Se Cleveland esulta, dalla parte opposta, in casa Warriors ci si interroga sulla prestazione da incubo di Steph Curry, ma più in generale di tutta la squadra. Che l'infortunio di Irving abbia fatto mollare leggermente la presa? Forse. Fatto sta che Golden State non sembrava quella di gara 1, con una voglia matta di imprimere il proprio ritmo sin dalle fasi iniziali, leggermente svagata. La pressione oramai è tutta dalla parte di Curry e compagni, che contro il solo LeBron hanno il dovere di vincere questa serie e portare a casa l'anello, ma restano pur sempre una squadra inesperta a questi livelli del tutto vergine a questo tipo di pressione mediatica.
Non vincere una gara casalinga può starci in una serie così equilibrata come una finale Nba, ma non capitalizzare tra le mura amiche quando gli avversari tirano il 38% dal campo può davvero costare caro. I motivi tecnici della sconfitta li riassume, in breve, nella classica conferenza stampa post partita, l'allenatore di Golden State, Steve Kerr: “Può succedere di giocare una gara sottotono. A volte i tiri non entrano, a volte può capitare di non vincere. Cleveland ha difeso molto bene, non solo su Steph. Curry non è riuscito a trovare ritmo, una partita così capita a tutti. Ho visto prestazioni così anche da parte di gente come Duncan o Jordan, nessuno è immune. Dellavedova è un buon giocatore e i Cavs hanno dimostrato già contro Atlanta di poter far benissimo anche senza Irving".
Si passa ai protagonisti del campo, con gli splash brothers delusi dalla prestazione e soprattutto dal risultato della gara. Prende la parola Klay Thompson, autore di una gara offensiva sopra le righe, 34 punti con 14/28 dal campo, che però rimpiange il suo non taglia-fuori difensivo nell'ultima azione della gara, che ha scaturito il rimbalzo offensivo a Matthew Dellavedova: "Ho sbagliato il box-out, quell’errore mi tormenterà per un po. Abbiamo tutta la fiducia possibile in Steph. Non ha avuto una serata facile, ma sappiamo che nelle prossime sere ci sarà. Cosa ci ha fermato? Beh, sono un'ottima difesa, molto atletica e molto aggressiva, ma penso che non abbiamo giocato come potevamo, al meglio delle nostre possibilità. Non abbiamo mosso la palla come dovevamo, non abbiamo trovato rirmo come potevamo. Abbiamo solo 16 assist (guarda sconfortato il boxscore sulla scrivania n.d.r.), dovremmo farne 20-25 come nostro solito, dobbiamo muovere meglio la palla, e trovare un ritmo migliore".
Steph Curry, invece, fa mea culpa sulla sua prestazione offensiva, parlando inoltre della difesa di Matthew Dellavedova su di lui: "Mi sentivo un po’ strano. Non sono riuscito a trovare ritmo al tiro. Dellavedova ha giocato bene, rispettando il suo game-plan, ma io devo fare di più. Nel primo tempo ho avuto un paio di occasioni per entrare in partita e non sono andate bene, poi nella ripresa ho provato a ritrovare fiducia ma non ci sono riuscito. Sono tiri che normalmente metto dentro e mi fanno prendere fiducia. Non è cambiato niente a livello meccanico di tiro, semplicemente non sono entrati. Ma è una gara a sè, non cambia nulla per il resto della serie. Naturalmente sono frustrato dalla mia prestazione ma non mi fascio la testa. Di certo non ho perso la fiducia nel mio tiro e sono sicuro che con alcuni aggiustamenti tattici le cose cambieranno in gara 3. Siamo sempre convinti di poter portare a casa la serie".
In ottica futura, viene chiesto a Curry se quella dei Cavaliers è la migliore difesa che ha affrontato fin qui: "Se sono arrivati in finale vuol dire che sanno difendere. Hanno una grande mentalità, sono un'ottima squadra difensivamente, altrimenti non sarebbero arrivati fin qui".