Il messaggio è di quelli forti, destinato a dare una spinta ancora più forte alle reazioni ed alle conseguenze che la Nba prenderà riguardo al caso Sterling : "ero nello spogliatoio tre o quattro giorni fa, con LeBron e ne discutevamo. Non giocherà se Sterling dovesse essere ancora un presidente". Le parole sono di Roger Mason Jr, vice presidente dell'Associazione dei giocatori della NBA, e portavoce delle loro volontà. La minaccia da parte del "prescelto" è chiara : qualora Donald Sterling, o un membro della sua famiglia, dovesse ancora essere a capo di una delle squadre della lega, i giocatori sono pronti a boicottare la stagione 2014-2015. Dichiarazioni che mettono ancora più pressione sul comitato della lega, incontratosi per la terza volta in settimana per discutere sul caso.
Interrogato anche sulle possibilità che uno dei familiari del magnate potesse prendere il suo posto, Mason ha risposto con un categorico : "non c'è posto per questa famiglia nell'Nba".
Nonostante queste dichiarazioni la famiglia Sterling ha fatto sapere che continuerà a fare qualsiasi cosa, nelle sedi legali, pur di mantenere la leadership della squadra di Los Angeles.
Una prima forma di protesta c'è stata già in Aprile, quando all'indomani delle intercettazioni telefoniche, i Golden State Warriors minacciarono di non giocare se il proprietario non fosse stato punito a dovere. Il caso rientrò a seguito della multa inflitta dal commissioner Adam Silver, e la gara si svolse regolarmente.
Nel frattempo Sterling sembra vivere in un mondo tutto suo, dove continua a chiedere che gli si venga data un'altra possibilità.