L'infortunio subito da Kevin Durant al bicipite femorale della coscia sinistra durante il primo tempo della gara del Verizon Center contro i Washington Wizards costringerà il numero 35 dei Thunder a saltare i prossimi 10 giorni di regular season, prima di essere rivalutato dallo staff medico di Oklahoma City. Con KD out, sarà Russell Westbrook il centro motore della squadra di Billy Donovan. Westbrook, che ha già iniziato la stagione con numeri da urlo - fresco ventisettenne, ieri era il suo compleanno - avrà così l'occasione di ripetere le prestazioni della scorsa stagione, quando ammassò triple doppie in sequenza per cercare di portare ai playoff i suoi Thunder, impresa poi non riuscita nel testa a testa con i New Orleans Pelicans di Anthony Davis.

In molti, tra tecnici e addetti ai lavori, sostengono che il numero zero sia quest'anno più sotto controllo nella nuova era targata Billy Donovan, lasciando intendere che il Westbrook ammirato fino al 2014-2015 fosse troppo individualista, giocatore da Sturm und Drang - impeto e assalto - a volte controproducente per i destini della sua squadra. Rimane tuttavia la certezza che Oklahoma City vada anche quest'anno dove la porta il suo playmaker: se il contributo di Kevin Durant è per certi versi prevedibile - un realizzatore eccezionale che non marca mai visita - Russell Westbrook è l'uomo che accende le partite dei Thunder, tra accelerazioni al ferro, schiacciate perentorie, triple da distanza siderale (chiedere agli Orlando Magic per informazioni). E' lui il vero X-Factor della squadra dell'Oklahoma, nonostante qualche palla persa di troppo, qualche decisione affrettata e a volte insensata. E, dopo varie stagioni Nba ormai alle spalle, è difficile pensare che possa cambiare il suo stile di gioco, che anche un fenomeno più convenzionale come Durant ha finito per accettare, ben sapendo che nell'alternativa tra prendere o lasciare l'unica opzione praticabile sia esclusivamente la prima.

Westbrook non ha paura, è un agonista senza eguali, uno che non risparmia neanche una stilla di energia quando è in campo, un giocatore che conosce solo un ritmo, il suo, e che ama vivere pericolosamente a velocità folli. Comprensibile dunque che talvolta deragli, mostrando tutti i difetti della sua pallacanestro, ma la sua presenza rimane un elemento imprescindibile per i Thunder, che al loro numero zero proprio non possono rinunciare. Il nuovo roster di Okc - quello allestito dal general manager Sam Presti lo scorso inverno con le trade di febbraio - offre oggi a Donovan una varietà di soluzioni che potrebbero permettergli di sopperire senza troppi problemi a un'assenza per qualche partita di Kevin Durant. I vari Waiters, Augustin, Singler, Kanter sono ormai entrati perfettamente nel meccanismo offensivo dei Thunder, rendendoli per talento diffuso la prima alternativa a Ovest ai Golden State Warriors di Stephen Curry. Oklahoma sembra infatti avere più armi dei Los Angeles Clippers e più energia e fisicità dei San Antonio Spurs, nonostante sia presto per fare valutazioni di questo tipo. Il presente infatti per i Thunder si chiama più che mai Russell Westbrook, che viaggia alle incredibili medie di 25.8 punti a partita, con 10.9 assist (primo nell'Nba, davanti anche a Chris Paul) regalati ai compagni, una sorta di doppia doppia ambulante pronta a volare anche a rimbalzo offensivo e difensivo.

Di Westbrook ha recentemente parlato anche il suo allenatore Billy Donovan, che sembra non voler imbrigliare più di tanto il talento della sua point guard: "Russell ha bisogno solo di giocare come sa, di rimanere com'è  - le parole del coach dopo la vittoria a Washington - con Durant in campo trasmette molta fiducia a tutti i suoi compagni di squadra. Essere al centro del gioco gli permette di distribuire meglio il pallone e di migliorare gli altri giocatori del quintetto, rendendo tutto più facile". Già nella gara di stanotte contro i Philadelphia 76ers alla Chesapeake Energy Arena sono attesi fuochi d'artificio, con il prodotto da UCLA pronto a riprendersi la squadra sulle spalle e ad esaltarsi nel cammino dei suoi Thunder verso la vetta della Western Conference.