“Da quando sono qui devo ammettere che questi sono indubbiamente i migliori Clippers”. Non ha dubbi DeAndre Jordan, intervistato ieri nell’ambito della tournèe cinese dei Los Angeles Clippers. A chi gli ha chiesto cosa potrebbe aggiungere alla squadra un giocatore come Paul Pierce, Jordan ha risposto: “Leadership da veterano e mentalità vincente. Paul è già stato alle Finals e sa cosa significa. Siamo pronti a lottare per l'anello. Possiamo davvero andare lontano, almeno fino a dove ci porterà la nostra volontà, ma sono sicuro del talento di questa squadra. Solo il cielo è il nostro limite”. Il gigante originario di Houston ha poi continuato parlando del restyling della sua franchigia (“le nuove divise mi piacciono molto, credo fosse giunta l'ora di cambiarle, ed anche il logo è bellissimo”) e dei suoi avversari diretti, in particolare DeMarcus Cousins e Marc Gasol, definiti come “i giocatori più difficili e duri da marcare. A causa della loro stazza principalmente e poi per il loro gioco offensivo. Sono fortissimi sia spalle che fronte a canestro. Due giocatori completi. Ma ho lavorato molto anch'io, durante l'offseason, sul mio gioco offensivo per migliorare nei movimenti e nel fisico. Se starò bene voglio essere nuovamente il miglior rimbalzista della Nba. E ovviamente mi sono allenato tanto sui tiri liberi”).
Ma il numero sei dei Clips ha anche parlato di fisico, allenamento ed alimentazione, scherzando sul suo compagno di reparto Griffin: “Per prima cosa credo di essere stato fortunato ad avere questo fisico. Ma per essere sempre in forma cerco di essere molto idratato e di mangiare cibo sano. Mangio molta pasta, in particolare pasta di riso e proteine. Negli allenamenti di Rivers si fanno molti esercizi di tiro, schemi offensivi e difensivi. Mi capita sempre di essere in squadra con Blake Griffin. Per questo non sono mai riuscito a stopparlo”. La chiosa, infine, è arrivata con una previsione per il futuro: “Sono stato scelto al secondo giro del draft, per cui la mia carriera è stata una battaglia fin dall'inizio. Come giocatore voglio continuare a lavorare così: quando avrò finito, potrò voltarmi e vedermi come giocatore completo”.
Una settimana fa sono arrivate anche le parole di Carmelo Anthony, superstar in discussione dei New York Knicks, intervistato da ESPN. “Sono tornato, sto bene. Mi sento di nuovo me stesso. Mi sento bene sia fisicamente che mentalmente, esattamente come prima dell’infortunio. Non vedo l’ora di ritornare in campo, questo è il mio pensiero fisso da Febbraio”, ha detto Melo parlando della sua operazione al ginocchio sinistro dello scorso inverno. Successivamente, dopo essersi detto contento del rafforzamento operato dalla franchigia dopo la peggiore stagione di sempre (17-65 il record della regular season 2014-2015), ha affermato un po' a sorpresa: “Cercheremo di vincere il titolo. La gente potrà non crederci, ma il nostro obiettivo sarà sempre quello di vincere il titolo. Riuscirci o no dipende da noi.”
La differenza tra essere ottimisti e predicare nel deserto è sottile. Ma la storia ci ha insegnato che Carmelo Anthony non parla mai a sproposito.