Sacramento, Chicago, New Orleans. E ora (forse) San Antonio. Sono queste le tappe dell'avventura Nba di Jimmer Fredette, ventisei anni da Glens Falls, non lontano da New York. Giocatore di culto del basket collegiale con la maglia di Brigham Young, è stato poi scelto al Draft del 2011 con la decima moneta dai Milwaukee Bucks, che lo hanno immediatamente girato ai Kings in una trade post-lotteria. Fredette ha firmato nelle ultime ore un cosiddetto "training camp deal" con i San Antonio Spurs, vale a dire un accordo vincolante sino alla fine del camp di preparazione alla regular season. Tiratore eccellente, gli Speroni texani vorrebbero quindi verificare la possibilità di inserirlo nel loro roster per la prossima stagione.

Assurto agli onori delle cronache nazionale durante il suo quarto anno al college (28,2 punti di media) tra i mormoni dello Utah (lo stesso Jimmer ne ha abbracciato la religione) e diventato una vera e propria star del basket NCAA, le aspettative riposte in Fredette sono state sinora deluse. Al termine di due anni e mezzo ai Sacramento Kings, dove non ha praticamente visto il campo, e quando ha giocato non ha visto il pallone, il giovane Jimmer si è trovato catapultato nel più puro e insignificante anonimato Nba, finendo per essere sballottato prima alla corte di coach Thibodeau ai Chicago Bulls per il finale della stagione 2014, poi ai New Orleans Pelicans del nuovo fenomeno Anthony Davis. In entrambe le avventure l'ex Brigham Young ha messo insieme numeri deprimenti: 50 apparizioni per la squadra della Lousiana, pochissimi minuti a disposizione, 3.6 punti di media e una percentuale al di sotto del 40% per i tentativi dal campo. Anche il non irresistibile back-court dei Pelicans (Eric Gordon, Jrue Holiday, Tyreke Evans i principali compagni di reparto) è sembrato un ostacolo troppo alto da superare per il buon Jimmer, mai preso davvero in considerazione da coach Monty Williams.

Ora, per una serie di congiunzioni astrali favorevoli, gli si presenta l'opportunità della vita: convincere una franchigia d'elite come i San Antonio Spurs di poter essere un ingranaggio del loro sistema ed entrare a farne parte in qualità di tiratore scelto. Secondo quanto riportato da Mark Stein per Espn, i texani sarebbero intrigati dalla possibilità di ingaggiare Fredette, che andrebbe idealmente a sostituire Marco Belinelli nel ruolo di shooting guard che esce dalla panchina. Eppure la concorrenza in casa Spurs è da far tremare anche i più esperti tra gli specialisti Nba: il titolare della posizione di numero due è Danny Green, cui è stato appena rinnovato il contratto, mentre un certo Manu Ginobili avrà sempre quindici-venti minuti a partita a sua disposizione. Senza dimenticare il giovane Kyle Anderson, Mvp della Summer League 2015, sul quale Becky Hammon, componente dello staff tecnico di Popovich, ha dichiarato di voler puntare. Considerando anche l'australiano Patty Mills e il nuovo arrivato Ray McCallum, gli spazi per un possibile inserimento in neroargento di Jimmer sembrano davvero limitati, a meno che non lo si voglia provare come playmaker di scorta, o meglio come giocatore che porta la palla nell'altra metà campo per poi spaziarsi sul perimetro.

Fredette ha appena postato una foto sulla sua pagina Facebook che lo ritrae all'interno della facility degli Spurs, ringraziando tutta l'organizzazione di San Antonio per avergli concesso un'opportunità del genere. Ora però starà a lui convincere Gregg Popovich di meritarsi un posto nel roster, in un vero e proprio bivio che potrebbe orientarne la carriera.