Il nostro viaggio settimanale nell' Nba. Le ultime novità delle squadre lontane dal discorso playoff. Le svolte epocali, le inchieste sugli allenatori, e le ultime relative ai rinnovi dei giocatori. Analizziamo insieme gli ultimi fatti.
CLEVELAND CAVALIERS
Un vero e proprio bivio sembra essersi presentato davanti la strada dei Cavs. La società di Dan Gilbert è in piena ristrutturazione e naturalmente alla caccia del nuovo tecnico dopo la fine del secondo matrimonio con Mike Brown. L’incrocio posto sul cammino della squadra dell’ Ohio ha a che fare con la nuova strategia che la società vorrà intraprendere per cercare di tornare ai livelli del passato. Sarà meglio continuare a puntare sulla linea verde assicurandosi le prestazioni di giovani di buone prospettive, via accessibile grazie all’ affinità degli ultimi tempi con la lotteria del Draft che ha concesso per la terza volta negli ultimi quattro anni la prima scelta alla franchigia, oppure sacrificare il first pick per tentare la via sulla carta più sicura, fatta di esperienza e chilometri macinati sul parquet, con l’approdo di giocatori più navigati? In attesa che dai piani alti arrivino aggiornamenti, David Griffin è concentrato sul fronte allenatore, pedina naturalmente fondamentale per ogni team ed in particolare per i Cavs, chiamati al riscatto dopo un anno ricco di promesse ma avaro di soddisfazioni. Nella lunga lista dei candidati, ci sono i più svariati profili tecnici. Si passa dalla figura di grande calibro nel palcoscenico Nba come Lionel Hollins, corteggiato anche da Wolves e Lakers, con la quale è previsto un incontro entro lunedì, all’ individualità specializzata nel crescere e formare i cestisti del futuro come Billy Donovan, selezionatore di lunga data dei Florida Gators squadra della NCAA, ma ad oggi non ancora ufficialmente ricercato. Nella pentola che al momento bolle a fiamma davvero lenta, non mancano assistenti alla panchina e vice-allenatori Nba. Meeting di primo livello sono stati svolti con Adrian Griffin, attualmente vicino a coach Thibodeau ai Bulls e con Alvin Gentry ex allenatore dei Suns e Tyronn Lue, ora entrambi appartenenti alla scuderia dei Los Angeles Clippers e speranzosi di poter riniziare il primo e esordire il secondo in un’ avventura da head-coach.
LOS ANGELES CLIPPERS
L’anno zero è giunto anche dalle parti del quartier generale dei Los Angeles Clippers. Ci siamo: il lungo tira e molla tra la Federazione e la famiglia Sterling sembra arrivato ad una sua conclusione. I Clippers viaggiano verso la svolta epocale e societaria, avranno presto un nuovo papà, Steve Ballmer. E’ notizia di qualche ora fa, la franchigia californiana ha un nuovo padrone. La signora Shelly Sterling co-proprietaria del club ex moglie del più famoso Donald e dotata di pieni poteri ha trovato infatti l’intesa con un nuovo acquirente per la cessione a titolo definitivo di Chris Paul e co. L’uomo della provvidenza è Steve Ballmer ex dirigente della Microsoft pronto a rilevare l’intera quota societaria per una cifra che si aggira intorno ai due miliardi di dollari. Numeri folli, da capogiro, che mai nessuno in passato aveva sborsato per l’acquisizione di una squadra Nba. Naturalmente restano da limare gli ultimi dettagli con i nuovi colleghi di Ballner e quindi proprietari di club Nba, chiamati a ratificare la vendita del club, un passaggio necessario e facente da sempre parte dell’iter adottato nei casi di cessione e vendita di una franchigia. Il nuovo, a giorni, boss dei Clippers ha già espresso tutta la sua soddisfazione per la buona riuscita della delicata trattativa: “ Sono onorato di entrare a far parte dell’universo dei proprietari Nba – ha ammesso Ballmer già vicino a questo epilogo lo scorso anno quando fece parte della cordata di imprenditori interessata al trasferimento dei Sacramento Kings a Seattle – Amo la pallacanestro ed il mio obiettivo sarà condurre i Clippers verso nobili traguardi, lo meritano i tifosi e lo merita questa splendida città che è Los Angeles, ci toglieremo parecchie soddisfazioni. “
La prima ad essere entusiasta di questo finale a lieto fine è la Federazione ed il Commissioner Adam Silver autore di un programma efficace per la risoluzione di questa faccenda. La missione numero 1 della Lega era quella di arrivare ad una estromissione dal mondo Nba di Donald Sterling, ora praticamente ex proprietario, radiato a vita e multato per le sue frasi razziste pizzicate in una registrazione telefonica, nella maniera meno fragorosa ed invasiva possibile. Per il giorno 3 giugno, come affermato in appuntamenti della nostra rubrica precedenti, l’ Nba aveva fissato a New York un’udienza speciale nella quale gli owners delle altre ventinove squadre erano chiamati a votare per obbligare Sterling alla vendita della società da lui acquistata nel 1981. Con la risoluzione delle controversie relative alla vendita volontaria del team il famoso incontro non sarà più necessario. Tutto finito? Quasi, perché Donald Sterling sarebbe pronto a fare causa all’ Nba per il trattamento a suo modo di vedere irriguardoso a lui fin qui riservato. I vertici federali non sembrano però andare incontro a problematiche così complicate. Nell’ultimo comunicato ufficiale diramato dalla Federazione relativo alla fine della disputa si legge “…La signora Sterling e la famiglia del Fondo Sterling si impegnano a non intentare causa all’Nba ed a indennizzarla in caso di cause da parte di terzi, incluso Donald Sterling ”. Che sia definitivamente e per cause di forza maggiore arrivato il momento di sotterrare l'ascia di guerra?
LOS ANGELES LAKERS
Recuperati i primi pezzi sotto le macerie prodotte negli ultimi tempi, per i Los Angeles Lakers è tempo di ripartire per cancellare nel modo migliore l’imbarazzo ed il disagio figli delle vicende della recente stagione. Tante i punti interrogativi che aleggiano intorno alla seconda franchigia più vincente di tutti i tempi, uno su tutti fa riferimento alla questione allenatore. Dopo le dimissioni di Mike D’Antoni, che non sentiva più la fiducia della società dato il rifiuto di quest’ultima di esercitare l’opzione di rinnovo per la stagione 2015/2016, Mitch Kupchak ed i restanti uomini di mercato hanno iniziato a lavorare sotto traccia per scovare la figura ideale ad inaugurare un nuovo corso. Le ultime interviste sono state compiute al già noto Mike Dunleavy Sr , che fece il suo esordio assoluto da tecnico proprio con i gialloviola nel 1990, ora lontano dal parco allenatori da quasi quattro anni dopo la lunga esperienza ai Clippers. Contatti avviati anche con Byron Scott pronto a tornare dopo l’anno sabatico ed infine con Lionel Hollins, l’allenatore più ricercato del momento. A differenza dei loro colleghi in cerca di una nuova guida, la famiglia Buss non appare interessata ad intraprendere contatti con nessun allenatore o presunto alle prime armi, un segnale forte che sta a significare il rifiuto assoluto verso gli esperimenti ad alto rischio di pericolosità ed una chiara volontà ad intraprendere un piano di rinascita all’insegna sia della transizione che della sicurezza.
Oltre a tutti gli esponenti del nucleo familiare, voce in capitolo in merito alla scelta del nuovo allenatore dovrebbe, o meglio, vorrebbe averla anche Kobe Bryant tirato fuori da questo schema con gli ultimi due tecnici che si sono presentati all’ ombra dello Staples Center ed intenzionato ad assumere una sorta di diritto di veto. Diritto che non esige Steve Nash, che ha deciso di continuare a giocare per un altro rispettando il suo contratto con la squadra e cha riposto quindi grande fiducia sulla scelta che effettueranno i Buss in chiave allenatore. Il livello d’intesa con il proprio coach può naturalmente influire anche sull’animo, sulle sensazioni ed in particolare sulla stagione di un cestista. In casa Lakers l’esempio più lampante del caso è fornito da Pau Gasol, che ha vissuto complice gli attriti con D’Antoni ed i tanti problemi fisici una stagione davvero travagliata. L’ iberico per la prima volta da quando è arrivato in California potrebbe fortemente diventare un costless agent. In merito alla sua ipotetica conferma, all’ostacolo dell’ ingente somma necessaria per il suo riscatto (quasi 20 milioni di dollari) si contrapponeva inizialmente l’addio dell’ ex play di Milano. Gasol ha sempre detto che prima di prendere qualsiasi decisione sarebbe stato disposto ad intavolare una trattativa con la società per cercare di arrivare ad un compromesso e le valigie fatte da D’Antoni avevano inevitabilmente abbassato le quotazioni relative alla sua partenza. Ora però a far crollare il castello di carte costruito intorno alla vicenda ci ha pensato lo stesso Gasol che ha affermato che ad una montagna di soldi preferisce una squadra pronta e competitiva in grado di lottare per il titolo, ad occhio e croce la franchigia gialloviola non corrisponde all’identikit stilato dall’ex Grizzlies, che forse proprio come l’oramai suo ex rivale di panchina in terra californiana, è pronto a fare le valigie, ed a cercare fortuna e anelli altrove.
MEMPHIS GRIZZLIES
La voglia di rivoluzione lievitata negli ultimi tempi in casa Grizzlies, è stata smontata dall’ intenzione di puntare per il futuro nuovamente sui protagonisti di ieri ed oggi. La franchigia del Tennessee, archiviata un’ altra stagione contraddistinta dalla partecipazione ai playoff, aveva pensato di attuare un vero e proprio cambiamento a livello tecnico-dirigenziale. David Joerger, figura fidata ed arrivata la scorsa estate a coprire il ruolo di head-coach, sembrava destinato a lasciare il posto a qualche altro suo collega. La suggestione Thibodeau, alla quale avrebbero offerto il doppio ruolo di allenatore e presidente delle operazioni legate al basket, cominciava logicamente a diventare una vera e propria voce di mercato. Alla fine però il patron del club, Robert Pera, ha deciso di fare un passo indietro, ridisegnando nuovamente il suo piano per l’avvenire di Memphis con il rinnovo di contratto all’attuale tecnico. Ad inizio settimana infatti, la società ha fatto sapere di aver trovato un’ intesa con David Joerger per il prolungamento della sua permanenza ai Grizzlies.
Stando ai dati forniti, la franchigia ha esercitato un’ opzione di rinnovo nei confronti dell’ex assistente di Lionel Hollins per la stagione 2016-2017, inserendo inoltre una team option per l’annata successiva. La stessa strada improntata alla conferma è stata intrapresa con Zach Randolph. L’ala grande nativa di Marion, potrebbe lasciare i Grizzlies a partire dal prossimo 1 luglio. La volontà del team però è quella di trattenerlo e puntare su di lui almeno per un altro anno come previsto dall’ultimo accordo. Un primo incontro tra le parti è già avvenuto e l’agente del cestista, Raymond Brothers ha fatto capire che l’intesa è più vicina di quanto si pensi. “ I nostri rapporti con Robert Pera ed il gm Chris Wallace sono ottimi. Le premesse affinchè la trattativa vada in porto ci sono tutte “. Z-Bo vola verso la conferma.
NEW YORK KNICKS
Sedotto e abbandonato. Phil Jackson è tornato nella giornata di ieri a parlare davanti ai microfoni ed ai cronisti. Diversi i temi toccati nel corso dell’intervento da Coach Zen, chiamato nell’insolita quanto reale veste di General Manager a risollevare le sorti dei Knicks, volenterosi di ritornare presto ad avere una voce autorevole nei discorsi anello Nba. Tanti i dubbi che si annidano nella mente del tecnico più vincente della storia della Lega, il primo su tutti è relativo al discorso panchina della franchigia, ancora orfana di una nuova guida tecnica. E’ proprio in questo ambito che il titolo della famosa opera cinematografica di Pietro Germi trova piena significato ed attuazione. Le negoziazioni con Steve Kerr, ex commentatore tv sportivo e giocatore agli ordini di Jackson ai tempi dei Bulls, sembravano essere arrivate ad una svolta positiva. La prima impronta del responsabile delle operazioni di basket dei Knicks sembrava alle porte: Jackson affidava il team ad una figura si priva di esperienza ma che certamente conosceva bene. Ad interrompere il lungo tira e molla tra le parti ci ha pensato l’offerta dei Warriors, alla quale Kerr non ha saputo dire di no. “ Avevamo raggiunto un accordo di massima, poi è giunta l’occasione di Golden State, non potevo trattenerlo, gli ho parlato con estrema chiarezza rassicurandolo di fare ciò che riteneva più giusto, sono felice per lui. “ Campione incontrastato anche di signorilità Mister Zen.
Smaltita la “ delusione “ New York ha già instaurato nuovi contatti con altri candidati al ruolo di coach. Nessun nome però viene svelato o quasi. Viene fatta eccezione per quello di Derek Fisher altro vecchio pupillo di Jackson, che se da una parte ammette la presenza del cestista di Oklahoma nella famosa lista, dall’altra assicura che non c’è stata nessuna intervista. Incontro preliminare che non è avvenuto nemmeno con Mark Jackson “ responsabile “ indiretto del retromarcia di Kerr, ma che l’ex allenatore dei Lakers avrebbe il piacere di incontrare per valutare se vi siano interessi comuni. Un’ eventuale trattativa nel segno di Carmelo Anthony. Fonti vicine all’ ala hanno più volte ribadito la stima e simpatia professionale che Melo nutrirebbe nei confronti dell’ex tecnico Warriors. Il potenziale accordo con il coach di Brooklyn potrebbe fare più effetto dei 129 milioni di dollari che l’atleta andrebbe a percepire nei prossimi cinque anni nel caso in cui decida di restare un Knick. Ed eccolo il secondo cubo di Rubik che si aggira nelle manie e nella testa di Phil Jackson: provare a trattenere Anthony per credere insieme nel nuovo progetto della società. Per il momento i numerosi incontri tra i due hanno convinto il giocatore a valutare le proposte offertegli dalla società: restare almeno per la prossima stagione, riflettere sulla portata del nuovo piano di New York e poi eventualmente fare le valigie. “ Mi ha detto che ci penserà – ha assicurato il gm – ma è chiaro che ho anche io i miei timori, è un giocatore di grande talento, se firmasse con qualche altra squadra sarebbe un grosso dispiacere ma è il business. Andremo avanti “.
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