"Occasione per rilanciarsi", è questo il messaggio implicito che coach Stan Van Gundy ed il GM Jeff Bower hanno voluto dare a Gigi Datome.
Ovviamente dopo una decisione simile chiunque penserebbe che si tratti di una bocciatura, ma non è così, anzi è l'opportunità per la nostra ala italiana di dimostrare di poter stare tra i grandi, di non esser un giocatore inadeguato per la NBA come tutti dicono.
Nessuno può dimenticare quello che ha già fatto Gigi nella sua carriera, soprattutto il popolo romano che ha ancora negli occhi le magie con le quali abbatteva gli avversari non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico.
Lui è alto 2.03 m, eppure quando gli chiedi quale sia il suo ruolo preferito, lui ti risponderà sempre "ala piccola". Quel ruolo nei suoi Pistons è ricoperto da Kyle Singler e a fasi alterne da Augustin e dal suo ex compagno alla Virtus Roma Brandon Jennings.
Ciò che tutti ora si domandano è: perchè non è riuscito a sfondare? Non ha le qualità e caratteristiche necessarie? No, Gigi è pronto per la NBA, è all'altezza dei suoi compagni di squadra e lo dicono anche i numeri ( fin qui 90 punti segnati, 47 rimbalzi, 12 assist, 7 palle perse e 1 assist, di media 7 ppg, 1 rpg, 1 apg ed 1 spg ) ma gli manca l'esperienza e la continuità per giocare nel campionato cestistico più importante al mondo: un conto è fare una o due partite a settimana con il tempo per allenarsi ed eventualmente recuperare da qualche acciacco; tutt'altra cosa è giocare ogni sera con la voglia e le motivazioni di vincere ogni match.
Questi sono requisiti che si acquisiscono solo giocando, la qual cosa non è capitata nè con coach Maurice Cheeks nè con Van Gundy, i quali l'hanno sempre considerato come il classico europeo senza fisico ma con buone mani dall'arco.
Nonostante ciò non bisogna credere che la carriera di Datome in NBA sia finita, in quanto anche gli altri italiani, Gallinari, Bargnani e Belinelli ( primo italiano a vincere un anello ) hanno avuto le loro difficoltà prima di affermarsi. Quindi la speranza è che Gigi tramite l'esperienza ai G. Rapids Drive ( squadra satellite di Detroit in D-League ) torni a solcare i parquet della National Basketball Association, sognando un giorno di vincere quel titolo a cui tutti i giocatori di basket aspirano.