La notizia era nell’aria già dagli ultimi giorni di preseason, ma lo scorso sabato è diventata ufficiale: i Dallas Mavericks tagliano il centro Samuel Dalembert. Le motivazioni che hanno portato all’esclusione dal roster del 34enne haitiano sono molteplici.

In primis è da considerare l’esplosione del rookie ventinovenne Salah Mejri, che ha sorpreso tutta la franchigia texana e l’NBA in genere con le sue prestazioni nei match di preseason. Inoltre, Cuban ed il suo front office potrebbero risparmiare un milione e mezzo di dollari annui (pochi in realtà, il minimo salariale) ed allo stesso tempo lasciare più minutaggio a Zaza Pachulia e JaVale McGee, due giocatori che hanno bisogno di stare in campo il più possibile per accumulare ritmo e fiducia.
Mejri invece prenderà il posto di Dalembert in rotazione, donando alla causa minuti e soprattutto fisicità sotto canestro (è il più alto in roster con i suoi 216 cm) partendo dalla panchina.
Altro candidato alla ripartizione di minuti nella posizione di centro è Jeremy Evans, che potrebbe offrire a Rick Carlisle l’opportunità di schierare uno sperimentale quintetto molto piccolo provando a sfruttare il fuoco dei tiratori dall’arco ma anche a concedere più spazio a Nowitzki sotto al ferro. Questa ipotesi potrebbe essere valida soprattutto nella prima parte di stagione, con molte franchigie ancora in rodaggio e McGee ancora non al meglio per via dell’infortunio al ginocchio sinistro.

Insomma, per il ruolo di numero cinque con tutti in salute ottimale la rotazione dovrebbe essere divisa tra Pachulia e McGee, con un numero ancora imprecisato di minuti (interessante come andrà a definirsi questa quota durante la regular season) per gli esperimenti con Evans e Mejri.
Zaza è un gran passatore, JaVale riesce ad aprire bene gli spazi e a sfruttare la sua esplosività, ed entrambi possono portare un buon contributo a rimbalzo. In difesa però, il gioco rischia di non valere la candela. Con il sogno Deandre Jordan sfumato proprio sul più bello (dramma sportivo che ha inevitabilmente condizionato e condizionerà ancora l’intera stagione dei Mavs), la protezione del proprio ferro potrebbe diventare un problema spinoso per gli uomini di Carlisle.
Nessuno sarebbe sorpreso se, qualora le cose non dovessero girare a dovere nel reparto lunghi di Dallas, il front office texano ricorresse ad una rivoluzione (più o meno radicale) per cercare di arrivare ad un centro già affermato e di grande prospettiva. E pensare che solo pochi mesi fa Tyson Chandler (ora accasato a Phoenix) ricevette il benservito proprio da Cuban e Carlisle…