“With the 11th pick in the 2015 NBA Draft, Indiana Pacers select Myles Turner, from the University of Texas”. Un sogno che si realizza, l’emozione trattenuta a stento da un ragazzone di due metri e undici centimetri che in un attimo si vede passare davanti agli occhi tutta la vita, dagli inizi a Bedford (Texas), passando per il college, fino ai workouts con le più importanti squadre NBA. Tutto questo dopo la chiamata sul palco da parte di Adam Silver, commissioner della National Basketball Association, che, seguendo il rituale, dava il benvenuto nella lega professionistica di basket più importante del mondo al nuovo centro degli Indiana Pacers Myles Turner, colui che, a detta di molti, potrebbe essere la “steal of the draft” di quest’anno.
Reazioni a caldo – Turner, subito dopo aver saputo di essere stato scelto dai Pacers, è apparso molto felice, dicendo al giornalista che lo stavo intervistando “È fantastico essere un Pacer. Sono un fan della squadra, l’Indiana è lo stato del basket, sono molto contento di far parte di questa organizzazione. Essere scelto da una leggenda come Larry Bird è meraviglioso”. Poi proprio Bird, presidente della franchigia, nella conferenza stampa del post Draft, ha esaltato l’ex giocatore dell’Università del Texas, dichiarando: “Penso che potrà diventare un titolare e fare molto bene. Ovviamente è molto giovane e bisognerà aspettare un po’. La sua crescita negli ultimi nove mesi è stata impressionante, pensiamo che dopo l’All-Star break sarà molto meglio di come è ora. Dobbiamo solo avere un po’ di pazienza”. Anche Frank Vogel, allenatore dei Pacers, è rimasto soddisfatto della scelta effettuata, commentando così l’arrivo di Turner: “È giovane, avrà bisogno di tempo. Già da quest’anno pensiamo che potrà contribuire con le sue abilità al tiro e di rimbalzista, questo è il modo in cui vogliamo che giochi. Certamente è un giovane prospetto, però ci sono molte ragioni per essere eccitati”.
L’anno a Texas – Stupire al primo anno di college non è mai facile, ma per Turner non è stato così. 34 partite giocate (di cui 7 da titolare), 10.1 punti, 6.5 rimbalzi e 2.6 stoppate a partita (89 complessive!!) in 22.2 minuti di presenza media sul parquet. Il tutto tirando con il 45% dal campo. Queste cifre gli sono valse il premio di “Big 12 Freshman of the year”, un riconoscimento che in passato è andato, per dirne alcuni, a giocatori del calibro di Kevin Durant, Michael Beasley e Marcus Smart. Un bel biglietto da visita per chi, come Turner, vuole diventare protagonista tra i professionisti.
Cosa ci guadagnano i Pacers – Tiratore, rimbalzista, intimidatore: Myles Turner è tutto questo. L’ex numero 52 dei Longhorns ha quello che vuole vedere un general manager da un giovane prospetto, soprattutto se si tratta di un giocatore di 2 metri e 11 centimetri, un centro puro, ma moderno. Con Hibbert sempre più lontano da Indianapolis, i Pacers si sono garantiti il lungo titolare dei prossimi dieci anni, uno su cui ricostruire la franchigia, insieme al fenomeno Paul George.