Ripetersi è sempre difficile, migliorarsi lo è ancor di più.
I Golden State Warriors che si affacciavano alla stagione cestistica 2015/2016 lo facevano da campioni NBA in carica, con pienissimi meriti tecnici, tattici e di qualsivoglia altra motivazione. Le polemiche da bar, scatenatesi nell'immediato post della conquista del titolo hanno macchiato, solo in parte, il trionfo di Stephen Curry e soci. Anzi, possibilimente, hanno stimolato ancor di più la squadra più forte del pianeta a superarsi, a dare ancora qualcos'altro.
"I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni" e la squadra della baia di San Francisco di sogni ne hanno tanti, in primis quello di scrivere numerose pagine della storia di questo gioco.
Difficilmente quando si inizia una stagione si scrive un'ideale scaletta degli obiettivi da raggiungere: è chiaro, si punta al massimo, alla perfezione, cosa che non sempre, in maniera del tutto fisiologica, è possibile. La squadra di Steve Kerr (sostituito ad interim da Luke Walton) ha intrapreso la prima stagione con l'anello al dito e la stessa fame che aveva caratterizzato l'annata precedente, migliorandosi però nell'alchimia tra gli elementi fondatori, nella coesione di un gruppo di amici fraterni che danno spettacolo ogni qual volta mettono piede sul terreno di gioco.
Un mese a dir poco perfetto, fatto di quindici vittorie in altrettante gare giocate, che permettono ai campioni in carica di sedersi al trono assieme ai Washington Capitols del 1948/49 ed agli Houston Rockets del 1993/94. Troppo stretto, però, un trono per tre. Troppo irruenta la forza della natura che si è abbattuta sul campionato degli Splash Brothers e dei temibili Warriors.
"Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate", soprattutto se coloro che dovrebbero fermare l'impeto di Golden State si chiama Los Angeles Lakers. Battere il record di vittorie ad inizio stagione, nell'immediata vigilia della sfida della Oracle Arena, sembra il naturale compimento della pagina di storia, pronta ad apporre la firma sul primo 16-0 dalla nascita del gioco. Kobe Bryant ed i suoi Lakers sembrano, in quanto nel basket come nello sport in generale tutto può accadere, la vittima sacrificale predestinata, non la più innocua ma tra le migliori che potessero capitare.
"Stiamo cercando di vincere un altro titolo. Questo è quello per cui siamo stati costruiti. Siamo avidi, ma di un'avidità buona, positiva. Credo che sia la migliore via per arrivare al successo. Siamo sulla strada giusta per arrivare alla fine del viaggio, ed è bellissimo", ha commentato Draymond Green, uno dei leader silenziosi del gruppo sul parquet. "Ora che siamo qui, dopo aver pareggiato il record è una sensazione di soddisfazione e realizzazione. Non sapremo mai se in futuro saremmo di nuovo in una posizione simile. Abbiamo un grande gruppo e siamo nella posizione di poter fare qualcosa che nessuno ha mai fatto nella storia del gioco, è qualcosa di speciale. Vogliamo il record, e l'unico modo per ottenerlo è restare concentrati. E' il motivo per cui siamo 15-0 ed è lo stesso della striscia di 16 vittorie della scorsa stagione. Abbiamo costruito una mentalità vincente e abbiamo una tremenda fiducia in noi stessi. Vogliamo cavalcare l'onda il più possibile" ha detto un emozionato Stephen Curry.
Inutile parlare ed elencare record, percentuali, schemi ed andare a scandagliare tatticamente i motivi del match: non c'è partita sulla carta e, probabilmente, sul parquet. L'unica forza della natura che potrebbe fermare l'incessante dominio di Golden State potrebbe essere una pesantezza mentale che scaturirebbe, in maniera del tutto innata, trovandosi ad un passo dalla storia.
La voglia di vincere, la forza di volontà nel rimontare nell'unica sfida che stava per mettere lo sgambetto ai Warriors, l'impressionante tranquillità e leadership di Stephen Curry (unita alle clamorose doti delle quali dispone) sono le portate principali che sostengono la causa Golden State. Resta da superare l'ansia da prestazione. Tuttavia, se al trenta e compagni non sono tremate le gambe davanti ai Cavaliers ed al primo titolo della loro carriera, non vediamo come e cosa possa succedere per non compiere il destino di questa splendida squadra.