Quale sarà l'impatto del nuovo coach Billy Donovan? Come Kevin Durant e Russell Westbrook riusciranno a trascinare i compagni di squadra nella corsa verso il titolo Nba? E ancora, cosa farà KD al termine della stagione 2016, allorquando scadrà il suo contratto con i Thunder? Sono solo alcuni degli interrogativi che aleggiano intorno a Oklahoma City, reduce da un'annata disgraziata, fuori dai playoff e appena investita dal cambio di allenatore. Addio a Scott Brooks, coach storico dei giovani Thunder, dentro Billy Donovan, per dieci anni alla guida dei Florida Gators nel campionato collegiale (con Monty Williams, appena sostituito da Alvin Gentry a New Orleans, a fargli da secondo). Il general manager Sam Presti ha atteso a lungo prima di esonerare il criticatissimo Brooks, in possesso di una lista infinita di alibi, ma evidentemente non più difendibile dopo l'esclusione dalla passata postseason.
Donovan, la cui nomina si pone nel solco della tendenza a far spazio ad allenatori collegiali in grandi squadre (vedi il caso Brad Stevens a Boston), avrà il compito di far tornare competitivi i Thunder, giunti in finale nel 2012 e poi mai più capaci di ripetere quell'exploit. Da quella serie persa contro i Miami Heat di LeBron James tante cose sono cambiate ad Oklahoma City: l'addio di James Harden, gli infortuni in serie che hanno colpito prima Ibaka, poi Westbrook e Durant hanno minato la continuità di un team che è parso ai più in parabola discendente negli ultimi anni. Problemi fisici a parte, i Thunder non hanno mai mostrato miglioramenti a livello tattico: dall'estate di tre anni fa ad oggi la squadra non ha modificato di molto il suo gioco, incentrato sulle scorribande di Westbrook e sulle giocate da fenomeno dell'Mvp della stagione 2014. Venuti a mancare entrambi causa infortuni, OKC ha dovuto fare i conti con una partenza ad handicap nello scorso autunno, non esistendo un sistema di gioco in grado di attutire assenze così importanti. Naturale che senza due All Star di quel calibro la squadra abbia fatto enorme fatica, meno che non ci fossero dei punti di riferimento tattici cui aggrapparsi in momenti tanto difficili.
La regular season che inizierà a fine ottobre (a proposito, il calendario Nba verrà stilato in agosto) rivedrà finalmente insieme Westbrook e Durant, coppia dai numeri eccezionali ma dalla discussa compatibilità. Le prestazioni da annali offerte dal playmaker da UCLA nella seconda parte della scorsa stagione non potranno di certo essere dimenticate: per tutto il 2015 OKC è stata la squadra del numero zero. Esuberante sino ai limiti dell'incoscienza, Westbrook ha ammassato triple doppie e cifre da cerchiare in rosso, con il suo atletismo da Sturm und Drang a dominare la scena della Chasepeake Energy Arena. Ma con il ritorno di KD l'attacco dei Thunder dovrà necessariamente trovare un equilibrio diverso, anche per coinvolgere gli altri componenti del roster che finiranno nelle rotazioni di Donovan: Augustin, Singler, Ibaka, Waiters, Adams, tutti tasselli di un mosaico attualmente difficile da comporre.
Durant ha sempre smentito attriti con il suo compagno di backcourt, riservandogli spesso parole al miele, come nel discorso dopo l'incorazione di Mvp della lega. Tuttavia rimangono ancora dubbi sulle capacità di Westbrook di riuscire a razionalizzare il suo gioco, integrandolo con quello del suo partner più accreditato. Non è questione di quanti tiri prenda l'uno rispetto all'altro, bensì di trovare un minimo di continuità offensiva nel sistema dei Thunder. Al nuovo coach l'ardua impresa di far scattare i sincronismi giusti, per riportare in alto un gruppo modificato nelle ultime due stagioni ma ancora di altissimo livello nella pur selvaggia Western Conference di questi anni. I media americani parlano già di una corsa a quattro ad Ovest: Warriors, Spurs, Clippers e appunto Thunder a comporre una virtuale griglia di partenza nella competizione per l'accesso alle Finals.
L'evolversi della stagione 2015-2016 sarà importante anche sotto un altro punto di vista: il contratto di Durant scade infatti nel prossimo giugno, e sono tante le pretendenti già pronte a sfidarsi se KD non dovesse rinnovare il suo rapporto con Oklahoma City. Il Washington Post, a firma Jorge Castillo, ha negli ultimi giorni rilanciato un'ipotesi suggestiva: il ritorno di Kevin nella capitale federale alla corte dei Wizards, dove ad attenderlo ci sarebbero John Wall e Bradley Beal, per comporre un trio giovane e futuribile. Chris Mannix di Sports Illustrated ha invece rilevato come l'Mvp 2014 sia il vero obiettivo di Mark Cuban per rilanciare i Dallas Mavericks dal 2016 in poi, mentre altri rumors giornalistici riferiscono di un interesse dei Clippers e - addirittura - dei Warriors. Che il futuro di Durant dipenda anche dall'esito della prossima cavalcata dei Thunder pare essere certo: un motivo in più per Oklahoma City per cambiare marcia e riportarsi immediatamente nell'Olimpo Nba.