatti i Rockets sembrano avere voglia di correre solo quando si tratta di transizione offensiva, mentre per quella difensiva non dimostrano particolare interesse. Come abbiamo visto in precedenza, in questa categoria sono la peggior squadra della lega, e questo è dovuto anche ad uno squilibrio in campo al termine dei possessi offensivi. Sono una squadra che va aggressivamente a rimbalzo in attacco, ma troppo spesso capita che ci vadano anche giocatori che per i punto del campo in cui si trovano al momento del tiro dovrebbero semplicemente preoccuparsi di tornare in difesa.
I giocatori negli angoli per esempio dovreberro cominciare a rientrare in difesa non appena il tiro viene scoccato, evitando di andare a rimbalzo in attacco o di restare fermi a contemplare ciò che accade nei pressi del canestro.
MANCANZA DI COMUNICAZIONE
Un altro problema, sempre a proposito della transizione difensiva ma non solo, è legato alla comunicazione: spesso infatti i giocatori, una volta tornati in difesa, non hanno idea di chi sia il loro uomo, e a questo livello vieni necessariamente punito. Nel caso specifico, Lawson si ritrova a non sapere chi marcare e Isaiah Thomas è tutto solo per la tripla:
Comunicazione che manca anche in alcune situazioni a difesa schierata. Qui ad esempio Harden decide di cambiare uomo (senza motivo) ma non lo comunica ad Howard: il risultato sono due punti facili per Iguodala.
ATTACCO - CIFRE
Occupiamoci ora della metà campo offensiva, partendo come al solito dai numeri:
Categoria | Ranking |
---|---|
Percentuale dal campo | 27^ |
Percentuale da 3 | 30^ |
Offensive Rating (punti realizzati per 100 possessi) | 27^ |
Rapporto assist/palle perse | 26^ |
Come si vede, anche in questo caso i numeri sono deficitari, e ciò che salta subito all’occhio guardando le partite dei Rockets è che troppo spesso il loro attacco consiste di un isolamento di Harden con i compagni immobli a guardarlo oppure vediamo dei passaggi senza uno scopo preciso, con la conseguenza che si arriva agli ultimi secondi dei 24 senza aver costruito granchè.
Possessi del genere sono troppo frequenti: qui basta un cambio difensivo sul pick&roll iniziale per fermare l’attacco:
POCHE IDEE
Dicevo di attacchi in cui i giocatori si passano la palla “tanto per passarsela”, andiamo a vedere qualche clip per avere un’idea più chiara. Nel primo video, abbiamo dei passaggi che non mettono pressione alla difesa, prima di finire l’azione con il solito isolamento di Harden sperando che questo riesca a produrre qualcosa. Tra l’altro, Ariza si trova inspiegabilmente nella zona della lunetta e Brewer penetra proprio lì:
Nella seconda clip, i Rockets vogliono servire Dwight Howard sotto canestro, ma basta una semplice difesa di anticipo del lungo avversario per mandare fuori giri l’attacco di Houston:
Terza clip, e vediamo che dopo il pick&roll iniziale la palla viene data a Beverley che forza una penetrazione verso il centro dell’area, e una volta arrivato lì non sa bene cosa fare e perde palla. Ariza, Brewer e Howard non hanno toccato palla e non c’è stato un ribaltamento, brutti segnali.
ASSENZA DI SECONDARY OPTIONS
Salta all’occhio anche come spesso manchino nell'attacco le opzioni secondarie: dopo che l’azione principale (che può essere un pick&roll, un’uscita dai blocchi o altro) non ha dato i suoi frutti, l’attacco si ferma perché non vengono eseguite le alternative successive, ovvero la seconda opzione, la terza e così via. Questo rende più facile il lavoro delle difese, che sanno che una volta che annullata l’opzione principale, il grosso è fatto. L’esempio più lampante lo abbiamo in questo possesso nei secondi finali, con Houston sotto di 3: dopo il pick&roll iniziale e lo scarico di Harden, la palla torna nelle sue mani per un isolamento, poi va Brewer che non attacca e Ariza deve forzare il tiro. Circolazione di palla praticamente scarsa, giocatori fermi a guardare lo svolgimento dell’azione, nessuna alternativa dopo il pick&roll di inizio azione:
Stessa cosa qui, dopo che dal primo pick&roll non si è riuscito a costruire un tiro la palla rimane troppo ferma:
Anche in quest’altro caso contro Memphis: una volta annullato il pick&roll di Harden, i Rockets vogliono subito rimettergli la palla nelle mani per un isolamento, ma la difesa dei Grizzlies lo sa e intercetta il passaggio:
CATTIVE SCELTE DI TIRO
A complicare il tutto, a volte i Rockets prendono anche dei tiri nei primi secondi dell’azione senza aver fatto neanche un passaggio e con l’avversario davanti. Tiri affrettati, sostanzialmente. Qua ne prende uno Ariza..
..e qua Harden:
"IT'S A MAKE-OR-MISS LEAGUE"
Sarà banale dirlo, ma un tiro segnato o sbagliato fa tutta la differenza del mondo.Una nota positiva per Houston c’è, ma è allo stesso tempo anche un qualcosa di negativo: i Rockets stanno sbagliando anche tiri da 3 aperti, e quindi la speranza è che prima o poi cominceranno ad entrare e l’attacco comincerà ad ingranare.
Giocatore | 3P% |
---|---|
T. Lawson | 25% |
P. Beverley | 30% |
J. Harden | 29% |
J. Terry | 33% |
M. Thornton | 32% |
T. Ariza | 30% |
C. Brewer | 21% |
K.J. McDaniels | 17% |
T. Jones | 42% |
Insomma, I Rockets hanno un po’ di cose da risolvere, alcune correggibili dal coach e altre che dipendono quasi esclusivamente dai giocatori. La stagione è ancora lunga (ci sono altre 67 partite) e la speranza per tutti i tifosi di Houston è che la squadra prima o poi inverta la rotta prima o poi: ecco, meglio prima che poi perché nella Western Conference le altre squadre non ti aspettano.