Dopo oltre un mese di preparazione agli Europei di pallacanestro edizione 2015, era febbrile l'attesa per l'esordio dell'ItalBasket contro la Turchia a Berlino. Gli azzurri hanno confermato quanto già mostrato nelle amichevoli di agosto, in cui si era palesata una fragilità difensiva troppo accentuata per il livello dell'Europeo e una capacità realizzativa al contrario forse mai eguagliata nella storia della nazionale.

Il debutto contro gli avversari turchi è stato condizionato da un avvio choc. Troppo presto sotto di ben sedici lunghezze, gli azzurri hanno provato a inscenare una rimonta che si è però fermata sull'ultimo tiro libero di Danilo Gallinari a una decina di secondi dal gong finale. Il primo tempo è stato complessivamente modesto per gli uomini di Pianigiani, imbarazzanti nella difesa individuale e collettiva. Grandi talenti come Ilyasova e Osman hanno messo a nudo limiti e difetti già noti, battendo i propri avversari già dopo il primo palleggio. Gentile, Cinciarini, Hackett e Belinelli hanno concesso troppo spazio agli attaccanti turchi, arrivati al ferro con una facilità disarmante. In un simile contesto tecnico, anche dei buoni aiuti difensivi (comunque assenti, e non c'è la notizia) non avrebbero evitato i canestri comodi di Dixon (o Muhammed, secondo la nuova carta d'identità) e compagni. Se a ciò si aggiunge la consumata tendenza a distrarsi nella propria metà campo (Gallinari sorpreso più volte da Ilyasova nella prima frazione), oltre alla valanga di rimbalzi offensivi concessi agli avversari, è addirittura sorprendente che l'Italia sia giunta a giocarsi punto a punto il finale in volata.

La Turchia ha giocato una pallacanestro essenziale, senza fronzoli superflui, ma con un'intensità notevole. Individuato in Bargnani l'anello (più) debole della catena difensiva azzurra, Ataman ha insistito nel pick and roll centrale tra Dixon e Erden, parso oggi il gemello forte di quello visto durante la sua fugace esperienza Nba. Simone Pianigiani è partito con il quintetto delle ultime uscite, composto da Cusin unico lungo di ruolo, e da Gallinari, Gentile, Belinelli e Cinciarini a rendere folto il reparto esterni. Proprio Cinciarini è sembrato subito spaesato, fuori dalle partita sui due lati del campo, al punto da essere ben presto rimpiazzato da Hackett, titolare del ruolo di playmaker per il resto della partita, nonostante i problemi di falli. Anche l'attacco ha inizialmente battuto in testa, con palle perse in sequenza e tiri affrettati presi dopo un solo ribaltamento senza cercare un gioco interno che avrebbe modificato il panorama tecnico fronteggiato dagli avversari. Dopo un avvio da film dell'orrore, i ragazzi italiani hanno avuto però il merito di tornare in partita, prima con i nervi e poi con sprazzi di buona pallacanestro.

Il secondo tempo è stato uno show personale di Danilo Gallinari, ben al di là degli oltre trenta punti segnati, con un contributo difensivo e di leadership che ha trascinato i compagni verso una rimonta insperata. Sono infatti bastati quattro-cinque possessi difensivi decenti per consentire agli azzurri di rientrare in scia, con Belinelli, Gentile e Bargnani a dimostrare come mettere a referto punti con regolarità non sia un problema per questa nazionale. Il talento offensivo è stato però ancora una volta svalutato dal lavoro compiuto nella metà campo difensiva: i rimbalzi concessi a Erden e Ilyasova, oltre a un tiro con metri e metri di spazio del gioiellino Osman hanno più volte rinviato l'appuntamento con l'aggancio, sfumato poi nel finale con l'unico tiro dalla lunetta fallito dal Gallo. Da un punto di vista individuale, da sottolineare la scarsa vena del capitano Gigi Datome (reduce da un infortunio) e il relativo impatto dalla panchina del Mago Bargnani: pregi e difetti del romano sono ormai noti, al c.t. non resta che decidere se puntare o meno su di lui, anche perchè un impiego a scartamento ridotto non sembra essere la soluzione al problema. Un Belinelli nervoso ha alternato giocate da campione a pause che la Nazionale non può concedergli, mentre Hackett e Melli si sono dimostrati più utili alla causa dei loro omologhi Cusin e Cinciarini. Alessandro Gentile è invece parso intimidito ad inizio gara per poi salire di colpi nel secondo tempo, dando la sensazione che possa essere proprio lui l'uomo in più nel prosieguo della manifestazione.

Detto di un Gallinari superlativo in attacco, tra tiri da tre e in avvicinamento, e con un impatto decisivo quanto a personalità e leadership, restano i dubbi sulla capacità di giocare insieme di un gruppo di talento ma forse male assortito. Ora sulla strada degli azzurri c'è l'ostacolo Islanda, in un Europeo che si è fatto subito in salita.