In questa torrida estate di free agency Nba i San Antonio Spurs hanno cambiato molto rispetto alle abitudini della casa. Certo, sono rimasti Duncan e Ginobili, ma il paesaggio tecnico intorno a loro si è modificato parecchio. Tra i lunghi via il brasiliano Splitter, titolare del ruolo di centro nel quintetto di Popovich nelle ultime stagioni ma reduce da un'annata travagliata causa infortuni di vario tipo (schiena e polpaccio più volte sofferenti). L'ex numero 22 in neroargento garantiva quella fisicità di cui gli Spurs necessitavano soprattutto nella metà campo difensiva. Anche il suo alter ego Aron Baynes, autore di una buona regular season, centro australiano più fisico che tecnico, ha abbandonato il Texas per accasarsi ai Detroit Pistons. Sono invece rimasti alla corte dello staff tecnico di San Antonio il veterano Matt Bonner, specialista del tiro da tre punti,e il francese Boris Diaw, geniale e discontinuo giocatore di pallacanestro, capace di cambiare volto a una partita Nba a suon di passaggi, movimenti improbabili e canestri d'autore.
Sono invece entrati nel roster dei campioni 2014 il ricercatissimo LaMarcus Aldridge e il 35enne David West, ingaggiato al minimo salariale per condividere un'ultima cavalcata verso il titolo. Si è molto discusso intorno all'arrivo di Aldridge a San Antonio: oggetto del desiderio di Lakers, Mavericks, Heat, Knicks e Clippers, l'ex stella di Portland è stato convinto da Gregg Popovich ad accettare l'offerta del general manager R.C. Buford. Con Aldridge in quintetto gli Spurs sembrano rinunciare definitivamente ad avere in campo un centro propriamente detto, nonostante Duncan giochi da anni sostanzialmente in quella posizione. Posto che è ormai difficile, nell'Nba del 2015, catalogare i giocatori secondo una posizione piuttosto che un'altra, di certo il 30enne LaMarcus non ha mai amato troppo giocare sotto il canestro avversario, preferendo piuttosto costruirsi un tiro dalla media distanza - suo marchio di fabbrica - oltre che ampliare il suo raggio di shooting nelle ultime stagioni a Portland.
Ecco perchè sarà tutto da verificare l'impatto di Aldridge sul gioco offensivo di San Antonio: mentre ai Blazers molti possessi in attacco erano chiamati per lui, spesso in isolamento, agli Spurs la situazione si preannuncia molto diversa. I neroargento versione 3.0 che abbiamo ammirato dal 2011 in poi muovono velocemente la palla in attacco, sfruttano al meglio i vantaggi derivanti da più pick and roll giocati consecutivamente, e costruiscono generalmente un tiro in ritmo, da tre o da due punti fa la giusta differenza. In certe situazioni Aldridge potrebbe anche piazzarsi oltre la linea dell'arco (da sempre fondamentali per gli Spurs i tiri da tre del secondo lungo, mancati da Diaw nel primo turno dei playoff 2015) per esaltare le proprie doti balistiche. Ancora, più volte San Antonio ha giocato nel corso delle partite un fantastico alto-basso tra Duncan e Splitter (ma anche con Parker e Ginobili), approfittando del ruolo di splendido facilitatore del caraibico. Aldridge dovrà dunque cercare di inserirsi in questo contesto, un ingranaggio i cui meccanismi sono oliati perfettamente, provando anche ad avvicinarsi al ferro, movimento peraltro già sperimentato nell'ultima stagione ai Blazers, quando spesso è stato affiancato da Meyers Leonard, centro solo nominale in attacco, in assenza del più esperto Robin Lopez.
L'impatto di LaMarcus nel sistema dei texani sarà fondamentale per le velleità di titolo di una franchigia da vent'anni abbonata ai playoff. Altro elemento chiave della prossima stagione sarà il rendimento di Tony Parker: frenato dagli infortuni nello scorso maggio, il franco-belga era e rimane determinanante per le sorti dei suoi compagni di squadra. La sua capacità di penetrare dopo il pick and roll (molto scemata nel 2014-2015) è spesso il punto di partenza dell'attacco degli Speroni e contemporaneamente il problema principale delle difese avversarie, sballottate a destra e a manca dal vorticoso movimento di palla degli uomini di Popovich. Aldridge e Parker, dunque. Ma anche Duncan e Ginobili, fuoriclasse senza età dalla classe infinita. Senza dimenticare il reparto esterni, con Kawhi Leonard ormai elevatosi al rango di superstar (il suo nuovo contratto lo attesta) e Danny Green nel ruolo di atletico difensore e tiratore piazzato. Infine a San Antonio potranno contare sul contributo dell'elettrico Mills e sulla freschezza di Kyle Anderson e del nuovo arrivo Ray McCallum (subentrato a Joseph), con Fredette sullo sfondo, non ancora certo del suo destino texano.
Gli Spurs sono stati incoronati dagli addetti ai lavori re del mercato Nba 2015, ma nessuno come loro ha dimostrato quanto conti essere al top verso maggio e giugno, smentendo stagione dopo stagione chi li dava per finiti solo pochi mesi prima.