La quiete dopo la tempesta. L’alba che sta per risorgere, dopo il buio più pesto. Ad Oklahoma tutto si sarebbero aspettati dopo l’infortunio estivo che ha colpito Kevin Durant, fuorchè di ritrovarsi dopo il primo ciclo di 15 partite con un record così negativo e con una squadra che stenta a decollare. Ad aggiungere benzina sul fuoco, semmai ce ne fosse bisogno, l’infortunio a Russell Westbrook contro i Clippers nella seconda partita di questo inizio di stagione. Partiamo da qui, da questa istantanea, per capire quello che è successo ai Thunder in questo mese fatto di tante sconfitte e poche, soltanto tre, vittorie. Ma ad Oklahoma City sono abituati a cadere, come in occasione del tornado che devastò la città qualche anno fa, e rialzarsi prontamente con fierezza ed orgoglio.
30 ottobre. Dopo aver trascinato i Thunder a Portland con 38 punti e 6 assist, Russell Westbrook si frattura la mano destra nel corso del primo quarto della gara che si gioca allo Staples Center di Los Angeles, sponda Clippers. Un mese di stop e Thunder che, dopo Durant, sono costretti a perdere anche il play – guardia titolare. Oklahoma lotta, ma cede, per la seconda sconfitta di fila nelle prime due gare.
Ad oggi, con l’imminente ritorno di Westbrook in campo, sono passati quasi 30 giorni, altre 13 gare e le cose non sono affatto migliorate. Soltanto 3 le vittorie dei Thunder che hanno fatto di necessità virtù, affidando il peso della squadra nelle mani e sul fisico di Reggie Jackson (messo in campo anch’egli in condizioni precarie) e Serge Ibaka. Il duo che nelle idee di coach Brooks doveva essere un “supporting cast” al duo stellare si è ritrovato ad essere rispettivamente prima e seconda scelta dell’attacco della squadra, con un contorno non propriamente di primo livello. I risultati scadenti hanno portato la franchigia all’ultimo posto nella western conference, in compagnia dei Lakers di Kobe, partiti per “tankare” (perdere appositamente) e dei giovani Timberwolves. Non proprio il massimo per una squadra che ai nastri di partenza era data dai pronostici come una serissima contender per il titolo (e che probabilmente può ancora esserlo).
COSA RISERVA IL FUTURO? Come già anticipato precedentemente, il ritorno di Westbrook è imminente e quantomeno è una buona notizia per Scott Brooks. Anche Durant si sta allenando con la squadra ma il discorso è leggermente diverso per le due stelle: il primo dovrebbe scendere in campo già venerdì contro New York; anche se si è affrettato leggermente il recupero, l’importanza di recuperare Westbrook è prioritaria ed il gioco vale la candela. Per quanto riguarda Durant invece utilizziamo le parole di Brooks come monito: “Kevin si sta allenando, ovviamente non è al massimo e, solo quando lo sarà al 100%, lo metteremo in campo. Non prima”. Ecco, anche medici e staff non sanno realmente quando sarà pronto KD35 e le decisioni verranno prese letteralmente “day by day”.
Gli scenari che si aprono per la stagione dei Thunder, a questo punto, con questa situazione infortuni, sono i seguenti: il primo riguarda la western conference, sempre più competitiva e selettiva, dove partire in ritardo può risultare fatale in ottica postseason; ad ovest per raggiungere i playoff servirebbero circa 50 vittorie (lo scorso anno 49 vittorie per Dallas, ottava) ma, considerando il livello leggermente superiore dell’ovest quest’anno, forse anche qualcuna in più non guasterebbe. Okc è a 3 vittorie su 15 gare giocate ed ha molta strada da recuperare rispetto ai Clippers che sono ottavi con 8-5: un bel gap. Come se non bastasse ad ovest il tassametro corre, e tanto, ed in mezzo ci sono Suns, Pelicans ed anche i Nuggets che sono in ripresa, senza contare Sacramento che è la sorpresa ad ovest e le solite Dallas, Houston e Los Angeles che sembrano quelle, tra le migliori, un po’ più in ritardo. Per arrivare a quota 50 vittorie servirebbero 47 vittorie nelle restanti 67 partite, il che significa una percentuale del 70.3%. Lo scorso anno i Thunder chiusero la stagione regolare con un record di 59-29 (72%), il che significa che da oggi in poi ad Oklahoma dovrebbero mantenere la stessa media dello scorso anno senza mai sbagliare. Non proprio il massimo della vita.
La riflessione che ne scaturisce è la seguente: qualora i Thunder riuscissero in quella che ad oggi è una vera e propria impresa e si qualificassero alla postseason, la rincorsa permetterebbe ai giocatori a livello mentale e fisico di risparmiare qualche energia o potrebbero pagare lo sforzo della rincorsa nei playoffs? Discorsi certo un po’ in là con il tempo, ma pur sempre da considerare in ottica futura visto che l’obiettivo minimo, ad oggi, è la qualificazione alla postseason.
Tecnicamente, tatticamente e mentalmente discutibile, Westbrook resta comunque un top player e l'ingresso o ritorno in campo dello “zero” infonderà sicuramente fiducia alla squadra e solleverà la pressione dell'attacco e mediatica da Ibaka e Jackson, che erano osservati speciali delle difese avversarie fino a questo momento. Basterà l'ingresso ed il ritorno di Westbrook per riprendere a vincere? gli automatismi, la fluidità di gioco (non che sia stata granchè quella di Okc con le due star) tornerà subito?
Ad Oklahoma, Brooks, la dirigenza e la tifoseria sfogliano la margherita e contano i secondi in attesa del rientro delle due star. Sicuramente l’impresa e la strada davanti è decisamente in salita, ma con un duo come Westbrook e Durant niente sembra essere proibitivo. Ai posteri l’ardua sentenza.