E' bastata la solita sfuriata ai Golden State Warriors dell'altrettanto solito Stephen Curry, concentrata nell'arco dei primi due periodi, per avere la meglio dei Denver Nuggets alla Oracle Arena e mantenere l'imbattibilità in campionato. La solita festa dei ragazzi della baia che si divertono a suon di intensità difensiva, contropiede e triple a raffica. Il parziale del primo tempo è devastante per il 99% delle squadre statunitensi, e Danilo Gallinari e soci non fanno eccezione alcuna: 40-23 al termine dei primi 12', 74 (si, 74) allo scoccare della sirena dell'intervallo lungo. La rimonta ospite si ferma a 10 punti e 4 minuti dall'impresa.  

120" secondi è durata la resistenza dei Nuggets, che dopo i canestri di Gallinari e Faried (7-4 Warriors con 5 di Klay Thompson), si sono progressivamente spenti davanti alla consueta pioggia di triple (17/37 per il 46% a fine gara) piovuta a San Francisco. L'aspetto preoccupante per gli ospiti è che fino al 21-10, firmato da Ezeli e Barnes (rispettivamente 6 e 10 punti), il tabellino dell'MVP della scorsa regular season recitava ancora 0. Di li a poco, Curry si è preso la scena, piazzando quattro dei suoi sette tentativi da oltre l'arco che hanno sancito il 40-23 finale del primo intervallo, mentre l'italiano predicava nel deserto con 9 personali. 

Lo show dei padroni di casa è proseguito anche nel secondo quarto, quando le conclusioni pesanti dei vari Barbosa, Green ed ancora Barnes hanno dilatato il vantaggio fino al 55-25, grazie da un parziale in 6' di 15-2. Denver ha definitivamente mollato la presa, anche se l'aggressività dei padroni di casa è inevitabilmente calata, dando il via ad un lunghissimo garbage time che è proseguito fino alla sirena conclusiva. Gallinari, ciononostante, ha proseguito perforando la retina avversaria ripetutamente, dalla distanza come dalla lunetta, chiudendo il primo tempo a quota 19, prima di prendersi una pausa in vista delle prossime gare nella ripresa. 

L'azzurro è stato l'unico in casa Nuggets a metterci grinta e cattiveria agonistica noncurandosi del risultato che recitava il tabellone nella prima frazione, mentre nella ripresa, compice il vistoso blackout dei padroni di casa un ritrovato Faried, Barton ed Harris hanno portato gli ospiti fino al -10 a 3'44" dal termine grazie alla tripla di Nelson (94-104). Tutto troppo tardi però, visto che Harrison Barnes ha chiuso la contesa con 5 di fila firmando il ventello di serata. 

Questa l'analisi del 30 dei Golden State Warriors: "Sento di avere più esperienza e di essere un giocatore migliore rispetto allo scorso anno. Questo è l'obiettivo per il momento, migliorare gara dopo gara, anche se la strada da fare è ancora molto lunga. Mi piace la nostra mentalità attualmente, non c'è nessuno che si ritiene soddisfatto di quanto fatto fino ad ora. Abbiamo fatto una grande prestazione per 24 minuti e tenuto alla fine. E' la NBA, può capitare, ma dobbiamo e possiamo giocare meglio". 

Gli fa eco coach Luke Walton, che sostituisce come al solito Steve Kerr sulla panchina dei Campioni in carica: "E' fisiologico avere un calo, soprattutto se sei a questo punto all'inizio di una lunga stagione. E' nostro obiettivo preparare al meglio i ragazzi a tutto e sono loro stessi a volerlo fare al meglio possibile migliorando rispetto alla scorsa stagione. E dal mio punto di vista, lo stanno già facendo. Ne parlano sempre, vogliono sempre migliorare, vogliono vincere ancora. Non sono affatto contenti di quello che hanno attualmente".