Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Il primo tempo offerto dai Bobcats è stato sicuramente di livello. Paritta equlibrata e quasi sempre condotta, anche se di poco, guidati da un super Al Jefferson.
Il centro in maglia blu tuttavia, si procura una distorsione alla gamba destra che condizionerà vistosamente la sua gara, non tanto ai tabellini dove mette a referto un eccezionale 18-10, quanto più nella tenuta visica, zoppicando clamorosamente per tutto il secondo tempo.
Il miglior marcatore tra le file dei Bobcats è Kemba Walker (20 punti), il quale cerca di caricarsi la squadra sulle spalle il più possbile, senza tuttavia evitare la quantomai ovvia capitolazione. Bene anche Josh McRoberts e Gary Neal: l'ex tribunaro dei Lakers, riscopertosi titolare e giocatore di basket in quel di Charlotte, chiude con 15 punti; per il dente avvelenato ex Spurs invece, i punti saranno ben 17.
Nota negativa la prova di Gerald Henderson e di Kidd-Gilcrisht, con 4 e 5 punti rispettivamente. Se quest'ultimo è scusato per aver dovuto marcare James tutta la gara, la guardia adorata da Micheal Jordan si prende una serata di ingiustificato riposo.
Dopo un primo tempo in ciabatte e pigiama, è dovere di cronaca ammetterlo, Miami scende in campo nella seconda frazione di gioco con un piglio diverso e, inevitabilmente, chiude la gara in una manciata di canestri, ritrovandosi anche sul +20.
I compagni di merende D-Wade e LBJ combinano per 50 punti (23 il primo e 27 il secondo), coadiuvati dai 13 di Chris Bosh e dai, udite udite, 12 di James Jones, il quale viene tirato fuori dalla naftalina da Coach Spoelstra con un ruolo alla Mike Miller. Chissà che non sarà lui la sorpresa di questi Playoff, soprattutto dato il netto ritardo di condizione di Shane Battier, tenuto ancora una volta fuori per tutta la gara.
L'appuntamento per Game 2 è fissato per mercoledì, dove i Miami Heat cercheranno di sigillare la qualificazione ancora di fronte al proprio pubblico della American Airlines Arena.