Quarantott'ore dopo la tiratissima gara-2 delle Nba Finals, Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors si ritrovano stasera (ore 3 della notte italiana) per un nuovo confronto sul parquet della Quicken Loans Arena per un attesissimo terzo atto della serie finale. L'eco della vittoria dei Cavs in quel di Oakland non ha ancora finito di produrre i suoi effetti mediatici, con la stampa a stelle e strisce prontissima nel glorificare James e nel bollare il suo rivale Curry come inesperto e non ancora pronto per competere a questi livelli.
In soccorso dell'Mvp sono arrivate le parole del suo allenatore, Steve Kerr, che ha dichiarato che "Chiunque può avere una serata storta. Ho giocato e vinto con fuoriclasse del calibro di Michael Jordan e Tim Duncan, anche a loro è accaduto di imbattersi in momenti difficili durante le Finals. E' normale". Il fuoco di fila nei confronti di Steph è stato obiettivamente esagerato, in una ricerca ossessiva di una capro espiatorio per una sconfitta che ha invece svariate spiegazioni, non tutte riconducibili ai problemi offensivi del numero 30 in maglia Warriors. La marcatura di Shumpert e Dellavedova ha certamente influito sul rendimento realizzativo di Curry, ma nessuno a Oakland sembra farne una questione di matchup, preoccupandosi piuttosto di eseguire i giochi offensivi con maggiore velocità e movimento di palla, aumentando il ritmo e i punti derivanti da contropiede e transizione offensiva. Anche una leggenda come Jerry West, Mr. Logo, non pare particolarmente impressionato dai numeri impietosi di gara-2: "Tra tutte le superstar Nba Curry è unico anche perchè sembra davvero che sia rimasto la stessa persona che era prima di esplodere a questi livelli. E' per questo che credo che reagirà facendo tesoro di quanto accaduto".
In casa Cavs l'atmosfera è sicuramente più rilassata, ma nessuno, da David Blatt a LeBron James, si fa illusioni di sorta su un possibile crollo dei Warriors. La prestazione domenicale del Prescelto è stata straordinaria, paragonabile a quella offerta al Garden di Boston in gara-6 della finale di Conference del 2012 contro i Celtics, con i Miami Heat a un passo dall'eliminazione. Ma James sa perfettamente che queste Finals saranno - verosimilmente - ancora molto lunghe e con margini di errore ridotti al minimo. Per questo motivo sta tenendo alta la tensione nello spogliatoio per approcciare in maniera corretta una gara che, complice il lungo viaggio dalla California all'Ohio, presenta insidie che vanno ben al di là di quelle prettamente tecniche.
In molti si attendono degli aggiustamenti da parte di coach Kerr, non tanto in difesa (i suoi hanno concesso agli avversari una percentuale dal campo ben inferiore al 40%) quanto piuttosto in attacco. La priorità è quella di alzare a tutti i costi il ritmo della partita, eventualmente anche ricorrendo al quintetto piccolo, senza Bogut nè Ezeli, con Draymond Green da centro e quattro esterni (Iguodala e Barnes oltre agli Splash Brothers). Le letture offensive dei Warriors saranno decisive, in particolar modo nel pick and roll che coinvolge Gree, chiamato ad effettuare scelte corrette e ad evitare tutti quei turnover che hanno costituito uno degli indici più sintomatici delle recenti difficoltà di Golden State. Tutta da verificare ovviamente la reazione e la voglia di rivalsa di Steph Curry, che spera comunque di poter contare sulla produzione realizzativa del "gemello" Klay Thompson.
Con ogni probabilità David Blatt continuerà nella sua rotazione a sette uomini (l'ottavo, il veterano Mike Miller, ha giocato solo pochi minuti nel secondo tempo di gara-2), con i soli Jr Smith e James Jones ad uscire dalla panchina dei Cavs. Difficile immaginare che Cleveland aumenti il numero dei possessi sul parquet della Quicken Loans Arena, volendo piuttosto controllare il ritmo come già ampiamente dimostrato nei primi due atti della serie. I Cavs si augurano di ricevere un contributo realizzativo più incisivo da Smith e Shumpert, generalmente più coinvolti nelle partite casalinghe, e di continuare a vedere Mozgov dominare sotto i tabelloni con rimbalzi, stoppate e intimidazioni ad avversari in cerca di penetrazioni al ferro.
E' ancora troppo presto per credere che gara-3 sia decisiva nell'economia dell'assegnazione del titolo, ma di certo fornirà risposte importanti sull'andamento tecnico della serie, con i Golden State Warriors impegnati a ritrovare il loro abituale flusso offensivo, e a riprendersi lo status di favoriti che era stato loro assegnato dopo le Finali di Conference.