“Siamo davvero orgogliosi e soddisfatti di tutti gli sforzi che tutti i ragazzi hanno fatto durante questo mese di preparazione. Sceglierne dodici è stata una scelta difficilissima, perché il lotto di giocatori disponibili era davvero ottimo. Ma dobbiamo andare avanti e lo faremo anche in nome di tutti quelli esclusi, come squadra Usa Basketball e non come dodici giocatori. A nome di tutto lo staff ringrazio tutti quelli che non faranno parte della spedizione in Spagna”. Le parole di Krzyzewski rappresentano tutto il credo Usa. Gratitudine e orgoglio, gruppo e spogliatoio, sono le prime parole pronunciate dall’allenatore degli Stati Uniti. Parole rivolte soprattutto agli esclusi. Dopo l’amichevole vittoriosa di ieri sera contro Portorico, Jerry Colangelo, general manager della nazionale ha annunciato la lista dei dodici convocati che rappresenteranno l’America ai Mondiali spagnoli. Lillard, Hayward, Parsons e Korver gli ultimi esclusi eccellenti. Attesa quella di Hayward, meno quelle degli altri tre, protagonisti nei giorni scorsi dei ballottaggi della vigilia.
Ecco la lista dei dodici scelti da coach K e dal suo staff (Jim Boeheim, Tom Thibodeau e Monty Williams coach rispettivamente di Syracuse, Chicago Bulls e New Orleans Hornets) :
Guardie : Stephen Curry, 1988, Golden State Warriors ; DeMar DeRozan, 1989, Toronto Raptors ; James Harden, 1989, Houston Rockets ; Kyrie Irving, 1992, Cleveland Cavaliers ; Derrick Rose, 1988, Chicago Bulls ; Klay Thompson, 1990, Golden State Warriors.
Ali : Anthony Davis, 1993, New Orleans Pelicans ; Kenneth Faried, 1989, Denver Nuggets ; Rudy Gay, 1986, Sacramento Kings ; Mason Plumlee, 1990, Brooklyn Nets.
Centri : DeMarcus Cousins, 1990, Sacramento Kings ; Andre Drummond, 1993, Detroit Pistons.
Il primo dato che balza all’occhio è l’età media, paurosamente giovane della lista dei convocati. Il più “anziano”, ed anche uno dei più inesperti, è Rudy Gay, classe 86. Il più esperto in campo internazionale sarà senza dubbio James Harden, protagonista a Londra nel 2012 anche se con un ruolo decisamente più marginale rispetto a quello che avrà in Spagna.
Sciolti quindi gli ultimi dubbi della vigilia, che tormentavano coach K. In ballottaggio c’erano sicuramente Rose e Lillard, ma le condizioni rassicuranti del ginocchio della stella di Chicago, e la presenza di coach T, hanno fatto pendere l’ago della bilancia verso di lui. L’altro riguardava il “zone breaker”, cosi come lo chiamano gli americani. Ovvero il tiratore di striscia che può spaccare le partite in bilico : Thompson e Korver hanno viaggiato sullo stesso binario per tutta la preparazione, con ottimi risultati. A favore del primo, forse, l’attenuante di essere uno dei due “splash brothers” con Stephen Curry. Terzo ed ultimo ballottaggio riguardava la scelta dell’ala piccola che all’occorrenza potesse difendere e segnare sugli scarichi in attacco. La scelta era tra Parsons e Gay, con il primo in notevole vantaggio. Anche in questo caso, le parole al veleno di Harden nei confronti del suo ex compagno ai Rockets potrebbero aver condizionato la scelta. Tre decisioni che potrebbero esser viste inoltre come un intento da parte dello staff atte a salvaguardare l'integrità dello spogliatoio, evitando di alimentare eventuali polemiche.
Di sicuro Krzyzewski non avrà a disposizione la squadra degli scorsi Mondiali, delle Olimpiadi di due anni fa o l’imbarazzo della scelta che ebbe il compianto Chuck Daly nel 91 con il dream team, ma la rosa Usa, come ha confermato nel post gara è di tutto rispetto, forse la meno dotata da quando siede sulla panchina della nazionale americana : “Sono eccitato dai dodici giocatori scelti. Abbiamo una rosa sicuramente competitiva ed estremamente dinamica e versatile”. La speranza per coach K è che l'inesperienza del gruppo non possa essere un boomerang con un notevole effetto contrario, cosi come fu nel 2006 con la nazionale che perse con la Grecia ad Atene.