Gli uomini di Spoelstra, al contrario della passata stagione (quando persero in casa contro i Bulls in Gara 1) sfruttano al meglio la settimana di "riposo" guadagnata grazie alla vittoria prematura della Serie contro i Bobcats, ricaricando le pile e tornando sul terreno di gioco con una marcia in più.

Dall'altra parte gli uomini di Jason Kidd, soprattutto i veterani, propongono in campo una condizione fisica tutt'altro che invidiabile, perdendo le tracce degli Heat dopo i primi 30 minuti di gioco. 

La partita inizia sul più totale equilibrio, con Paul Pierce che spara subito un paio di triple per mettere in chiaro le sue intenzioni. Miami risponde da squadra, copione che si riproporrà per tutti e 48 i minuti. Il più grande pregio dimostrato dai padroni di casa è proprio un ritrovato senso di fiducia nel compagno: non è un caso che i giocatori in doppia cifra saranno ben cinque, senza alcun dominatore. La prima frazione di gioco si chiude sul 46-43 per gli Heat, i quali si vedono dimezzare la lead all'ultimo respiro con un buzzer beater micidiale di Deron Williams. Il play di Brooklyn si ripeterà anche allo scadere del terzo periodo, ironicamente nell'ultimo highlights della serata della sua squadra. Dopo aver preso un gap in doppia cifra intorno alla metà del terzo quarto infatti, Miami non molla più l'osso e consolida la leadership nell'ultimo periodo, trasformando gli ultimi minuti in puro garbage-time. Nessuno rimanga ingannato dai "soli" 22 punti (10-15 dal campo), 5 rimbalzi e 3 assist messi questa notte a referto da LeBron James: il numero 6 ex-Cleveland domina il campo per tutti i 36 minuti sul terreno di gioco, battendo l'ennesimo record della sua carriera, diventando il più giovane giocatore della storia di questo sport a raggiungere quota 4000 punti nelle gare di Post-season. Non poteva certo mancare l'apporto dei compagni di merenda Dwayne Wade e Chris Bosh: il primo è quello che giova di più di questi 8 giorni di riposo dall'ultima gara, dimostrandosi fresco e concentrato, chiudendo a referto con 14 punti, 4 rimbalzi, 5 assist e 2 palle recuperate; il centro numero 1 invece, fa addirittura meglio, ritrovando la doppia doppia con 15 punti e 11 rimbalzi. Dopo aver terminato dei quarti di finale in maniera imbarazzante, Ray Allen si dimostra lettore accanito di Vavel e smentisce tutti inchiodando 19 punti (4-7 da fuori) in 26 minuti di gioco. Doppia cifra anche per Chalmers con 12 punti. Non solo Allen. Dalla ceneri risorgono anche Chris Andersen e Shane Battier: quest'ultimo rispolverato dal primo minuto dopo quasi una decade, chiude con 8 punti ed infinite chiusure difensive; The Birdman stupisce forse ancor di più, andando a casa con 7 punti, 4 rimbalzi ed altrettante stoppate.

Miami vince prima in difesa e poi in attacco. Dopo aver concesso solo 29 punti nei primi 20 minuti, i Nets iniziano a trovare qualche coniglio dal cilindro con triple impossibili di Williams e Joe Johnson, senza riuscire mai ad entrare nel dipinto e far male agli avversari. Le due guardie, nettamente i più in forma del roster, chiudono con 17 punti ciascuno, tirando con quasi il 70% dal campo. Se gli 8 punti di Paul Pierce possono suonare come una nota negativa, la prima partita della carriera di Kevin Garnett senza alcun punto, suona come la morte del proprio gatto.  

Le sette gare consumate ai quarti di finale contro i Raptors di Toronto, giocate e sudate sino all'ultimo centesimo di secondo dell'ultimo minuto dell'ultima partita, si sono fatte drammaticamente sentire sulle gambe e nella mente dei giocatori di Jason Kidd, incapaci di riprendere qualsiasi tipo di discorso portato avanti da Miami nella ripresa. I giorni, o meglio il giorno, per riposare andrà sfruttato al massimo, così da presentarsi giovedì notte con la stessa mentalità che aveva permesso ai Nets di finire 4-0 sugli Heat la Regular Season di quest'anno.