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E' tutto per questa Gara-1 di Finali NBA, grazie da Antonello Angelillo e Giorgio Dusi, a risentirci per i prossimi appuntamenti, sempre su Vavel.

5.40 FINE PARTITA, 110-95 - Nei 30 e passa gradi dell'AT&T Center, gli Spurs si portano sull'1-0, sfruttando anche i problemi fisici di LeBron. Strepitoso Duncan che tira 9/10 dal campo, 30 assist per 40 canestri dal campo per San Antonio, con però 23 palle perse. Per Miami sono 25 punti per James e 19 per Wade, che ha giocato un quarto quarto sotto tono.

1.14, 4Q, 105-95 - Leonard e Parker mandano a bersaglio due triple fondamentali: Spurs sul +10, massimo vantaggio!

3.03, 4Q, 99-92 - Problemi per James, che sembra soffrire di crampi. San ANtonio sfrutta la situazione e allunga.

4.33, 4Q, 94-90 - DANNY GREEN! Si iscrive alla partita firmando da solo un parziale di 8-0 con James in panchina. San Antonio rimette la testa avanti.

7.31, 4Q, 84-86 - Stavolta è San Antonio che piazza il parzialino di 4-0, grazie a Parker e Duncan, dopo due brutti attacchi di Miami con palla ferma.

9.38, 4Q, 79-85 - Miami riallunga grazie a Bosh e a una difesa aggressiva. San Antonio con 21 palle perse.

5.02 FINE TERZO QUARTO, 74-78: Miami trova il break, aperto da una schiacciata di Allen. San Antonio ricuce, ma James mette la tripla del +6, prima che Splitter accorci sul -4. 19 palle perse per San Antonio.

2.13, 3Q, 69-71 - LeBron ritorna in campo dopo un paio di minuti di riposo e Miami fa 4-0 di parziale, rimettendo la testa avanti.

5.03, 3Q, 69-67 - Gli attacchi si raffreddano, e Ginobili in penetrazione riporta avanti San Antonio.

5.40, 3Q, 67-67 - Lewis fa 5 punti in fila e porta i suoi a +3, ma Ginobili si inventa il gioco da 3 punti e pareggia ancora.

7.03, 3Q, 62-62 - LeBron prende in mano i suoi e segna 5 punti in fila, ma risponde Duncan. Timeout in campo.

9,35, 3Q, 58-57 - Parte bene San Antonio con Leonard sugli scudi, ma poi Green spara a salve per due volte, e Wade e Lewis accorciano le distanze.

4.33 INIZIO SECONDO TEMPO: si riparte con i quintetti che hanno cominciato la partita: per Miami Chalmers, Wade, James, Lewis e Bosh: San Antonio va con Parker, Green, Leonard, Duncan e Splitter.

4.14 - FINE PRIMO TEMPO 54-49: Ray Allen sbaglia tre triple in fila con spazio nel finale, San Antonio continua a far girare benissimo la palla in attacco e chiude il primo tempo davanti di 5 punti. 13 di James e 12 di Wade per Miami, per San Antonio i big 3 combinano per 36 punti, Belinelli ce ne aggiunge 8.

1.41, 2Q, 53-49 - Duncan e LeBron prendono in mano la situazione per le rispettive squadre. Belinelli in ottimo spolvero.

4.21, 2Q, 46-41 - Allen spara un'altra bomba, risponde ancora il Beli. Parker ci aggiunge un libero

5.21, 2Q, 42-38 - Diaw per Duncan che schiaccia: riallungano gli Spurs, time-out per Miami

6.24, 2Q 38-38 - GInobili segna due liberi e riporta la situazione in parità, dopo un buon break di Wade

8.26, 2Q, 31-34 - Belinelli mette la tripla e segna il primo punto di un italiano alle Finsl. Derntro anche il tiro da tre punti di Allen

9.53, 2Q, 28-29 - Entrato da poco tempo Belinelli entra forte in are a e cerca la schiacciata su Andersen. Si prende due FTs

10.06, 2Q, 26-29 - Bang bang e Miami recupera terreno. due triple delle riserve Cole ed Allen

3.37 - Fine primo quarto e 20-26 per gli Spurs fino ad ora. Meglio San Antonio per ora. Diaw fa l'artista e va a stoppare James, Ginobili impeccabile apparecchia passaggi enormi. La panchina di Miami non contriubuisce. Spurs al tiro col 53%

3,00, 1Q. 19 - 21. Dal tempo morto esce meglio Miami che piazza un leggero parziale. Poi un'altra grandissima tripla di Ginolili

5.17, 1Q. 13 - 18 -Timeout per Miami: gli Spurs sono on fire! Due triple consecutive per Ginobili, 8 punti per Duncan. I nero-argento vogliono scappare. Sono sul +5 e corrono, eccome se corron

6.59, 1Q. 11-10 - Dwyane Wade con una finta in penetrazione da annali. Manda a nanna Duncan ed appoggia il lay-up. Primo time-out. Un inizio offensivamente incredibile di entrambi i team.

7.18, 1Q. 9-8 - Virata fenomenale di Parker in transizione. Duncan segue l'azione e si prende il fallo. Due tiri dalla lunetta per il caraibico. Quattro palle perse in pochi minuti per San Antonio

8.43, 1Q. 9-8 - Si parte forte. Entrambi gli attacchi trovano facilmente la soluzione più opportuna. I TOs degli Spurs sono già 2.

11.19, 1Q. 2-0 - Primo canestro di Bosh, marcato da Splitter. Dall'altra parte Lewis a marcare il brasiliano che si prende due tiri dalla lunetta

3.11 - Partiti, tip-off vinto da Miami.

3.07 - San Antonio parte con Splitter nel ruolo di centro. Mis match in vista fra Lewis ed il centro brasiliano? Vicino a Thiago partono i soliti Parker, Green, Leonard e Duncan

3.05 - Austin Mahone (nativo di San Antonio e residente a Miami), artista emergente sul panomrama musicale americano, canta l'inno

3.01 - Squadre in campo:

Getting some final shots up before Game 1. #GoSpursGo

2.56 - Parte quindi con il quintetto basso Miami. Vedreo come risponderà San Antonio

2.38 - Beasley e Justin Hamilton gli inattivi di Spoelstra

2.36 - Ecco il quintetto iniziale di Miami: Chalmers, Wade, James, Lewis, Bosh

2.23 - Palleggio, arresto, tiro di Kawhi Leonard

Kawhi preparing for Game 1. #GoSpursGo

2.22 - La preparazione del parquet

The floor is set. #GoSpursGo

2.21 - Dwyane Wade e Gary Payton, insieme campioni nel 2006, a bordocampo

2.19 - Cole durante il riscaldamento

02.00 - "James, puts up a three: won't go. Rebound Bosh, back out to Allen. His three pointer. BAAANG!". Sostanzialmente ci siamo lasciati qui, sostanzialmente. L'overtime successivo e Gara-7 sono andate per inerzia ai Miami Heat che hanno vinto serie e titolo assicurandosi il Repeat. Quegli attimi, quei secondi sono incubo per Popovich e gli Spurs e magia per i Miami Heat. Stasera si parte con una nuova serie, la Rinvincita con la R maiuscola. Fra chi quell'orribile ricordo vuole cancellarlo del tutto e chi pretende che quella sera del 18 Giugno scorso si perpetui nelle notti a stelle e strisce anche di quest'anno.

Buonasera e benvenuti alla copertura live di Gara-1 delle NBA Finals 2014 fra Miami Heat e San Antonio Spurs. Un caloroso saluto da Antonello Angelillo e Vavel Italia che stanotte vi offriranno la diretta del primo incontro, raccontandovi le azioni salienti di Game 1. Come suddetto queste Finals 2014 sono la riedizione di quelle precedenti, terminate con un anello in più sulla mano dei Miami Heat di LeBron James, capaci di sconfiggere gli Spurs in Gara-7 e bissare la vittoria del 2012 quando sconfissero gli Oklahoma City Thunder. Se vinte, queste Finals, rappresenteranno per Miami il Threepeat, tris o tripletta che dir si voglia. In poche parole: campioni per tre anni di fila.

Per gli Heat questa è la quarta NBA Finals consecutiva: oltre alle vittorie contro OKC e San Antonio, infatti, nel 2011, i neonati Heat dei Big-Three giunsero ad un passo dalla vittoria finale prima di incontrare i Dallas Mavericks ed essere forgiati da una sconfitta più che bruciante. I Miami Heat sono quindi la prima squadra dai Celtics di metà decade '80 ad accedere per quattro anni di fila alle Finali. In caso di vittoria saranno la prima squadra a fare Threepeat dai Lakers di Shaq&AfroKobe (2000, 2001 e 2002). Precedentemente ci erano riusciti i Chicago Bulls di MJ per due volte, i Boston Celtics che ne vinsero otto di fila dal '59 al '66 ed i Minneapolis Lakers (1952, 1953 e 1954). In totale sarebbe il quarto titolo per la franchigia della Florida, campione anche nel 2006 con Wade e Shaq a spadroneggiare.

Per gli Spurs invece sarebbe il quinto titolo NBA, ultima volta campioni nel 2007. In quel Giugno i nero-argento sconfissero alle Finals per 4-0 i Cleveland Cavaliers guidati da LeBron James, ormai pronto a fare le valigie. "This will be your league in a little while". Tim Duncan a LeBron James. Detto, fatto. Oggi i due si incontrano un'altra volta con il titolo in palio.

Leggermente (eufemismo) più duro il cammino affrontato da San Antonio per arrivare a questo punto della stagione. In Regular Season, la squadra di Popovich, ha dominato in lungo ed in largo senza essere scalfita minimamente dagli infortuni, dagli acciacchi o dai riposi concessi ai veterani. Tutti i giocatori del roster degli Spurs hanno saltato almeno una gara. Solamente Patty Mills ha risposto presente ogni sera. Nonostante ciò, la franchigia texana, è stata capace di terminare la stagione con un 62-20 di record. Primi ad Ovest davanti ad Oklahoma, che ha pagato un mini-calo a fine stagione, e Los Angeles Clippers. Vinta anche la Division (otto partite davanti a Houston) Pop ed i suoi si sono assicurati il fattore campo contro ogni avversario che avrebbero incrociato nella post-season. I numeri parlano chiaro, nessuno ha fatto meglio di loro in stagione regolare. L'anno precedente avevano chiuso con quattro vittorie in meno. Paradossale che i nero argento si siano addirittura migliorati, se si pensa che una primavera in più è andata a pesare sul fardello dei trentenni Duncan, Parker e Ginobili. L'addizione di Marco Belinelli (primo italiano alle Finals) è stata remunerativa ma non eccessivamente, sopratutto nella seconda parte di stagione. Il sistema è rimasto sostanzialmente lo stesso ed il risultato non è mutato. Dritti alle Finals.

Ai Playoffs non hanno avuto vita facilissima. Al primo turno si sono trovati di fronte i cugini in blu e bianco dei Dallas Mavericks, freschi nonostante Dirk e Carter non fossero più dei giovincelli. C'è voluta Gara-7 per buttarli fuori in una delle tante serie del primo turno nel quale il fattore campo non è esistito. Alle Semifinali di Conference sfida ai Portland Trail Blazers, divorati con un 4-1 senza storia. Per aggiudicarsi il Wild West hanno dovuto imporsi su tutt'altro tipo di squadra rispetto alle prime due battute precedentemente: gli atletici, veloci ed affamati Oklahoma City Thunder che corrono ed attaccano il canestro. La serie comincia con il dubbio Ibaka - infortunatosi contro i Clippers - per i Thunder. A San Antonio OKC va sotto di brutto senza il suo principale difensore e perde le prime due gare per un combinato di 52 punti. Data per out fino alla prossima stagione, l'ala grande dei Thunder, risorge in Gara-3 e contribuisce al 2-1. La serie va sul 2-2 a Gara-4, con l'inerzia del caso passata tutta ad Oklahoma, grazie al rientro di Ibaka ed all'aggiunta in quintetto di un'altra bocca di fuoco come Reggie Jackson, fino ad allora arma dalla panchina. Si torna in Texas e Pop ha bisogno di un'altra trovata per far cambiare il vento. Eccola: Bonner titolare da power-forward, Duncan passa centro, esce Splitter. Ibaka è costretto a seguire il Red Mamba sul perimetro e lascia sguarnita l'area. Per la seconda volta nella serie Ibaka è messo fuorigioco e gli Spurs si mettono in tasca la possibilità di game, set and match a Gara-6. Ma si torna alla Chesapeake e Westbrook è ingiocabile, anche più di Durant. Serve l'overtime per decidere il vincitore di Game-7 e quindi la seconda finalista NBA: gli Spurs.

Ma da Oklahoma San Antonio va via con un ricordino: Tony Parker non sta bene. Ha la caviglia malandata ed ha saltato tutto il secondo tempo di Gara-7. Un dubbio grosso quanto una casa: ce la farà per Gara-1 delle Finals? Si, Tonino il francese non può mancare. Figuriamoci. Le dichiarazioni dalla sponda texana ci raccontano di un TP quasi al 100%, con la caviglia che risponde bene alle sollecitazioni. Chalmers invece ha risposto più deciso alle domande sulla point-guard transalpina e sul suo infortunio: "E' la loro chiave. Quando gira lui, tutta la squadra gira. Il mio problema principale sarà quello di limitarne i tiri facili, quello di metterlo sotto pressione e quello di farlo lavorare su entrambi i lati del campo. Gioca ad un ritmo tutto suo, questa è la cosa bella di Tony. Non è mai affrettato e si prende sempre il suo tempo. E' veloce ma tante persone non rispettano la sua velocità. Noi invece dovremo rispettarla. La sua caviglia? Lo spingerò al limite, per vedere come reagisce".

La stagione di Miami è finita - invece - con il record di 54-28, un record ampiamente peggiore rispetto a quello dell'anno scorso, in cui gli Heat finirono al primo posto della Eastern Conference davanti ad Indiana. Ma la scorsa è stata una stagione per larghi tratti diversa. A cominciare dall'utilizzo di Dwyane Wade. Il #3 e leggenda Miamina, quest'anno, è stato reso protagonista di un programma speciale al fine concedere alle sue malandate ginocchia una maggiore autonomia giunti a questo punto della stagione. Nel programma di DW tante partite saltate (28 in totale) di cui la maggior parte quando si giocava in back-to-back. Scelta che ha spostato un altro quadratino del peso offensivo sulle spalle di James. Scelta che, se adesso sta pagando, in RS ha scatenato più di una critica da parte dei tifosi e degli addetti ai lavori. Miami pareva meno decisa in difesa ed alla ricerca di un secondo violino adatto in attacco. Bosh è salito sulle montagne russe vivendo picchi in negativo ed in positivo in alternanza. L'assenza di un altro fuoriclasse offensivo ha spostato l'attenzione sulla panchina dove non c'era più Mike Miller, dove Ray Allen sembrava aver imboccato il viale del tramonto così come Battier e dove Andersen rappresentava una minaccia difensiva più che offensiva. La rotazione mai stabile non ha funzionato. Sono stati ripescati i Lewis, i Jones ed ha goduto di qualche luce di riflettore anche Toney Douglas, colui che dei minuti di Wade giovava quando Flash mancava. Beasley ed Oden sono stati due esperimenti - al momento - più falliti che riusciti. Così, nonostante un calo spaventoso di Indiana negli ultimi due mesi, i Miami Heat di Spoelstra non son stati capaci di finire oltre la seconda piazza.

La post-season è cominciata con la sfida ai Charlotte Bobcats, di ritorno ai POs dopo una vita. 4-0 con lauti ringraziamenti ad Al Jefferson, acciaccato da inizio serie, capace di far tremare di paura James&Wade in quei pochi minuti giocati al massimo. In seguito 4-1 leggermente più impegnativo contro Brooklyn, solamente una scocciatura prima di andare ad incastrare le propria corna contro quelle degli odiati rivali Indiana Pacers. I gialloblù, fino a metà stagione la migliore squadra NBA per distacco, non sono riusciti a nascondere sotto il letto la crisi interna. Crisi anche di gioco che ha portato al massimo ad un'uscita per 4-2 alle Finali di Conference.

Per tutto il corso della stagione un grande punto di domanda per Miami è stato: chi è il quinto? 4/5 di quintetto deciso, con Chalmers, Wade, James e Bosh in campo. Ma chi fa il secondo lungo? Battier aggiungeva alla difesa enciclopedica una tiro da tre formidabile una volta. Ora l'ha perso. Niet. Haslem? E' diventato una macchina di falli in difesa ed in attacco ha solamente una soluzione: mid-range jumper dalla linea di fondo. Oden? Troppo pesanti poi, snaturi la prerogativa principale di Miami. Beasley? Un orripilante difensore, non basta il gran talento dall'altra parte del campo. Lewis? Va e viene. Contro Indiana ha sbaragliato la concorrenza Lewis stesso, capace anche di postare anche 13 e 18 punti in Gara-5 e 6 oltre che a tenere a freno David West. Sarà sempre il buon Rashard ad indossare la maglia da titolare stasera? Vedremo. Senz'altro è la soluzione più probabile. Nel caso invece gli Spurs dovessero partire con Splitter da 5 e Duncan da 4 (e non con Diaw o Bonner PF e TD C) sarebbe Haslem a prendersi la titolarità al 90%, al fine di mandare Bosh in marcatura su The Big Fundamental senza costringere Lewis a marcare un lungo come Splitter, capace di mandarlo in mis-match. Cosa che invece non succederebbe con Haslem, appunto.

Quella fra Miami Heat e San Antonio Spurs è anche una sfida fra due mentalità di franchigifa totalmente differenti. Il cartello all'entrata della città dell'Alamo è abbastanza eloquente. "Built, not bought", "costruiti, non comprati". Costruiti, con scelte indovinate al draft ed in ufficio, con regole ferree in spogliatoio ed un sistema che ha rapito tutti sul parquet. Non comprati, come i Miami Heat, saliti alla ribalta solamente dopo l'avvento dei Big Three. In compenso, a Miami, se la ridono sull'età degli avversari, considerati "vecchietti".

Miami e San Antonio sono due avversarie che non si odiano. Fra le due compagini non vige una vera e propria rivalità. La serie non sarà fisica e cattiva come quella giocata dagli Heat contro Pacers o Bulls. E' su questo tasto che preme Shane Battier: "San Antonio è diversa da Indiana. Indiana voleva qualcosa che noi avevamo, San Antonio è una franchigia che di successo ne ha già avuto e ne sta avendo tuttora". Lo scorso anno, alle Finals, gli Spurs segnarono il record per meno falli commessi in una serie di 7 gare (118) con gli Heat in lunetta solo 118 volte, il minimo per una squadra alle Finals. "Penso che sia per questo che la serie sia stata così fantastica lo scorso anno. Non c'era trash-talk, non c'erano controversie. Quella dell'anno scorso è stata una serie arbitrata eccellentemente. Niente tecnici, niente flagrant. Solo basket", rimarca Battier. Ma non cadete in tentazione, Spurs ed Heat non si piacciono comunque. !Il fatto che probabilmente non sarà una serie fisica non significa che questi ragazzi ci piacciano. Non si gioca sempre sulle stesse linee. A volte giochi una serie fisica, altre volte una lenta o una veloce. Siamo alle Finals, non dobbiamo farci nuovi amici", ricorda Udonis Haslem

Infine vi ricordiamo come quest'anno la formula delle Finals sia cambiata. Non più 2-3-2 ma 2-2-1-1-1 con prime due tornate a San Antonio ed in seguito a Miami prima di alternare le due città un'altra volta e mezza, chiudendo la notte fra 20 e 21 Giugno in Texas. Queste le date esatte:

  • Gara 1: la notte fra 5 e 6 Giugno, @San Antonio
  • Gara 2: la notte 8 e 9 Giugno, @San Antonio
  • Gara 3: la notte fra 10 ed 11 Giugno, @ Miami
  • Gara 4 : la notte fra 12 e 13 Giugno, @ Miami
  • Gara 5 (se necessaria) : la notte fra 15 e 16 Giugno, @San Antonio
  • Gara 6 (se necessaria) : la notte fra 17 e 18 Giugno, @Miami
  • Gara 7 (se necessaria) : la notte fra 20 e 21 Giugno, @San Antonio

In Regular Season le due squadre vantano una vittoria ciascuno negli incontri fra di loro. 101 - 113 per Miami in Florida ed 87 - 111 per San Antonio in Texas