Ancora insieme per vivere i fatti più salienti degli ultimi giorni. Una fetta importante della stagione è già alle nostre spalle, e ci ha lasciato diverse tematiche degne di essere presi in considerazione. Con i sempre presenti rumors di mercato a fare da cornice alla palla a spicchi statunitense, analizziamo quanto avvenuto negli ultimi tempi.
BOSTON CELTICS
L’attesa appare terminata. Boston può tornare a sorridere, Rajon Rondo è finalmente pronto a rientrare in campo. Il cestista fermo dallo scorso gennaio, ha superato brillantemente gli ultimi test fisici, e salvo clamorosi colpi di scena tornerà questa sera a vivere, in prima persona, l’elettrica atmosfera del TD Garden. Un grande ritorno in occasione di una grande partita, perché in Massachusetss arrivano i Los Angeles Lakers di Mike D’Antoni. Una sfida, che per motivi comuni allinea le franchigie a concentrarsi sugli stessi obiettivi stagionali, più affini alla ricerca di un posto per i playoff che per la lotta al titolo come accadeva qualche campionato indietro. Anno zero questo per Boston, lo sapevano, che dopo nove sconfitte di fila, è riuscita a tornare al successo nell’ultima gara casalinga contro i Raptors. Anche lì, Rondo era stato chiamato da coach Stevens, ma per il n 9 non c’è stato neanche un minuto. Il contributo del playmaker ai suoi compagni è stato dunque più sul piano psicologico che tecnico. Che funga da talismano? I tifosi se lo augurano, anche se il giovane allenatore biancoverde spera soprattutto di poterne sfruttare il prima possibile le doti sul parquet. Per temperamento e personalità, i Celtics hanno infatti un urgente bisogno dell’unico superstite dei Big Three. Un faro, capace di illuminare il tortuoso cammino che attende i diciassette volte campioni NBA. I Boston del futuro dipenderanno in modo particolare dalle operazioni mercato e Danny Ainge si sta muovendo in questa direzione, con l’obiettivo di migliorare in pieno il roster. Con una trade intavolata con Golden State e Miami, i celtici hanno lasciato partire Jordan Crawford e MarShon Brooks, acquisendo dagli Heat il centro Joel Anthony, più due preziose scelte ( una protetta via Philadelphia, ed una valida per il secondo turno del 2016) al Draft. Inoltre, per quanto concerne la rosa attuale, è stato trovato un accordo dalla durata di dieci giorni con Chris Johnson (media di 19,1 punti in venti apparizioni), ala piccola dei Rio Grande Valley Vipers. “ Siamo molto contenti del suo arrivo, abbiamo delle difficoltà nel reparto offensivo ed un cestista con le sue caratteristiche potrà esserci davvero utile. “ – ha commentato Ainge. Rimane solo da chiedersi come abbia reagito all’arrivo del giovane, Gerald Wallace. L’ex Nets, negli ultimi giorni si era sfogato con i cronisti per il suo poco utilizzo da parte di Stevens (fin qui una media di 21 minuti a partita).
BROOKLYN NETS
Sembrano lontani un secolo i tempi in cui piovevano critiche all’indirizzo di Brooklyn e del suo tecnico Kidd. In questi casi, vincere è la cosa più importante, il successo è un vero toccasana, capace di riportare il buon umore e la serenità nello spogliatoio, anche in uno brioso come quello Nets. L’ultima sfida giocata in terra britannica contro gli Hawks, ha permesso ai bianconeri di raccogliere il sesto trionfo nelle ultime sette gare, un sogno se si pensa alla consistenza delle partite durante la prima fase della stagione. L’assenza fino a fine stagione di Brook Lopez ed i continui stop di Deron Williams si fanno sentire, ma il rientro di Kirilenko, la micidiale precisione in zona di attacco di Johnson, ed il nuovo equilibrio difensivo sperimentato dall’ex play dei Suns sono riusciti fino a questo momento a spazzare via le mancanze provocate dall’infermeria e le note problematiche a livello di gioco della franchigia newyorkese. Anche Garnett, che qualche tempo fa, aveva espresso tutta la sua frustrazione per le difficoltà trovate da egli stesso sul parquet, sta vivendo una nuova vita. L’importante bottino raccolto ultimamente, ha portato il buon umore anche nei piani alti della società, tanto da lasciar parlare chi spesso si è mostrato restio. “ Dopo la pesante multa di 50 mila dollari, per quel time-out improvvisato, ho chiamato Kidd rassicurandolo e dicendogli di non fare caso a quello che scrivono i giornali e a quello che raccontano i media, bisognava solo concentrarsi per lavorare “ – ha affermato il proprietario dei bianconeri Prokhorov. Brooklyn dunque sembra aver trovato una sua dimensione. Complice una docile Eastern Conference, i playoff appaiono ad oggi, alla portata di questa squadra, ma è chiaro che per arrivare ai livelli prefissati ad inizio stagione, il cammino da percorrere sarà ancora molto lungo.
CHICAGO BULLS
Le voci di mercato sono all’ordine del giorno in casa Bulls. La squadra biancorossa, artefice di un discreto rollino di marcia, con sette vittorie nelle ultime dieci partite, lavora con l’obiettivo di costruire una squadra per il futuro di grande successo ed enormi potenzialità. A detta di molti, gli uomini mercato di Chicago vorrebbero portare durante l’offseason nell' Illinois un elemento di grande spessore. I nomi più gettonati sono quelli di Carmelo Anthony e LeBron James. Entrambi i cestisti infatti, potrebbero sfruttare la possibilità di diventare costless agent al termine di questo campionato e lasciare le rispettive squadre per cercare nuovi stimoli. Affari difficile e complicati ma non impossibili. Il GM Forman intanto sta lavorando sotto traccia per altre piste, una su tutte: Lance Stephenson degli Indiana Pacers. Il cestista, sarà un unrestricted costless agent nella prossima sessione estiva di mercato e le probabilità che possa trasferirsi a Chicago sembrano essere molte. Coach Thibodeau, che nel frattempo ha categoricamente smentito i rumors che lo volevano il prossimo anno alla guida dei Knicks, sembra aver già costruito la sua squadra tipo. Oltre all’intoccabile Rose e al sogno Stephenson, il tecnico potrebbe dare il via libera per amnistiare Carlos Boozer ed aprire così le porte dello United Center a Nikola Mirotic, serbo in forza tra le file del Real Madrid. Ipotetiche mosse di mercato che potrebbe aumentare notevolmente il tasso tecnico di una squadra volenterosa di cambiare volto. Piena sicurezza su quanto fatto nell’affare Luol Deng ha invece mostrato John Paxson davanti ai cronisti. “ E’ stata una scelta dettata dall’esigenze societarie. Sappiamo quanto sia stato importante Deng per noi nel corso di questi anni, ma il nostro obiettivo è quello di mantenere sempre alto il livello di questa squadra. Vogliamo mettere in piedi un roster di qualità, che possa integrarsi bene con il nostro Rose (che nel frattempo ha ricominciato a muoversi senza l’ausilio delle stampelle). Il nuovo progetto ci intriga e non vediamo l’ora che prenda vita. “
DENVER NUGGETS
Continua il viaggio altalenante della franchigia del Colorado. La squadra di Brian Shaw ha conquistato sei vittorie nelle ultime sette gare, ma l’obiettivo playoff può essere raggiunto solo se si riesce a trovare una giusta continuità di risultati, cosa lontana quest’anno dalle parti del Pepsi Center. Le attenuanti non mancano, se si pensa al terremoto a livello sia societario che di gioco avvenuto all’inizio di questa stagione, con sedici nuove figure tra giocatori, staff tecnico, allenatore e management. “ E’ difficile trovare subito la chimica ideale – ha ricordato Danilo Gallinari in merito al motivo per il quale Denver faccia così fatica quest’anno. Raggiunto dalla Gazzetta dello Sport, “Il Gallo” ha parlato del suo stato di forma e non ha nascosto la possibilità di tornare direttamente nella stagione 2014-2015. “ Non c’è ancora una data fissata per il mio rientro, sto lavorando in modo progressivo e con grande intensità, solo più in là decideremo quando tornare ma non è da escludere che possa rimanere tutto il campionato fuori. E’ un’ idea che mi balla per la testa vedremo in futuro. “ Nel frattempo gli occhi dei Talent Scout dei Nuggets sono concentrati su Alessandro Gentile. Il capitano dell’Olimpia Milano, è apprezzato oltreoceano e le Final Eight di Coppa Italia in programma ad inizio febbraio saranno per l’azzurro una vetrina di grande rilevanza. “ Mi hanno chiesto di lui – ha ammesso Gallinari – ma non ho mai giocato né assieme né contro di lui. E’ sempre difficile capire il potenziale adattamento dall’Europa all’NBA.” Ha infine concluso l’ex giocatore dei Knicks. In chiave mercato, gli uomini mercato hanno categoricamente spento le voci circa un presunto contatto con New York per uno scambio Miller-Smith. “ Non rientra nei nostri piani “ ha annunciato la franchigia gialloblu.
GOLDEN STATE WARRIORS
I Golden State Warriors puntano con prepotenza al vertice della combattuta Western Conference. Anche se San Antonio e Portland appaiono di un’altra categoria, la squadra di Mark Jackson crede nelle proprie potenzialità e le undici vittorie sigillate nelle ultime tredici apparizioni stagionali spingono i gialloblu a sperare in un traguardo ben più alto dell’attuale sesto posto. Lo stesso tecnico di origini newyorkesi aveva richiesto alla società rinforzi utili per irrobustire la panchina e puntellare la squadra. Il blitz di mercato che ha visto la doppia partecipazione di Boston e Miami ha sancito l’arrivo ad Oakland di Jordan Crawford MarShon Brooks. Il primo classe 1988, sulla carta è un acquisto di vitale importanza, capace di fare staffetta con Stephen Curry ed in grado di dare grandi sicurezze dal punto di vista offensivo. La media fin qui registrata di 13,7 punti parla chiaro. Per quanto riguarda il secondo, Brooks, con numeri ben più bassi potrà essere comunque utile in ambito di rotazione. Entrambi i cestisti saranno in scadenza di contratto questa estate, chiaro che la loro conferma o meno in California dipenderà dal loro contributo nell’arco di questo periodo di campionato.
HOUSTON ROCKETS
E’ in ottima forma la squadra di Kevin McHale. Forti del loro sessantatre per cento di vittorie i texani viaggiano nelle parti alte della Western Conference. I due pezzi forte del quintetto biancorosso sono senz’altro James Harden e Dwight Howard. Quest’ultimo con il passare delle partite si sta rivelando sempre più decisivo anche in zona d’attacco. Nei momenti di difficoltà della squadra, l’ex Los Angeles Lakers, riesce ad essere comunque decisivo come nella sfida esterna contro i Celtics, dove è stato capace di siglare una prestazione super con ben trentadue punti a referto. Sarà anche per lo splendido periodo che sta vivendo che il centro di Philadelphia ha deciso di rinunciare al Dunk Contest in programma a New Orleans? La motivazione ufficiale è l’eta troppo avanzata. “ Ringrazio la Federazione, ma non credo di poter partecipare a causa della mia età, ho ben ventotto anni, sto invecchiando. “ I più maliziosi sono pronti a giurare che il rifiuto sia dipeso dalla volontà di rimanere concentrato solo ed esclusivamente sulle vicissitudini della squadra. Buone notizie inoltre arrivano dall’infermeria. Mentre l’infelice Omer Asik continua ad aver problemi al ginocchio destro, il rientro di Pat Beverley sembra più vicino. La guardia infortunatasi alla mano a ridosso del Natale contro i Detroit Pistons è pronta a tornare in campo. “ I medici mi hanno detto che presto potrò tornare a giocare, l’operazione chirurgica è stata necessaria, ma il peggio è alle spalle, non vedo l’ora di rientrare. “ ha affermato il cestista.
LOS ANGELES LAKERS
Forse i tifosi dei Lakers non vedono l’ora che questa stagione finisca. Già, forse perché sappiamo tutti quanto comunque il muro gialloviola sia orgoglioso e voglia vedere i suoi beniamini lottare fino alla fine. I tempi però sono davvero bui. Striscia all’attivo di sei sconfitte consecutive e soprattutto un solo successo nelle ultime dieci gare. Davvero un ritmo troppo basso per poter parlare di playoff. I problemi della squadra sono ormai noti, gli infortuni sono la costante più letale. Senza: Henry, Nash, Bryant, Farmar e Blake le cose sarebbero difficili per chiunque, ma le disfatte risuonano inevitabilmente con maggiore tono se si parla di una squadra blasonata come i Lakers, abituata a ben altri standard. D’Antoni non sembra mai aver perso la fiducia nei suoi ragazzi. Il roster soffre l’assenza di giocatori di livello, ma l’ex play di Milano ha sempre richiesto ai suoi giocatori il massimo dell’ impegno e della professionalità in ogni partita, affidandosi anche alle motivazioni di una squadra in cui buona parte dei giocatori è in scadenza di contratto. L’unica nota positiva del momento sono le prestazioni di Marshall e Gasol. “ Kendall sta facendo molto bene, è un ottimo play ma deve imparare molto in difesa – ha affermato il tecnico italostatunitense. Non si può dire lo stesso di Nick Young forse portabandiera del nervosismo che avvolge l’universo Lakers. Nella gara esterna contro i Phoenix, il miglior realizzatore gialloviola, ha reagito in malo modo ad un fallo commesso nei suoi confronti da Len, aggredendo a suon di spinte sia quest’ultimo, che il compagno Dragic giunto in suo aiuto. Inevitabile per l’ex Wizards l’espulsione. Un comportamento inspiegabile, che a D’Antoni non sarà di certo andato giù.
MIAMI HEAT
Miami rimane la favorita per la vittoria del titolo, ma le ultime uscite hanno rincuorato i suoi avversari sia del parquet che delle tribune: questi Heat sono umani. La squadra di Spoelstra sta vivendo un periodo delicato, non si tratta di crisi, né di mancanza di fame, assicurano gli addetti ai lavori, certo è che tre sconfitte consecutive contro New York, Brooklyn e Washington pesano. E fanno riflettere soprattutto se arrivano con un pesante passivo come è successo contro gli Wizards. L’assenza di Andersen e Chalmers sono rilevanti, ma fanno parte del gioco, così come il turno di riposo dettato dai problemi al ginocchio per Wade contro la banda di Kidd e l’imprecisione nel corso di una serata, dagli oltre 7,25 m, degli infallibili James ed Allen. La nota positiva di questo periodo è il ritorno all’attività di Greg Oden. Il cestista che a causa dei numerosi problemi alle ginocchia non giocava dal 5 dicembre 2009, a quel tempo a Portland, si è ripresentato all’Nba. Nei primi otto minuti della stagione avuti a disposizione, contro Washington, l’atleta di Buffalo ha messo a segno sei punti, a dimostrazione della sua ancora fresca lucidità sotto canestro. “ Sono contento di essere rientrato in campo, mi sento molto bene, ma avrei preferito di gran lunga vincere “ – ha infine aggiunto il centro. Sul fronte mercato, la trattativa messa in piedi con Celtics e Warriors ha portato a Miami la guardia Toney Douglas, ed il trasferimento direzione Boston del centro Joel Anthony e di due future scelte al Draft. Smentita invece l’arrivo di Andrew Binum in Florida. L’ex cestista dei Cavs a detta di molti è nel mirino degli Heat, in cerca di un giocatore di esperienza, ma l’entourage della franchigia ha spento qualsiasi ipotesi di accordo con il giocatore.