Alla fine è arrivato, ad un prezzo difficile da giudicare: Andrew Wiggins, Anthony Bennett ed una prima scelta protetta al prossimo draft.
E' questo il "sacrificio" che la dirigenza della franchigia dell'Ohio ha dovuto compiere per portare a casa Kevin Love, potendo così finalmente formare un Big Three da favola assieme a Kyrie Irving ed al figliol prodigo LeBron James.
La trade, che non potrà essere ufficializzata prima del 23 agosto a causa del contratto di Wiggins il quale gli impone di restare con la franchigia che lo ha firmato come rookie per almeno un mese, è stata conclusa nella mattinata americana di oggi.
Nonostante l'offerta finale accettata dai Timberwolves sia una tra le prime arrivate ai call center di Minneapolis, durante queste ultime settimane si erano voluti sondare i sentieri più disparati, nel tentativo di inserire altri giocatori (e soprattutto altre squadre) nella trade.
I Timberwolves infatti avevano (hanno) intenzione di liberarsi dei contratti pesanti di J.J. Barea e di Kevin Martin, ma nessuna società alla fine è stata disposta a metterli a libro paga.
Negli ultimissimi giorni era rimbalzata la voce secondo la quale Philadelphia, la quale ha un'enormità di spazio salariale in cascina, si sarebbe messa a disposizione di Cavs e T-Wolves in cambio di prime scelte future, oltre alla cessione del proprio asso Thaddeus Young direzione Minnesota.
I giornalisti locali parlano tuttavia di un Hinkie (manager dei 76ers) difficilissimo da scalfire, a tal punto dal far separare tutte le trattative da quella principale, riguardante Kevin Love.
Incassato il "no" secco e deciso dei Warriors per l'inserimento di Klay Thompson nella trade per Love, i contatti sono rimasti esclusivamente riservati ai Cavaliers, direttamente su richiesta dello stesso Kevin, affascinato dall'idea di poter giocare al fianco del 4 volte Mvp, appena ritornato a casa.
I Cavaliers scaricano dunque entrambe le prime scelte degli ultimi due draft, in cambio di un pezzo da novanta, forse uno dei migliori dieci giocatori della Lega e forse già il miglior lungo ad East, in grado di far competere la franchigia fin da subito per un posto alle finali della Eastern Conference.
Fermo restando che nessuno può sapere quanto effettivamente le carriere di Wiggins e Bennett potranno essere sensazionali o meno, i Cavs hanno preso una decisione assolutamente condivisibile.
E' comunque una win win, poichè i Timberwolves riescono a portare a casa il massimo possibile, da un giocatore sicuramente strepitoso, ma che tra pochissimi mesi sarebbe andato via per un pugno di mosche.
Negli ultimi due mesi i tifosi della franchigia dell'Ohio hanno vissuto una escalation di emozioni come poche se ne vivono in una vita intera, e sperano che questo sia solo il preludio di un ciclo di vittorie.
Cleveland si candida ora, di diritto, ad essere la favorita numero 1 ad East assieme ai Chicago Bulls.
Con un quintetto titolare da spavento, composto da Irving, Waiters, James, Love e Varejao, il neo allenatore David Blatt (fresco vincitore dell'Eurolega con il Maccabi Tel Aviv, dopo aver domato la nostra Olimpia Milano ai quarti ed il Real Madrid in finale) ha ora a disposizione una squadra ultra competitiva su tutti i fronti.
La rosa infatti è composta da un mix verosimilmente perfetto: oltre al nuovo Big Three già citato, nel roster wine and gold ci sono giovani interessantissimi come Waiters e Thompson, supportati da veterans di assoluto affidamento quali Mike Miller, James Jones ed Anderson Varejao.
Sembra impossibile ma il mercato dei Cavs è tutt'altro che chiuso: la dirigenza pare infatti essere vicinissima all'ingaggio di Shawn Marion, svincolatosi quest'estate dai Mavericks, rimanendo sempre in attesa della decisione di Ray Allen, il quale rimane ancora indeciso se tentare l'ultimo giro della sua carriera o di appendere le scarpette al chiodo.