Notte di stelle. La NBA oggi ha un MVP dichiarato, tanto silenzioso quanto letale. Kevin Durant è l'anima dei Thunder, che cercano di assurgere, dopo anni di delusioni, tra finali perse e infortuni fatali, nell'Olimpo della National Basketball Association. La classe infinita del n.35, ancora una volta sopra i 30 punti (41 per lui), basta per regolare Atlanta. Si conferma macchina da punti Kevin Love, fondamentale per i T-Wolves nel successo contro i derelitti Chicago Bulls. Non basta un sublime Pierce ai Nets. Dopo il ritorno glorioso al Garden, arriva la sconfitta per Brooklyn, contro una delle sorprese più luminose di questo scorcio pre All Star Game, i Toronto Raptors. Agevole affermazione per i Clippers contro i Bucks e per i Jazz sui Kings, mentre i Suns regolano i 76ers.
Oklahoma City Thunder - Atlanta Hawks 111-109
Il canestro della vittoria, molto di più. Questo è Kevin Durant. Atlanta gioca una partita da grande squadra, tiene sotto scacco i Thunder, con un Millsap formato All-Star. All'inizio del terzo periodo il vantaggio Hawks si aggira attorno ai 14 punti. Poi arriva il quarto periodo, la terra naturale di KD. Trova lui la parità a pochi minuti dal termine, quando si inceppa l'attacco ospite. Dopo aver infilato sette dei primi nove tentativi dall'arco, aver aperto la ripresa con un parziale di 10-3, negli ultimi 3'50 Atlanta trova la via del canestro una sola volta. Si chiude la difesa guidata da Ibaka, si accende l'attacco illuminato da Durant. Oklahoma suona l'ottava sinfonia consecutiva.
Philadelphia 76ers - Phoenix Suns 113-124
Nessuno avrebbe ipotizzato uno scenario simile. I Phoenix Suns riscrivono la storia e si ritrovano, nella terribile Western Conference, in piena corsa verso il sogno playoff. D'incanto sembrano tornati i tempi d'oro di Nash e Stoudemire, quelli del corri e tira senza sosta. Senza Bledsoe, infortunato, non si ferma la marcia dei ragazzi di Hornacek. Sono Gerald Green e Goran Dragic a guidare una sfida condotta senza patemi dall'inizio alla fine. Conferme quindi dopo la sonora affermazione di Cleveland. Coi Cavaliers era servito un secondo tempo formato super per recuperare uno scarto imprtante, qui basta una partenza lanciata, per annichilire le poche speranze dei 76ers, ormai lontani dal scintillante inizio di stagione.
Toronto Raptors - Brooklyn Nets 104-103
Dimenticate le emozioni del Garden, col ritorno a casa di Paul Pierce e Kevin Garnett, il risveglio per i Nets ha il sapore dell'amara sconfitta. Sono i Toronto Raptors la bestia nera di Jason Kidd in questo gennaio fatto di successi e conferme. Si ferma la striscia di Brooklyn, sconfitta sul filo di lana da un perfetto connubio difesa-attacco, firmato da Patrick Patterson. Prima ruba la palla decisiva a Deron Williams, da poco rientrato e non ancora al top, poi chiude la contesa sfruttando la palla di ritorno di Lowry. Proprio quest'ultimo è il top scorer degli ospiti con 31 punti, mentre ai padroni di casa non basta il miglior Pierce dell'anno. Per The Captain and The Truth 33 a referto.
Minnesota Timberwolves - Chicago Bulls 95-86
31 e 8 rimbalzi per Kevin Love, ma soprattutto la solida partita di Ronny Turiaf. Minnesota perde Pekovic per un problema al tendile d'Achille e riscopre il centro di riserva, giramondo in cerca d'anello, capace di garantire minuti di quantità. I Bulls guardano alla sorte, a un credito infinito con la dea bendata. All'assenza senza tempo di Derrick Rose, si aggiunge quella dell'anima guerriera di Chicago. Noah, messo fuori causa da un malanno, resta a casa. Thibodeau prova a opporsi come può, affidando le chiavi del quintetto a Boozer, ma alla distanza escono i Timberwolves.
Los Angeles Clippers - Milwaukee Bucks 114-86
Una non competitiva. Dura poco più di un quarto la sfida tra Clippers e Bucks. Sono Blake Griffin e Jamal Crawford a segnare un incontro che chiude il viaggio a Est di Los Angeles, pronta ora, con un record di 5-2 nelle ultime sette uscite, a tornare nel torrido Ovest. Non pesa la stanchezza sulle gambe dei ragazzi di Rivers. L'ostacolo, morbido, giunge a puntino per coronare con successo una campagna dispendiosa. Per i Bucks 16 di Ilyasova e 14 di Middleton.
Sacramento Kings - Utah Jazz 99-106
A un passo dall'impresa. I Kings, privati dell'apporto di Cousins, Gay e Thomas, messi in scacco dai Jazz, nel quarto periodo, con oltre 20 punti da recuperare, parevano spacciati. Poi un time-out e la bellezza di una NBA a tratti indecifrabile. Un manipolo di ragazzi a un istante dalla clamorosa rimonta. A vincere sono i Jazz, ma l'orgoglio di Sacramento è da applausi. 16 e 11 rimbalzi per Marvin Williams, mentre non bastano a Mike Malone i 19 e 11 di Jason Thompson.