C'è una franchigia nel mondo NBA per la quale l'estate 2015 sarà più lunga rispetto alle precedenti. Si tratta dei San Antonio Spurs, recentemente eliminati al primo turno dei playoff della Western Conference dai Los Angeles Clippers, al termine di una serie durata sette esaltanti gare. Immediatamente dopo la sconfitta in gara-7 allo Staples Center, Gregg Popovich aveva dichiarato che sarebbe rimasto sulla panchina degli Speroni, confidando di riuscire a convincere sia Tim Duncan (classe '76) che Manu Ginobili (prossimo ai 38 anni). L'eventuale rinnovo dei due veterani non esenterebbe comunque il front office degli Spurs da una rivalutazione complessiva del roster, essendo a scadenza anche Kawhi Leonard, Danny Green, Cory Joseph, Marco Belinelli, Aron Baynes, Matt Bonner, Jeff Ayres e Reggie Williams.
Va da sè che i maggiori network americani si siano interessati principalmente della sorte di Ginobili e Duncan, veri pilastri della Dinasty che ha condotto gli Spurs a vincere 5 titoli in tre decenni diversi (1999, 2003, 2005, 2007, 2014). L'ultima stagione di Tim e Manu è stata molto diversa. Duncan ha viaggiato a medie eccezionali per un 38enne, accreditandosi come una delle più grandi ali forti di sempre, mentre Ginobili ha vissuto un'annata difficile, con enormi difficoltà al tiro, specialmente da tre punti, e con l'impossibilità di arrivare al ferro con facilità. Come consuetudine, da San Antonio non trapelano notizie sul futuro della franchigia.
Duncan non ha più rilasciato alcuna dichiarazione una volta terminata la postseason, mentre Ginobili ha parlato al quotidiano argentino "La Naciòn": "Ci sono momenti in cui ripenso alla stagione e mi chiedo come potrei non giocare ancora un po’. In altri istanti non voglio neanche vedere una palla. Aspetterò fine mese per vedere come mi sento: se mi sento o meno un ex giocatore. Se ho nostalgia e come sta il mio fisico. E’ un momento unico della mia vita, non mi sono mai trovato in questa situazione. Di certo, non ho ancora programmato il ritiro, perché ho ancora dei dubbi. Pop ha detto a me e Tim che ci voleva ritrovare la prossima stagione. Sono parole che mi rendono le cose più difficili. La verità è che se la franchigia mi avesse fatto capire che non mi voleva più, o che voleva ricostruire, sarebbe stato più facile per me. Non so se San Antonio accuserà il colpo se qualcuno di noi dovesse andarsene, se si stava preparando ad una ricostruzione totale. Se Pop se ne andasse e arrivasse un altro tecnico, se Tim si ritirasse, se Tony decidesse di non giocare più, la situazione cambierebbe molto, perché uno si sentirebbe meno in debito con i compagni. Ma se Pop continuasse, se Tim continuasse, sarebbe tutto differente. Credo che dovremmo parlarne un po’ con Tim, che mi sembra sia nella mia stessa situazione".
Fonti vicine agli Spurs lasciano intendere che ci sarebbero buone possibilità di rinnovo annuale per Duncan, mentre per Ginobili la scelta sarebbe ben più sofferta e dal difficile pronostico. Popovich non vuole neanche prendere in considerazione l'ipotesi del ritiro di Timmy mentre per l'argentino potrebbero influire anche altri fattori, quali l'esigenza di stare più vicino alla famiglia e di tornare per un periodo di tempo in Argentina.
Ma il dubbio sui rinnovi dei due è solo la punta dell'iceberg delle questioni sulla scrivania di R.C. Buford, g.m. degli Spurs, che punta innanzitutto a blindare Kawhi Leonard, assicurandogli il massimo salariale. Al momento, sono sotto contratto per la stagione 2015-2016 solo Parker, Diaw, Splitter, Mills e il rookie Kyle Anderson, e il monte salari complessivo è di circa 34 milioni di dollari, con la conseguenza che, stando a quanto riportato da Jonathan Givony del Draft Express, rimarrebbero da spendere altri 33 milioni per raggiungere il tetto salary cap. L'unica certezza, attualmente, è rappresentata dal rinnovo di Kawhi Leonard per una cifra intorno ai 18 mln a stagione per cinque anni. In uno scenario del genere, anche qualora Duncan e Ginobili dovessero (ed è tutto da verificare) rinnovare a cifre più basse, sarebbe difficile trattenere Danny Green, su cui si stanno muovendo anche altre squadre.
Le rivoluzioni non piacciono agli Spurs. E non sorprenderebbe la scelta di mantenere buona parte del roster, sacrificando uno tra Green e Belinelli, cercando di mantenere il giovane Baynes e puntando sulla crescita di Anderson. Buford è ovviamente anche attento al mercato dei free agent, al punto che continua a circolare la voce per un interesse nei confronti di LaMarcus Aldridge e di Marc Gasol, in scadenza con Blazers e Grizzlies. Ma si tratterebbe di ricoprire il ruolo di Tim Duncan. Sì, sarà una lunga estate all'ombra dell'Alamo.