La stagione Nba riparte stanotte con la sfida tra i Chicago Bulls e i Cleveland Cavaliers di LeBron James. Già, LeBron James. Dopo una serie finale contro i Golden State Warriors in cui si è preso la squadra sulle spalle - anche a causa delle assenze di Love e Irving - giocando oltre 44 minuti a partita, il Prescelto ha deciso che è arrivato il momento di ascoltare il suo corpo e di risparmiarsi - nei limiti del possibile - per giungere in condizioni fisiche ottimali negli ultimi due mesi di stagione, tra playoff e Finals, quando si comincerà a fare sul serio per la lotta al titolo.
La tredicesima stagione Nba di James, alla soglia dei 31 anni, sarà dunque diversa dalle precedenti. Gli acciacchi dell'età, e un'usura derivante da un decennio di pallacanestro giocato senza sosta ad altissimi livelli, gli consigliano ora di gestire differentemente il suo impegno in regular season. Secondo quanto riportato da Brian Windhorst per Espn, il numero 23 di Cleveland non avrebbe ancora dimenticato i segni lasciati dalla sconfitta patita alle ultime Finals, quando fu sottoposto a uno sforzo fuori dal comune per provare a condurre alla vittoria i suoi Cavs. Fallito quell'obiettivo, LeBron ha trascorso l'estate a programmare la nuova annata, con l'intento - già manifestato a coach David Blatt - di limitare il suo minutaggio ben sotto i 40 minuti a gara durante la stagione regolare anche perchè nel frattempo sono sopraggiunti fastidi alle ginocchia e alla schiena, curati recentemente con infliltrazioni e antiinfiammatori. Si spiega anche così lo scarso utilizzo di James durante una preseason di certo non esaltante per i suoi Cavs. Ma ora il leader di Cleveland vuole che i suoi compagni di squadra dimostrino di saper giocare con autorevolezza anche senza di lui, in modo tale che ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Senza dubbio i primi mesi di regular season vedranno una squadra che dovrà dipendere meno da James, in attesa del rientro di Kyrie Irving, sperando che Kevin Love ritorni sui suoi standard dei tempi di Minneapolis. Dovrebbe esserci dunque maggior spazio per giocatori quali Richard Jefferson e James Jones, anche perchè il recupero di Shumpert appare ancora lontano. Ma in una Eastern Conference che non ha al momento neanche sulla carta una vera avversaria per Cleveland, una partenza al rallentatore non impensierirebbe più di tanto i Cavs, mai come quest'anno decisi ad arrivare al 100% di forma per l'inizio della postseason. Lo dimostrano le dichiarazione di Jones, intervuto sull'argomento: "LeBron sa quanto è importante per la nostra squadra ma, come tutti i grandi giocatori, ha capito che deve adattarsi ed evolersi se vuole rimanere ad altissimi livelli anche superati i trent'anni. Piuttosto che dare tutto per l'intera stagione, si può scegliere di gestirsi come hanno già fatto grandi campioni - penso a Tim Duncan su tutti - che hanno trovato un modo per allungare la propria carriera mantenendo standard di gioco elevati. Una vittoria in una partita di regular season è importante, ma LeBron ha capito che lo è di più essere in buone condizioni fisiche durante tutto l'anno".
"Posso guidare questa squadra, ma non trascinarla - le parole eloquenti di James - d'altronde ora abbiamo diversi giocatori in grado di essere d'aiuto. Hanno capito che è giunto anche il loro momento". A Independence, facility dei Cavs, sussurranno che il primo destinatario di queste dichiarazioni sia Kevin Love, il californiano che proprio LeBron ha stimolato per un'estate intera, nella speranza che possa finalmente sentirsi importante per una squadra che ha bisogno di trovare un'alternativa al suo giocatore più rappresentativo.