Anche se il giorno del tip-off ufficiale è ancora lontano pressappoco un mese, è tempo di presentazioni in Nba. All'interno del Media Day, durante il quale tutte le squadre della nazione si sono presentate al pubblico dichiarando ambizioni e propositi per il nuovo anno, c'è spazio anche per un gradito ritorno, in particolare ad El Segundo. Sebbene a Los Angeles tutti i pronostici vedano come favorita nella corsa alla postseason e non solo i Clippers di Rivers e Paul, tutte le attenzioni del giorno di presentazione erano rivolte verso il club pluri-titolato gialloviola: obiettivo principale, ovviamente, il ritorno di Kobe Bryant. Chiaramente sfigurano, al cospetto dell'ingresso tanto atteso del 24, i nuovi arrivi Lou Williams, Brandon Bass e Roy Hibbert, il rookie D'Angelo Russell e perfino il ritorno di Metta World Peace, al secolo Ron Artest. Insomma, ci sono tutti e le intenzioni dei Lakers sono quelle, ovviamente, di tornare ai fasti di un tempo (o almeno di provarci).

Il giorno di 'raduno' dei Lakers è servito anche per ritrovare una vecchia conoscenza, Metta World Peace, che dalla stagione dell'ultimo anello ha errato in giro per il mondo, passando dalla Cina prima e da Cantù nella scorsa stagione. Campo, ma non solo: è ufficiale, in casa gialloviola, l'arrivo nel coaching staff di Byron Scott di una leggenda vivente come James Worthy, che coaduiverà il l'head coach, concentrandosi ovviamente sul pacchetto lunghi della squadra (Hibbert, Randle, Bass, Kelly e Nance Jr). A tal proposito, le dichiarazioni di Mitch Kupchak di presentazione: "James è stata una delle migliori ali che abbia mai preso parte in questo gioco. Crediamo che sarà una grande aggiunta al coaching staff già presente e che svolgerà un grandissimo lavoro con i nostri lunghi. Siamo orgogliosi e fortunati nel dare a lui il bentornato nella nostra organizzazione".

"All eyes on Kobe", dicevamo. Ed il Black Mamba, come da uso e costume in questa giornata, non si è sottratto alle domande dei cronisti. Un Kobe chiaramente sorridente, apparentemente sereno, quello che si appresta a tornare in campo per vivere, forse da protagonista, la sua ventesima stagione della sua immensa carriera. L'analisi di Bryant parte da un aspetto fondamentale in vista di questa nuova stagione: "Nelle scorse annate, siamo arrivati ad un punto nel quale della stagione dove mostravamo al nostro pubblico che le gare non significavano nulla per noi. E per noi deve è stata una sensazione orribile da avere. Sono sicuro che questa stagione non ci saranno problemi di questo tipo. Arriveremo nel momento cruciale della stagione nel quale ci giocheremo partite che avranno un'importanza e che saranno decisive per la qualificazione ai playoff". Sul suo ruolo, che non è ancora sicuro sarà quello di guardia o di ala piccola, Kobe interviene a gamba tesa: "Ho giocato ala piccola per tutta la mia carriera, non ci saranno problemi". Sul suo stato di salute e sul suo recupero: "Ho lavorato duramente durante l'estate per essere in grado di giocare ad un altissimo livello, senza tener conto se dovrò giocare 30 o 48 minuti. Sono preparato a fare qualsiasi cosa sia necessaria, questo è il mio lavoro. Quante partite mi aspetto di fare? Mi aspetto di giocarle tutte. Sono qui per giocarne 82 e questo è il motivo per cui sono qui".

La parola passa, successivamente, al coach Byron Scott, che analizza così diversi aspetti, a partire dall'acquisto di James Worthy nel suo staff, e chiudendo con Kobe, passando inoltre dagli obiettivi che si prefissano i Lakers, sul ritorno di Ron Artest ed infine sui nuovi giocatori: "Worthy? Abbiamo uno dei migliori giocatori di post che abbia mai giocato, ci darà una grande mano. L'obiettivo? Il nostro fine è sempre stato quello di vincere il campionato e non è affatto cambiato. I giovani? Non hanno molto tempo per crescere, abbiamo una partita il ventotto di Ottobre. Cosa ho visto in Metta? Un ragazzo in gran forma ed ancora estremamente tosto e motivato. Kobe? Mi aspetto che giocherà alla grande, che sia Kobe".

Infine, qualche battuta anche da parte di Metta World Peace, che torna ai Lakers dopo il suo addio nel 2013. Le prime parole dell'ex Ron Artest riguardano le motivazioni del ritorno: "Beh, quando vedi che le persone parlano di te come se la tua carriera stesse finendo, mentre nella tua testa resti concentrato, vuoi continuare ad allenarti duro ed a competere, le motivazioni ti spingono a tornare". Suo nuovo ruolo all'interno della squadra: "Sono pronto ad allenarmi duramente, provare ancora a migliorarmi, giorno dopo giorno, per vedere dove posso arrivare. Quest'anno certamente il mio ruolo sarà differente: dovrò farmi trovare pronto anche ad aiutare i giovani ragazzi che sono alle prime armi". E' un Ron Artest mai banale nelle sue dichiarazioni e proseguendo nell'analisi delle sue mansioni, l'ex canturino afferma: "E' una grande sensazione potersi mettere a disposizione dei ragazzi: quando ero giovane c'era Reggie Miller che mi aiutava, quando sono venuto ai Lakers c'era Derek Fisher, c'era ovviamente Kobe, Pau Gasol aveva una grande esperienza e mi hanno aiutato molto a crescere e a diventare un vincente. Adesso questa mentalità la devo trasmettere ai giovani dal primo giorno perché il nostro obiettivo è la vittoria: ecco cosa sono venuto a fare qui".