Gara tra imbattute quella andata in scena nella notte alla Triple A Arena di Miami. In Florida ad affrontare i Miami Heat, 3-0, arrivano gli Houston Rockets di Harden (27-7-7) e Howard (17-10), 4-0. Houston è in back to back, dopo aver vinto a Philadelphia la scorsa notte e, trascinata dal solito duo, sta avendo ottime prestazioni anche da Ariza, Beverley e Papanikolaou dalla panchina. Miami viene dalla bella vittoria di domenica contro Toronto e sta avendo in Bosh, miglior giocatore della settimana ad est (25–11–4), il trascinatore della squadra. Wade sembra essersi definitivamente ripreso, mentre Deng, sempre silenziosamente, apporta il suo mattoncino giornaliero, in difesa come in attacco.

Negli ospiti torna disponibile ed in quintetto Patrick Beverley dopo aver saltato la gara di Philadelphia, mentre deve dare forfeit Terrance Jones, autore di quattro gare di altissimo livello (14 punti e 7.5 rimbalzi di media), mentre sono sempre assenti Francisco Garcia e Capela. Per Miami, invece, sempre assenti i lungodegenti Andersen, Granger ed Haslem. Spoelstra conferma Norris Cole in quintetto (avrà poco e nulla da lui nella gara) con Mario Chalmers sesto uomo.

Primo quarto che inizia subito in quinta, con le due squadre che non perdono tempo a studiarsi: dopo 4 giri di orologio siamo 13-14 con Deng (7, ma finirà con soli 11) sugli scudi e dall’altra Howard (6) e due triple di Beverley e Papanikolaou. Tanto spazio per il greco che, chiamato a sostituire Motiejunas che ha avuto problemi di falli per tutta la gara, ha risposto presente alla chiamata. La partita è molto bella, senza esclusione di colpi, con le difese ancora da registrare e gli attacchi che riescono in tutti i loro intenti senza particolari ostacoli: Howard è inarrestabile, Bosh lo subisce, sia a rimbalzo che fisicamente in 1 contro 1; dall’altra Wade sonnecchia ma ne mette 4 e le due triple di Hamilton nell’ultimo minuto ricuciono il piccolo strappo che si era creato grazie ai 6 punti di Harden. A fine primo quarto è +1 Heat sul 31-30.

Miami prova un tentativo di allungo nei primi minuti della seconda frazione, sfruttando i 6 punti di Wade e la terza tripla su altrettanti tentativi di Williams (9) e la contemporanea sosta in panchina per Howard e Harden. Miami raggiunge il +7 per due volte (45-38 e 47-40) ma non riesce a serrare le fila in difesa ed ampliare il parziale. Il ritorno del quintetto dei texani coincide con la rimonta ed il sorpasso, a cavallo di metà periodo: Chalmers (5 in un minuto) e Wade (10 nel quarto, 14 nel primo tempo), mantengono i padroni di casa in linea di galleggiamento, ma Harden sembra immarcabile e con un rush di 9 punti su 12 (tripla di Ariza sempre su assist del barba), permette ai Rockets di mettere la testa avanti nel punteggio (57-55) all’intervallo.

Il parziale arriva nei primi minuti del terzo quarto ed è condotto in porto dai soliti sospetti: dopo il 59 pari, Harden regala tre cioccolatini da scartare e tirare nel canestro (due dalla distanza ad Ariza e Beverley, uno ad Howard per la bimane) che chiudono un parziale di 18-5 in favore dei texani (77-64); Bosh e Deng tengono troppo fermo il pallone in attacco, facendo perdere il ritmo ai compagni e pagando i dividendi con tre palle perse e tre tiri forzati sbagliati dal campo. Il break sembra far male ai padroni di casa che però non demordono: Chalmers suona la carica con sei punti in fila (12 e 5 rimbalzi ed una buona prestazione in generale, ma anche 4-12 dal campo e 5 palle perse), Bosh ne aggiunge altri tre (2+1) sulla sirena e manda gli Heat all’ultimo intervallo sul -6, ricucendo parzialmente la ferita che aveva aperto Harden.

Pioggia di triple nell’ultimo quarto (tentate e realizzate, 5/12 Houston, 3/10 Miami), a partire da quella di Bosh per il -3 che sembra riaprire definitivamente il match e far sperare in un finale punto a punto. 5 preziosi di Canaan (8 col 100% dal campo) dalla panchina e due liberi di Howard danno la seconda spallata agli Heat che però restano in piedi con due bombe (Napier e Hamilton) per l’86-90 a 7 minuti dalla fine. Le due squadre iniziano ad abusare del tiro dalla distanza ma chi ne paga le conseguenze sono gli Heat, che non riescono più a segnare e contestualmente, fermare Dwight Howard nel pitturato. Ariza si scatena nel 13-0 (3-3 da tre con altri due assist di Harden che chiuderà con 10) che chiude la gara a favore della squadra di McHale.

Howard a fine gara: "Siamo partiti benissimo, ma non basta, vogliamo anche finire bene". Gli fa eco subito McHale che però frena i facili entusiasmi: "Non m'interessa cosa pensano gli altri, quello che mi interessa è quello che facciamo in campo, nello spogliatoio e con i miei ragazzi, nient'altro". Harden invece punta tutto su Dwight ed esclama: "Quando hai il centro più dominante della Lega è chiaro che qualcuno debba dargli attenzioni e marcarlo e questo facilita il nostro compito sugli esterni ed avendo grandi tiratori dal perimetro è molto dura marcarci". Spoelstra cerca di analizzare i motivi della sconfitta, ma rende anche merito ai vincitori: "è stata molto dura, probabilmente nel momento decisivo siamo calati mentalmente piuttosto che fisicamente. Dobbiamo anche dare credito a loro però, sono molto forti e hanno un potenziale offensivo altissimo".

Nonostante i tanti errori nel finale, Miami ha tirato molto bene da tre punti (43%), ma sono stati i liberi e i punti nell'area dei tre secondi a fare la differenza a favore di Houston. Howard ha dominato, oltre ai 26 punti ha costretto gli Heat a caricarsi di falli, tirando anche discretamente i tiri liberi (6/11). Miami paga inoltre il 19/46 da due (38.7 %) con il quale in casa, difficilmente si vince contro un top team.

Houston sbanca l’American Airlines Arena di Miami e sale a quota 5 nelle vittorie di fila (non accadeva dal 96-97), portandosi anche in testa alla Western Conference; per gli Heat, prima L stagionale, che però non intacca l’ottimo inizio di regular season. Nei prossimi appuntamenti, Houston riceverà in casa gli Spurs per il primo derby dell'anno, mentre Miami andrà a Charlotte venerdì notte.