Cosa succede a Miami? E' la domanda che in molti, tra appassionati e addetti ai lavori Nba, si pongono ormai da un anno, da quando LeBron James decise di lasciare la Florida per tornare a Cleveland. Incapaci di reagire in maniera incisiva all'addio del Prescelto, gli Heat sono incappati in una stagione sfortunata, tra infortuni e magagne contrattuali, conclusa tristemente nell'anonimato Nba, senza nemmeno raggiungere i più che appordabili playoff della Eastern Conference.
Che Pat Riley non avesse un piano B per sostituire LeBron - posto che esista un progetto in grado di sopperire alla sua assenza nel breve periodo - lo si era capito quando la scorsa estate l'ex allenatore di Lakers e Knicks aveva rinnovato il contratto a Chris Bosh a cifre iperboliche, prendendo poi sul mercato dei free agent Luol Deng in uscita dai Bulls, protagonista di un'annata da dimenticare. Anche il tentativo di rimediare in corso d'opera acquisendo Goran Dragic dai Phoenix Suns non è servito a rianimare una squadra che, al netto dei propri limiti tecnici, è sembrata più volte spaesata, in preda a clamorosi down psicologici nel corso delle partite.
A Miami dal 2003, è toccato a Dwyane Wade, vincitore di tre titoli in maglia bianca, assumersi la responsabilità della guida della squadra, nonostante i ricorrenti problemi al ginocchio ne stiano limitando da anni il rendimento. Con una media di 21.5 punti e 4.8 assist a gara, Wade è stato il migliore dei suoi nella stagione appena conclusa, anche se il suo minutaggio è calato drasticamente rispetto alle antiche abitudini (31.8). In scadenza di contratto, l'uomo da Marquette ha deciso di esercitare la player out option prevista in suo favore e di diventare quindi free agent. "Era una possibilità - ha dichiarato Wade - tutti sanno che ho sempre cercato di dare il meglio di me stesso per questa franchigia, ma ora è arrivato il momento di fare anche ciò che è piu giusto per me". Il futuro del numero 3 degli Heat non è ancora deciso. Come tanti altri giocatori in questa estate Nba - da James a Love, da Ellis a Lopez - Wade ha deciso di uscire dal contratto per verificare cosa il mercato gli propone.
Il 33enne Dwyane potrebbe rifirmare per Miami un contratto annuale, riservandosi la possibilità di rivedere le cifre dell'ingaggio nel 2016, quando entrerà in vigore il nuovo contratto collettivo che garantirà alla lega maggiori introiti grazie ai diritti televisivi, o decidere di legarsi a vita agli Heat per chiudere in Florida la sua carriera. Naturalmente c'è anche l'ipotesi di un addio, anche se le voci su un interessamento dei Lakers e dei Cavs non hanno condotto al momento a nulla di concreto. Intanto, a sorpresa, gli Heat hanno ricevuto il sì di Luol Deng di restare a Miami anche la prossima stagione (ingaggio da oltre 10 milioni di dollari), nonostante l'arrivo - via Draft - del promettente rookie Justise Winslow da Duke. La coesistenza Deng-Winslow non era stata presa in considerazione da Riley, convinto che il secondo non potesse scendere fino alla chiamata numero 10 nella lotteria del Barclays Center. Miami ha dunque due giocatori che formalmente occupano lo stesso ruolo, anche se dalle parti della American Airlines Arena fanno notare come Winslow possa tranquillamente giocare da numero quattro, grazie alla sua versatilità e al suo atletismo.
Altre incertezze si registrano sul futuro dello sloveno Goran Dragic, da ieri ufficialmente free agent, con gli Heat che sperano di trovare presto un accordo con la loro point guard sulla base di un ingaggio da 7,5 milioni di dollari a stagione. Mentre sarebbero sempre più lontani da Miami Michael Beasley, cui non è stato rinnovato il contratto, e Shabazz Napier, giovane playmaker al secondo anno, per il quale potrebbero aprirsi le porte di una trade.