Il campionato è agli sgoccioli, i playoff sempre più vicini. Serviranno freddezza, maturità e concentrazione alle squadre che sognano la postseason per arrivare nella postseason, la fase più importante della stagione. Vietato sbagliare per tutte. Analizziamo insieme quanto accaduto in settimana.

CHICAGO BULLS

Non sono la rivelazione di questa stagione Nba, certo è però che nessuno si sarebbe aspettato dei Bulls di questo calibro al fotofinish del campionato. I biancorossi, continuano a raccogliere attestati di stima e complimenti da parte degli addetti ai lavori per una stagione in teoria di transizione ma che nella pratica si è rivelata preziosa ed esaltante. Il peggiore attacco della Lega, unico neo di una regular season a cui i biancorossi non potevano chiedere di più. E’ mancato Rose, ma a guidare la squadra con grande sicurezza e temperamento è stato Joakim Noah. Il centro di origini francesi si è sempre fatto trovare pronto, mantenendo per tutto l’arco della stagione standard di alto livello che nessuno avrebbe mai immaginato. Non solo valida figura offensiva con una media di 12,6 punti a partita (suo massimo in carriera) , ma anche valido passatore (media di 5,2 assist mentre nel 2013 4,0 e nel 2012 2,5 ), senza dimenticare le sue abilità difensive (7,6 rimbalzi difensivi, lo scorso anno 7,0 ). Il merito di questa seconda vita del centro è ricollegabile al lavoro effettuato con e su di lui da parte del coach Tom Thibodeau. Apostrofato, nel corso degli ultimi giorni, dallo stesso Noah come l’uomo più competitivo che abbia mai incontrato. I Bulls, ad oggi sono in piena lotta con i Toronto Raptors per il terzo posto ad Est. Reduci da una striscia di sette vittorie consecutive che ha permesso loro di aumentare il distacco dai Nets quinti, i sei volte campioni del mondo Nba sono stati i protagonisti degli ultimi movimenti di mercato. Come preannunciato nello scorso appuntamento, in Illinois sono tornati sia Ronnie Brewer che Mike James e non solo. Ai due atleti si è inoltre aggiunto Lou Amundson, altro volto già noto nell’ambiente di Chicago. L’obiettivo era quello di assicurarsi pedine di esperienza ed in grado di aumentare il livello tecnico della panchina. Stando alle parole degli esperti, i tre cestisti potrebbero però anche essere utilizzati come pedine di scambio nella prossima postseason.

MIAMI HEAT

Chi si aspettava un finale di stagione ad Est soporifero ed incolore sarà sicuramente rimasto deluso. Già perché mentre la Western Conference resta il condominio per antonomasia più scoppiettante ed adrenalinico della Lega, quanto sta accadendo dall’altra parte del continente è qualcosa se non nuovo, di certo insolito. Grazie ad un livello praticamente medio basso che caratterizza quasi tutte le squadre che compongono la Eastern Conference, i verdetti con vista sui playoff non sono stati ancora partoriti. Forte la bagarre ai piedi della graduatoria così però come sulle sue più alte vette. Il ”quasi “ utilizzato per descrivere gli standard poco esigenti di Est, estranea da questo gruppo misto naturalmente i Pacers e gli Heat. Squadre infatti ben costruite e con una loro ossatura che nonostante tutto, negli ultimi tempi non sono state esenti da momenti di appanno. Il testa a testa tra le due franchigie per la leadership non conosce flessioni. Arrivati a questo punto, appare sicuro che il duello si deciderà nelle ultimissime battute della regular season, sul rettilineo finale piuttosto che all’ultima curva. Seppur con leggero vantaggio (54-25 Heat, 54-26 Pacers), gli uomini di Spoelstra sembrano maggiormente equipaggiati per conquistare l’apice della graduatoria di Est. L’ultima serata Nba li ha visti prevalere proprio sui diretti avversari. Una partita non da iscrivere negli annali del campionato per intensità e spettacolo, ma fondamentale ai fini della corsa al primo posto. I campioni in carica hanno più esperienza e capacità nel gestire situazioni delicate. Negli ultimi tempi hanno incassato ko contro squadre tutt’altro che irresistibili come Minnesota e New Orleans, ma possono contare su un organico magari non di prima pelle, ma sicuramente unito, ben combinato che si è cementificato nel corso degli anni. Per mantenere il primato, Miami non dovrà effettuare in futuro altri testacoda, come capitato in quattro delle ultime dieci gare. Tre partite al termine del campionato, due trasferte contro Atlanta e Washington, prima di chiudere la stagione in casa contro Philadelphia. Oltre ad un Three-Peat da voler realizzare, nel futuro degli Heat un ruolo rilevante lo costituisce il mercato. Dwyane Wade, Chris Bosh e LeBron James avranno al termine della season la possibilità di rivedere i loro piani contrattuali. Al di là di come andranno i playoff, sembra davvero difficile che i tre lascino la Florida. Bosh, in tempi già sospetti, ha confermato sia la sua permanenza, sia quella di King James. La stessa domanda è stata rigirata al terzo diretto interessato. “ Non sono preoccupato per la mia situazione. – ha affermato Wade – Mi trovo benissimo qui, mi trovo in una squadra fantastica, ci siamo tolti parecchie soddisfazioni. Il mio obiettivo è solo il titolo. Sono concentrato sul presente. Quando la stagione sarà finita, mi incontrerò con Bosh e James. Prenderò la decisione migliore per me e per la mia famiglia. “ I tifosi biancorossi incrociano le dita.

MILWAUKEE BUCKS

Aria di novità per i Milwaukee Bucks. La squadra allenata da Larry Drew, potrebbe presto avere un nuovo padrone. Le voci in merito ad un’eventuale cessione della franchigia da parte dell’ex senatore Herb Kohl hanno trovato un immediato riscontro. Già nello scorso gennaio, lo stesso ex politico del Wisconsin aveva fatto capire di essere alla ricerca di nuovi partner volenterosi di entrare in nuovo ed ambizioso progetto Milwaukee. La situazione adesso appare diversa. Kohl sembra davvero propenso ad uscire definitivamente dal palcoscenico Nba. Nella prossima riunione tra i boss delle franchigie Nba, in programma al ridosso del prossimo fine settimana a New York, la cessione del club della Eastern Conference potrebbe essere uno degli argomenti chiave. Secondo alcune indiscrezioni, già due potenziali acquirenti avrebbero bussato alla porta in cerca di informazioni. Tra queste non sembra esserci alcun soggetto riconducibile a Seattle, protagonista nel recente passato di un duello a colpi di dollari e garanzie per l’acquisizione dei Sacramento Kings. La cifra con la quale poter diventare proprietari dei Bucks dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 milioni di dollari.

NEW YORK KNICKS

“ This is the end, beautiful friend…This is the end, my only friend, the end “. Seppur per descrivere un contesto ed una situazione diametralmente opposta, il successo musicale dei Doors si presta efficacemente per delineare il momento che si sta vivendo in casa Knicks. Se nell’ultimo nostro appuntamento avevamo evidenziato come e perchè gli arancioblu potessero ancora credere nel sogno playoff, ora, a distanza di quasi sette giorni, non possiamo altro che constatare quanto siano effettivamente poche e quasi nulle le speranze di Melo e co. di conquistare l’accesso alla postseason. Le aspettative della squadra della Grande Mela hanno cominciato a vacillare nel Sunday night scorso. New York, nona alle spalle di Atlanta, cade rovinosamente sul parquet dei Miami Heat. Una sconfitta che ha fatto male, perché ha allontanato dal radar dei due volte campioni del mondo gli Hawks, che poche ore più tardi “restituiranno” il favore alla squadra di James, polverizzando in trasferta gli Indiana Pacers. A pesare sulla rincorsa dei Knicks è un calendario più proibitivo rispetto a quello degli uomini di Budenholzer. Nelle ultime tre sfide, al Madison Square Garden arrivano i Bulls ed ancora una volta i Raptors. Le due sfide saranno poi intervallate dalla trasferta al Barclays Center, casa dei cugini di Brooklyn. Senza considerare che per effettuare il sorpasso su Atlanta servirà un nuovo suicidio stavolta sul photofinish di quest’ultima. Il futuro del tecnico Woodson appare sempre più lontano da New York. I rumors di mercato sono convinti che in caso di mancata qualificazione ai PO, l’esonero del tecnico sarà immediato. Solo Phil Jackson potrebbe salvare il tecnico nativo di Indianapolis, assicurandogli il posto sulla panchina anche nel nuovo progetto targato Coach Zen.

OKLAHOMA CITY THUNDER

Continua la prestigiosa cavalcata dei Thunder finalizzata a confermare il secondo posto ad Ovest. La franchigia di Oklahoma può anche considerarsi certa di arrivare ai playoff dietro alla perfetta San Antonio. Alle spalle di Durant e co. forte è sempre stata la pressione dei Los Angeles Clippers, feriti ma non capitolati definitivamente nemmeno dopo la sconfitta patita in settimana proprio contro i ragazzi di Scott Brooks. L’allenatore californiano in questo ultimi mesi ha potuto fare affidamento sull’intesa e pericolosità del tandem Westbrook - Durant. Complice l’anno mostruoso di KD, l’assenza del playmaker nella prima parte del campionato non ha costretto i Thunder a ridisegnare i loro piani stagionali. Il suo ritorno si è poi, come di consueto in questi casi, rivelato funzionale per l’accrescimento del livello tecnico del gruppo ed utile date le sue caratteristiche di gioco. Nonostante un altro stop a ridosso del 2014 dettato da problemi al ginocchio fresco di operazione, Westbrook, quando disponibile, è sempre partito titolare. Un chiaro segnale di quanto il tecnico di Oklahoma creda nei mezzi e nella capacità di un cestista decisivo e mai banale sia dentro che fuori il parquet. In attesa che il campionato sancisca gli ultimi verdetti, è appurato che il cammino dei Thunder verso l’anello sarà ricco di ostacoli ed insidiosi avversari come la tradizione della Western Conference richiede. Chi quasi certamente non incontrerà invece alcun intoppo sulla strada verso il titolo di MVP della stagione è Kevin Durant. L’ala classe 1988 è stato fin qui autore di una stagione sensazionale. La media a partita di 32,0 punti fin qui registrata, è stata raggiunta anche attraverso una striscia record estremamente brillante. KD ha disputato 41 partite di fila mettendo a referto almeno 25 punti a gara. Un primato degno di nota scippato ad un certo Michael Jordan, fermatosi quasi trent’ anni fa, a 40 apparizioni. Nella sfida in cui l’ arco delle gare poteva salire a 42, le marcature messe a segno da Durant sono state “solo” 23. L’atleta è apparso nel dopogara del match contro Sacramento tutt’altro che amareggiato. “ Sono contento che questa telenovela sia finita. Al termine di ogni sfida mi arrivavano così tanti messaggi di congratulazioni. Io gioco per la squadra e per arrivare più in alto possibile con i miei compagni. Non gioco per raggiungere dei risultati individuali. “ Dichiarazioni che fanno ben capire quali siano i veri obiettivi stagionali del ragazzo di Washington. Il quale intanto, può incassare anche i complimenti e le belle parole del suo più vivo rivale nella lotta al premio “ Most Valuable Player “ : LeBron James. “ Il riconoscimento di MVP di quest’anno andrebbe dato senza dubbio a Kevin Durant per quanto mostrato fino ad oggi. “ ha confessato la stella degli Heat, quattro volte vincitore del titolo negli ultimi cinque anni. A fargli eco è stato Doc Rivers: “ Considero James il giocatore più forte in circolazione, ma quest’anno Durant è stato splendido “. In chiave mercato, i Thunder hanno deciso di lasciar andare la guardia Reggie Williams, dopo due contratti decadali. Il suo posto nel roster è stato colmato con la giovane ala Grant Jerrett. L’atleta proviene dai Tulsa 66ers, squadra della D-League affiliata ad Oklahoma.

ORLANDO MAGIC

“ Non abbiamo nessuna intenzione di cedere la franchigia. Il nostro obiettivo è quello di riportare Orlando ad alta quota. Questa nostra volontà, affinchè si esaudisca, richiede grande impegno e dedizione. Tutti i membri della nostra famiglia, compreso mio padre, hanno a cuore le sorti della squadra e sono coinvolti soprattutto affettivamente nelle attività che la riguardano. “ A parlare così è uno dei figli di Richard DeVos, facoltoso uomo d’affari, proprietario degli Orlando Magic. Le dichiarazioni di uno dei più stretti collaboratori del numero uno della franchigia della Florida sono in riferimento alle voci uscite negli ultimi tempi, le quali asserivano la possibilità che il club potesse prossimamente essere messo in vendita. Stando alle parole degli esponenti della famiglia DeVos, la volontà sarebbe invece quella di rimanere alla guida dirigenziale dei Magic, puntando su un nuovo progetto ambizioso e di valore. Negli ultimi anni, il fenomeno Magic, finalista nelle Finals del 2009 e vincitore nel suo quarto di secolo di storia di 2 titoli di Conference e 5 di Division, è stato offuscato dai conterranei di Miami. La speranza dei tifosi di Harris e co. è che quanto avanzato di recente dai DeVos possa trovare una sua conferma soprattutto dal punto di vista pratico. La voglia dei supporters di Orlando di tornare nel palcoscenico della postseason è davvero tanta.