Un’Olimpiade, cinque Campionati del Mondo, otto edizioni degli Europei, cinque Giochi del Mediterraneo: queste le vittorie della Jugoslavia nella sua storia, a cui vanno aggiunte una miriade di medaglie d’argento e di bronzo, che non varranno come un trionfo, ma sono la misura di quanto di buono sia stato fatto a livello cestistico nei balcani durante il XX secolo.
Una tradizione, quella balcanica, sempre vincente, resa tale da leggende del mondo del basket, a partire da Kresimir Cosic e Drazen Dalipagic, passando per talenti del calibro di Delibasic, Kukoc, Divac, Radja, Bodiroga, Danilovic, Djordjevic, Rakocevic, Stojakovic e Jaric, senza dimenticare il più grande di tutti, colui che veniva definito il “Maradona dei Balcani” o, se preferite, il “Mozart della pallacanestro”, l’indimenticato e indimenticabile Drazen Petrovic.
Vedendo questi nomi, pensando a queste vittorie, viene subito in mente una domanda: cosa farebbe una ipotetica nazionale jugoslava ai giorni d’oggi, magari in questa edizione degli Europei? La risposta, che mai può essere semplice considerando che si sta ragionando ‘sulla carta’ e non in base a qualcosa di visto con i propri occhi in campo, potrebbe essere questa: podio. E come potrebbe non esserlo, considerando la tradizione, la grinta e la tecnica dei giocatori della scuola balcanica?
A questo punto sembra ancora più interessante provare a capire quale potrebbe essere il roster di questo team, una selezione ‘All-Star’ che pesca i propri giocatori tra Croazia, Bosnia, Slovenia, Serbia e Macedonia, le squadre ex jugoslave che hanno preso parte a questa edizione degli Europei.
Considerando le prime prestazioni a cui abbiamo assistito fino ad ora, i possibili 12 della ‘Jugoslavia’ potrebbero essere questi: Vlado Ilievski, Milos Teodosic, Nikola Kalinic, Bogdan Bogdanovic,Nemanja Bjelica, Miroslav Raduljica, Ante Tomic, Dario Saric, Mario Hezonja, Bojan Bogdanovic, Zoran Dragic e Klemen Prepelic. Tutti nomi altisonanti, che potrebbero portare a casa una medaglia senza grandi sforzi. Senza contare, tra l’altro, che fuori rimarrebbero (come successo nella realtà per infortunio) giocatori del calibro di Goran Dragic, Pero Antic e Mirza Teletovic, che durante l’ultima stagione hanno tutti militato in NBA.
Come allenatore, non considerando fenomeni della panchina come Želimir Obradović (8 Coppe dei Campioni, un oro europeo e uno mondiale) e Dusan Ivkovic (2 Coppe dei campioni, 3 Europei e un mondiale), ci sarebbe l’attuale coach della Serbia e del Panathinaikos Sasha Djordjevic, che, dopo una super carriera da giocatore (un Mondiale, tre Europei, una Coppa dei Campioni e tre Coppe Korac, più l’MVP di EuroBasket 1997), si sta segnalando come uno dei migliori allenatori del panorama internazionale (argento agli ultimi mondiali).
Come noto, la storia non può essere fatta nè con i ‘se’ nè con i ‘ma’, ‘ma se’ ci fosse ancora la Jugoslavia, questo è certo, ci staremmo divertendo un mondo (forse ancora un po’ di più) a seguire questi Europei.