Trenta squadre, sempre pronte a stupire gli appassionati di tutto il mondo. Questa è l’Nba. La Lega più spettacolare del cosmo non finisce mai di partorire novità. Che si parli delle vicende del parquet o delle questione esterne al campo, la produzione di fatti salienti non conosce inevitabilmente pause. Intanto l’All-Star Game si avvicina. Gli esiti delle votazioni hanno presentato i rispettivi vincitori e così la consueta manifestazione, che fa dello spettacolarità e meraviglia i propri capisaldi, è entrata a tutti gli effetti nel vivo. L’evento, che si disputerà tra il 14 ed il16 febbraio ad Orlando, sarà naturalmente un’autentica parata di campioni, anche se le esclusioni eccellenti non sono mancate. Continuiamo il nostro viaggio oltreoceano e analizziamo insieme quanto accaduto negli ultimi tempi.
ATLANTA HAWKS
Kyle Korver e la striscia consecutiva delle triple. Potrebbe essere il titolo ideale della favola che sta continuando a vivere il play di Lakewood. L’ex Chicago Bulls è arrivato a quota centodieci gare di fila con almeno una tripla messa a segno. Un record straordinario che ha rischiato di andare in frantumi nella serata di Londra, della scorsa settimana, dove a cadere sono stati comunque gli Hawks. Lo scivolone rimediato nella trasferta europea è stato importante per gli uomini di Budenholzer, che una volta rientrati nel nuovo continente sono tornati a ruggire, battendo Miami prima ed Orlando poi, confermando la loro presenza nella parti alta della Eastern Conference. La sfida disputata sulle sponde del Tamigi ha comunque portato conseguenze di una certa entità sulla salute di Pero Antic. Gli esami effettuati sulla caviglia destra dell’ala, in un primo momento, non avevano segnalato problemi, tanto da spingere lo staff medico di Atlanta a considerarlo convocabile per le restante partite. I successivi test, logicamente più approfonditi, hanno invece evidenziato una frattura da stress. Per il cestista i tempi di recupero si aggirano tra le due e le quattro settimane. Sul fronte del mercato, l’idea di un ritorno di Ivan Johnson non dispiacerebbe. Il texano al momento impegnato nell’ultima fase del campionato cinese, potrebbe tornare a giocare prossimamente negli States, complice l’alto numero di squadre sulle sue tracce. In attesa degli acquisti, è arrivata una conferma: quella di James Nunnally, al suo secondo contratto dalla durata di dieci giorni.
BOSTON CELTICS
La testa della società biancoverde è oramai concentrata sulle prossime stagioni. Quella attuale si sta rivelando un vero incubo, con diverse serie di partite senza vittorie, numerosi infortuni ed una griglia dei playoff che si allontana sempre di più. L’unico vero motivo per la quale i tifosi Celtics hanno potuto sorridere nel corso dell’anno è stato per il ritorno all’attività di Rajon Rondo. Il playmaker, in aria di rinnovo a fine stagione, ha disputato tre partite raccogliendo un discreto minutaggio e sta cercando gradualmente di raggiungere la migliore forma, in modo da poter ripagare i suoi supporters per l’affetto ricevuto nel corso dell’ultimo anno solare. In chiave mercato il GM Danny Ainge, constatati i pesanti stop di Jerryd Bayless e Avery Bradley, si è subito messo a lavoro per cercare un nuovo rinforzo che ha trovato nella figura di Vander Blue. La guardia classe 1992, è stata prelevata dai Delaware 87ers, squadra della D-League. Il cestista, con un passato in Israele, ha firmato un contratto di dieci giorni, esordendo nella sfida vinta dai Celtics contro i Wizards. Il lavoro degli uomini mercato di Boston però non è certo terminato qui. Le numerose scelte a disposizione per i prossimi Draft, hanno spinto Ainge ed i suoi collaboratori a seguire alcuni dei più promettenti giovani in circolazione: da Jabari Parker a Joel Embiid passando per Andrew Wiggins, Marcus Smart e Julius Rande. Cestisti ancora in fasce ma dagli ampi margini di miglioramento. La Boston del futuro potrebbe dunque passare tra le mani di qualcuno dei giocatori appena nominati, ma la linea-guida da seguire per riaprire il nuovo ciclo non è ancora del tutto chiara. Dalle parti del TD Garden c’è la voglia di tornare subito protagonisti, un desiderio realizzabile solo con il tesseramento di qualche campione con la c maiuscola. L’ideale sarebbe scippare alle concorrenti un potenziale costless agent. Nel caso in cui, per esempio, Pau Gasol chiuda la sua esperienza ai Lakers, i biancoverdi potrebbero farsi sotto per lo spagnolo, oppure virare ancora ad Est e attendere l’evolversi della situazione Melo a New York.
DENVER NUGGETS
“ Quando rientrare? Non lo so, non ci abbiamo ancora pensato. Tornare il prossimo anno? Potrei, è un’idea che mi balla per la testa, decideremo in futuro. “ Le parole, di qualche giorno fa, di Danilo Gallinari alla “Gazzetta dello Sport “suonavano come un campanello d’allarme. Il peggio sembrava passato ed invece quelle che sembravano dichiarazioni frutto di indecisione e titubanza per una condizione fisica magari non al top, hanno trovato un concreto riscontro nella giornata di martedì. Il Gallo tornerà direttamente la prossima stagione. L’intervento per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio infortunato lo scorso aprile è stato inevitabile. L’ex Olimpia Milano, si era già sottoposto ad un’operazione chirurgica al menisco nel corso dell’estate. La mancata frattura di quest’ultimo avevano fatto presagire, o almeno sperare, in un ritorno in tempi più rapidi. Prima fine anno, poi gennaio 2014, infine marzo nella peggiore delle ipotesi. La mancata cicatrizzazione del legamento del collaterale sinistro ha poi distrutto tutte le tabelle di recupero e chiuso l’attuale stagione del cestista lombardo prima del suo effettivo inizio. “Sappiamo quanto si è sacrificato negli ultimi mesi per tornare in campo. – ha affermato il suo coach Ty Lawson - E' stato molto sfortunato, non ci rimane che accettare la realtà e stargli vicino . Facciamo il tifo per lui: lo supporteremo e lo aiuteremo facendo del nostro meglio.“ La piena assenza di Gallinari sarà un duro colpo per Denver, soprattutto sul piano psicologico. Il cestista azzurro, che ha trovato la sua dimensione in Colorado, appariva in questo primo anno di riassetto tecnico e societario dei Nuggets, il punto di riferimento sul parquet. Il tramite tra la squadra e ed il nuovo staff. La stagione poteva regalarci un Gallinari trascinatore e leader. Noi siamo sicuri che potrà vestire sicuramente i panni della figura carismatica anche una volta che sarà tornato, quando sarà riuscito già a stravincere la gara più importante della sua carriera.
LOS ANGELES LAKERS
Prosegue, con un occhio sempre attento sulle ultime novità dall’infermeria, la tutt’altro che esaltante stagione della squadra di Mike D’Antoni. I Lakers sono vicini al trentotto per cento di vittorie, un dato tutt’altro che abituale nella storia della franchigia gialloviola, ed al momento, anche l’ultimo piazzamento disponibile per volare ai playoff è davvero lontano. Chiunque nel quartier generale dei Lakers, punta ciecamente sulle qualità dei propri giocatori ma l’ultima tappa ad Est ha prodotto numeri e risultati tutt’altro che positivi, con una sola vittoria all’attivo contro Boston sulle cinque gare effettuate. Si salvano solo Nick Young e Pau Gasol che con prestazioni degne di nota, tentano di tenere a galla il risultato, ma come si è spesso visto non basta. L’infermeria continua ad essere ancora densamente popolata, con Henry, Blake e Farmar ancora fuori a tempo indeterminato. Notizie però tendenzialmente più soddisfacenti arrivano dai bollettini medici di Steve Nash e Kobe Bryant. Il playmaker canadese, con appena sei presenze stagionali registrate, ed il Black Mamba, fermo dallo scorso 17 dicembre dalla sfida contro Memphis, sembrano più vicini al rientro. I due cestisti nei prossimi giorni verranno sottoposti ad alcuni esami e non è da escludere che Nash possa tornare a disposizione per la gara di martedì con Indiana. Più complicata la situazione del numero 24 gialloviola. La frattura del piatto tibiale del ginocchio sinistro, è un infortunio piuttosto delicato. Bryant che nel frattempo è stato inserito nel quintetto titolare della Western Conference per l’All-Star Game, ha fatto sapere che al di là della situazione di classifica dei Lakers, cercherà comunque di rientrare il prima possibile. “ Sto lavorando, ma non so ancora di preciso quando poter tornare. E’ una cosa alla quale non penso. Devo ammettere però che le vostre considerazioni mi lasciano un po’ di stucco. Non è importante in quale punto della classifica siamo. Sono un professionista e suderò per tornare al meglio quando sarò pronto.“ - ha aggiunto la guardia. Per quanto concerne la sua convocazione alla manifestazione in programma ad Orlando il prossimo mese, il campione statunitense non sembra essere intenzionato a parteciparvi. “ Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato e che hanno espresso la loro preferenza nei miei confronti ma forse sarebbe il caso di lasciare questo splendido palcoscenico a dei ragazzi più giovani che hanno fatto vedere grandi cose nel corso di questa stagione. “ Molto probabilmente Bryant prenderà parte ad un scorcio ridotto della sfida, anche se comunque molto dipenderà dalle sue condizioni.
NEW YORK KNICKS
Sulla sponda Knicks del fiume Hudson, le cose non vanno di certo per la migliore. New York sta vivendo un altro periodo critico del campionato e soprattutto non sembrano riuscire più a vincere. Cinque sono le sconfitte consecutive raccolte dalla squadra di Mike Woodson, allenatore che nonostante le tante lacune e problematiche della squadra ha sempre tentato di spingere i suoi ragazzi a fare del loro meglio anche decidendo di prendere in considerazione soluzioni diverse dal solito: vedi le sedute di ritiro negli alberghi di New York per mantenere alta la concentrazione. La franchigia newyorkese fa fatica a fare risultato ed in modo più specifico appare tremendamente fragile nella retroguardia. Le ultime prestazioni hanno evidenziato rilevanti problematiche relative al pacchetto difensivo della squadra. Anche questa volta il tecnico è chiamato a fare la differenza, per provare a ridisegnare una linea difensiva che fa acqua da tutte le parti. “ I problemi non vengono mai da soli “ dice il proverbio e al Madison Square Garden lo hanno testato sulla propria pelle. L’infortunio di Andrea Bargnani è l’ennesimo capitolo di un romanzo del genere horror a tinte arancioblu. Nell’ultima sfida contro Philadelphia, il giocatore romano ha rimediato una brutta lesione al gomito sinistro. Il Mago ha provato ad effettuare una sontuosa schiacciata ma gli effetti della sua giocata si sono notati tutti una volta caduto rovinosamente a terra. I tempi di recupero non sono stati resi ancora noti ma si parla di un periodo di stop che si aggira tra le tre e le sei settimane. Piove davvero sul bagnato per New York che perde uno delle sue pedine fondamentali.
OKLAHOMA CITY THUNDER
Un ragazzo apparentemente normale, si aggira per le strade di Oklahoma. Ha venticinque anni, è originario di Washington, ed ha un peso di circa 110 Chilogrammi distribuiti su 209 centimetri. Dettagli fisici a parte, non ci sarebbe nulla che non vada in questo giovane, che afferma senza mezzi termini che ama divertirsi sui parquet della pallacanestro. I dubbi sulla sua persona nascono una volta averlo visto giocare. Si perché Kevin Durant, proprio su quei campi di gioco che tanto adora, ha cominciato a stupire sempre di più, inducendoci a pensare che provenga da un altro pianeta. I Thunder la squadra più in forma della Western Conference attraversano un momento splendido e si godono il fenomenale cestista che negli ultimi tempi è riuscito a rubare il palcoscenico a qualsiasi dei suoi colleghi, anche a quel LeBron James con la quale spesso è stato nel corso del paragonato dagli esperti e dai tifosi. L’atleta statunitense non va al massimo, ma addirittura sopra i trenta. Già perché nelle ultime sette uscite stagionali, Durant ha messo a referto più di trenta punti a gara, allungando a nove, la striscia di gare stagionali nel quale ha superato la terza decina. Numeri da capogiro, che lo proiettano (con una media di 30 punti e 5,1 assist) verso la palma di MVP stagionale a furor di popolo. Lo stesso, deliziato dai suoi 54 punti, suo career-high, nella sfida tra titani della scorsa settimana con i Warriors. Russell Westbrook può prendersela comoda evitando di bruciare le tappe per il rientro, con un Durant di questa portata, adattato al ruolo di play per necessità e paradossalmente più letale, la sua mancanza non si fa di certo sentire.
PORTLAND TRAIL BLAZERS
Euforia alle stelle in casa Blazers. La squadra di Terry Stotts, continua a viaggiare nelle parti alte della competitiva Western Conference alle spalle del duopolio formato da Oklahoma e San Antonio. La franchigia californiana appare l’unica in grado di poter reggere il ritmo delle due squadre che la precedono, anche grazie all’ottimo bottino raccolto tra le mura del Moda Center. Nell’impianto sportivo casalingo, Batum e co. hanno conquistato ben diciassette vittorie sui ventuno incontri disputati. La spinta del tifo amico, fa la differenza e lo sa bene anche LaMarcus Aldridge. L’ala di origine texane nell’ultima sfida contro i Nuggets, ha realizzato la sua massima prestazione in carriera, mettendo a segno ben quarantaquattro punti e realizzando tredici assist. L’obiettivo dei playoff appare davvero alla portata di questa squadra, che mai in questa stagione ha perso per più di due volte di fila. La soddisfazione e la grande positività di questo momento si coglie anche nelle parole di Dorrell Wright: “ Questa estate ero molto dubbioso sul mio futuro. Avevo richieste da alcune squadre, in modo particolare da Oklahoma e Portland. Il mio desiderio era di arrivare in una squadra nella quale le mie qualità potevano davvero servire. – ha ammesso l’ala piccola - Mi sarebbe piaciuto molto, poter rigiocare insieme a Westbrook con la quale ho condiviso tanti bei momenti ai tempi del liceo, ma poi ci sono stati dei problemi ed è finito tutto, forse in futuro potrei giocare con Ross chi lo sa. Sono però davvero contento di dove sono adesso, il gruppo ottimo e credo di aver fatto la scelta giusta. “ Sul fronte mercato, la priorità dei Blazers non è il rinnovo che il capitano Aldridge avrebbe confessato di gradire. “ Sicuramente è una notizia positiva, perché vuol dire che entrambe le parti vogliono la stessa cosa. Però ora è presto per parlarne, non c’è fretta. A fine stagione ci siederemo ad un tavolo e ne discuteremo. “ – ha annunciato il GM Neil Olshey.
SAN ANTONIO SPURS
E’ uno strano cammino quello percorso nell’attuale stagione dalla franchigia texana. La squadra di Popovich ha una percentuale di vittorie davvero da incorniciare: settantasei per cento, che le permette effettivamente di mantenersi al secondo posto della Western Conference. Fin qui tutto bene, se non fosse che i vicecampioni in carica, cominciano inesorabilmente ad arrancare quando incontrano nel proprio sentiero, squadre sulle carta o almeno classifica alla mano, con numeri simili ai suoi. Insomma gli Spurs sembrano soffrire la competizione con le dirette concorrenti. Fino ad oggi San Antonio è sempre uscita con le ossa rotta da qualsiasi incontro che la vedeva fronteggiarsi con le teste di serie delle rispettive Division di Ovest. Tony Parker ai microfoni della Gazzetta dello Sport non è apparso affatto preoccupato di questa tendenza nello steccare le gare con la g maiuscola. “ Non mi interessa questo fattore – ha dichiarato il francese. Nel 2011 arrivammo ai playoff con il miglior record stagionale e poi siamo usciti al primo turno. Quello che più mi preme è che stiamo in buona salute e che sappiamo giocare il nostro basket al momento dei playoff, nella fase della stagione che più conta. “ Di ben altro stampo sono sembrate le parole di un altro senatore di San Antonio, Manu Ginobili. “ Dobbiamo migliorare su diversi fattori. Il fatto che ci ritroviamo lì in alto nella Western Conference non deve farci perdere di vista la realtà. “ Una realtà che sta vivendo nel migliore dei modi Marco Belinelli con numeri entusiasmanti e attestati di stima per la sua prima stagione in Texas. Con la percentuale realizzativa dagli oltre 7,25 metri più alta della squadra, il Beli sta smentendo tutti coloro che avevano storto il naso una volta saputo del suo passaggio alla corte di Popovich. Un trasferimento, quello dell’ex Chicago, mosso più dal desiderio di vincere che dai fattori economici. “ Ho ricevuto offerte più congrue, so bene che i soldi sono importanti, ma sono ancora giovane e ho voglia di migliorare. I soldi arriveranno. – ha confessato l’azzurro – Ma io adesso voglio vincere. “ Parole che lasciano ben pochi dubbi sul motivo del suo trasferimento ad Ovest.