Analizzato il match-up fra Indiana Pacers ed Atlanta Hakws proseguiamo con il nostro viaggio all'interno del tabellone Eastern dei Playoffs NBA con i campioni uscenti ed una delle novità della stagione, forse la più sottovalutata.

MIAMI HEAT (#2, 54-28) - CHARLOTTE BOBCATS (#7, 43-39)

Miami avrebbe potuto vivere una stagione migliore. Nessuno si aspettava questo calo da chi, ai nastri di partenza, cominciava l'annata NBA da favorita, ancora una volta. Rotazione mai stabile, problemi difensivi, Wade che gioca solamente 54 delle 82 gare di Regular Season: tutti ingredienti che hanno fatto sì che la corazzata di Spolestra arrivasse al traguardo con il fiatone. Calo fisico (i Big Three cominciano a viaggiare verso i 30 anni) o motivazionale? Anche la seconda ipotesi è plausibile. Dopo due anelli e tre viaggi alle Finals consecutivi la concentrazione potrebbe esser calata vistosamente. Eppure il ThreePeat dovrebbe avere il suo bel sex-appeal. L'ultima squadra a vincere tre anelli di fila sono stati i Lakers di Shaq e Kobe. Gli Heat, scarichi, hanno concluso la stagione con solamente due vittorie nelle ultime otto gare, rinunciando così al sogno del primo seed ad Est sull'altare di una condizione fisica migliore delle stelle ai Playoffs (vedi i riposi concessi a parecchie star nell'ultima settimana).

I Miami Heat, al primo turno, incontreranno una cenerentola, i Charlotte Bobcats. Sì, avete letto bene, proprio gli zimbelli di ogni adetto ai lavori, capaci di ottenere appena 28 vittorie nell'arco di due Regular Season fra la stagione 2011-12 e quella successiva. Quest'anno sono invece arrivate ben 43 W in Regular Season, molto più di quanto conseguito nei due anni precedenti. E pensare che si entrava nella stagione 2013-14 con poche prospettive, con un allenatore alla prima esperienza in NBA (Clifford) ed un grande acquisto sul mercato dei free-agent (Al Jefferson) che sembrava una destinazione remunerativa e poco altro per il centro ex Jazz. I Bobcats hanno chiuso la stagione con otto vittorie nelle ultime nove gare e per un pelo (1W) non hanno conquistato la sesta di piazza, cosa che gli avrebbe permesso di affrontare una più abbordabile Toronto. I Raptors ed i Bobcats rappresentano le sorprese di questa stagione. I Cats di Steve Clifford hanno impressionato l'NBA con una difesa incredibile che gli ha portati a concedere 100 punti solo all'11° gara giocata. Difatti, a fine stagione, rappresentano la 4° difesa NBA con 97.1 punti concessi a partita, cosa che ha mascherato le pecche del 24° attacco della Lega.

Quintetti base:
Miami : Chalmers, Wade, James, Battier/Haslem, Bosh
Charlotte : Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, McRoberts, Al Jefferson

Grande merito dell'anno di Charlotte va a Pat Ewing (assistant coach) ed a Clifford stesso, capaci di cambiare la filosofia all'interno della franchigia e la reputazione ad Al Jefferson. Big Al è sempre stato etichettato come un enorme attaccante (il suo repertorio di movimenti spalle al canestro non ce l'ha nessuno. Pierce ha detto "Non si può marcare Al Jefferson") ma un pessimo difensore. Quest'anno invece, con l'aiuto di quell'Ewing ex centro di New York, ha conquistato gradi anche come marcatore. Infatti Charlotte è diventata la 5° difesa NBA per punti concessi dai 5 piedi in giù (1.5 metri). Al Jefferson è riuscito ad invertire la rotta della sua carriera in quel di Charlotte pur rimanendo uno dei cinque giocatori a chiudere la stagione con almeno 20 punti di media accompagnati da almeno 10 rimbalzi. E' migliorata la sua media di assist e la sua percentuale di ottenere un rimbalzo difensivo. Anche il playmaker Kemba Walker è migliorato difensivamente. Ha tenuto i suoi avversari diretti sotto il 48.5% al tiro in stagione; dal concedere 0.91 punti per ogni possesso in isolamento al suo avversario, al concederne lo 0.71. Importante anche come Walker sia stato capace di tenere il portatore di palla di un Pick and Roll al 38% al tiro. Insomma, se in MKG e Henderson tracce di buoni difensori se ne vedevano, il coaching-staff ha fatto un lavoro enorme sull'asse principale del team.

Miami invece quella efficacia difensiva che avevamo apprezzato gli anni scosi l'ha un po' persa. Strano leggere come gli Heat tirino, in media, solo 0.2% in più rispetto ai propri avversari. Parecchio fire-power da fuori si è perso con gli invecchiamenti di Allen e Battier, vero. Pensate però al tipo di giocatore che è diventato Bosh. Chris Bosh nasce ala grande, si sviluppa da ala grande a Toronto ed è incanalato verso il ruolo di centro al suo arrivo a Miami, cosa che gli ha permesso di diventare un eccellente difensore. Quest'anno Spoelstra, capito di non poter più fare affidamento certo sulle triple di Battier e Allen, ha chiesto a Bosh di migliorare il suo tiro da fuori. I risultati Charlotte li conosce....

Per darvi l'idea del tipo di attaccante in cui si è evoluto il numero 1 di Miami ecco a voi un contributo immagine direttamente da Grantland:

Per i negati in inglese. Vedete quell'area gialla? Bene, solo 41 giocatori NBA hanno provato 200 tiri all'interno di quello spazio in Regular Season. Di questi 41 Bosh si piazza terzo (con il 47.7% al tiro) dietro gente che con il jumper e con la tripla frontale ci ha fatto battesimo, comunione, cresima e matrimonio: Nowitzki e Curry.

Il modo in cui Bosh emigra sempre più verso la linea dei tre punti garanatisce lo svuotamento dell'area, caposaldo senza il quale il sistema offensivo di Miami non girerebbe: grazie ad i Random Cuts di Bron e Wade Miami si piazza infatti quinta come percentuale al tiro dai cinque piedi in giù, quando ci si avvicina a canestro insomma.

Sarà un bel vedere la sfida fra la 5° difesa in quel campo (Charlotte) ed il 5° attacco (Miami)

Fattore chiave: le panchine

Come abbiamo detto sopra, Charlotte ha il 24° attacco della Lega (96.9 punti a gara). Dietro Walker e Jefferson chi segna? Il problema se lo sono posti, in North Carolina, così nel mercato di metà stagione sono arrivati due tiratori da tre formidabili come Gary Neal e Luke Ridnour da Milwaukee in cambi di Ramon Sessions e Jeff Adrien. A primo impatto scambio troppo favorevole ai Bucks. Poi abbiamo cominciato ad assaggiare, o meglio a riassaggiare, cosa porta Gary Neal in attacco. Triple, triple ed ancora triple. Gay Neal ha aggiunto all'attaco dei Bobcats 11.2 punti di media, importantissimi quando il punteggio delle tue gare tende a tenersi basso. Non solo Neal, anche lo stesso Ridnour, Chris-Douglas Roberts, Tolliver, Cody Zeller e Biyombo sono stati capaci di portare i Bobcats al diciannovesimo posto come produzione offensiva dalla panchina (30.1 punti)

Dall'altra parte, in panchina, siede accovacciato un uomo uccello, un Birdman. Chirs Andersen, istrionico centro degli Heat, l'anno scorso si è guadagnato da vivere facendo tremare parecchi avversari quando entrava in campo dalla bench. Non solo difesa aggressiva ma anche una fase offensiva che l'ha portato a chiudere la scorsa Post-Season con una media di 80.7% al tiro, roba che gli ha consegnato di diritto il record di giocatore con la miglior percentuale dal campo ai Playoffs. Con l'esperimento Oden per ora fallito spetterà ad Andersen raccogliere i rimbalzi che tanto mancano a Miami: ha chiuso la RS con 1.2 rimbalzi in più rispetto allo scorso anno (4.1 contro 5.3) con 0.3 stoppate in più ed 1.7 punti in più. Ha migliorato la percenutale ai liber i (3.3% in più, ora si tocca il 71%) e quella dal campo (dal 57.7 al 64.4). Indubbiamente Andersen riscuote così tanto successo perché deve affrontare il centro riserva degli avversari: infatti, contro Al Jefferson, Birdman raccoglie 13% dei rimbalzi disponibili. Senza di lui Andersen ne cattura il 27%. A Spoelstra l'ardua decisione di come manovrare la rotazione dei suoi Heat.

Pronostico: 4-1 Miami

La sensazione è che nonostante il momento no di Miami, adesso gli Heat comincino a drizzare le antenne ed a rimboccarsi le maniche facendo valere la propria superiorità. Non possiamo esonerarci dall'assegnare almeno una vittoria in casa a questi Cats che hanno finalmente smesso di essere gattini per diventare leoni.

Date:

Gara 1: 20 aprile, ore 21.30 italiane @Miami
Gara 2 :
24 aprile, ore 2 italiane, @Miami
Gara 3 :
27 aprile, ore 2 italiane, @Charlotte
Gara 4 :
29 aprile, ore 2 italiane, @Charlotte
Gara 5
(if necessary): 31 aprile, orario da determinare, @Miami
Gara 6
(if necessary) : 3 maggio, orario da determinare, @Charlotte
Gara 7
(if necessary) : 5 maggio, orario da determinare, @Miami