Rimonte, occasioni fallite, infortuni, intuizioni. Le 7 gare NBA disputate nella notte regalano il solito mix di storie e spettacolo. Stephen Curry firma una nuova impresa, trascinando i Warriors dal -15 di metà ultimo quarto all'ottava vittoria consecutiva. I Clippers perdono il loro leader, Chris Paul, per almeno un mese, ma con un ottimo Darren Collison e la gran prova delle torri Griffin e Jordan (career high) trova il successo a Dallas. I Knicks tornano nella mediocrità dopo l'impresa contro gli Spurs e sprecano un'ottima opportunità contro gli ansimanti Rockets, che tornano al successo grazie ai 37 punti di Harden. Mike D'Antoni dà fiducia a Kendall Marshall, giocatore che inspiegabilmente faticava a trovare un posto in NBA, e vara l'ennesimo quintetto differente di un'annata intrisa di difficoltà per battere Utah. Brian Shaw rimette a posto le cose nel suo spogliatoio e i Nuggets interrompono la scia di sconfitte contro Memphis.
Washington Wizards (14-16) - Toronto Raptors (16-15 88-101 (17-26, 28-22, 16-36, 27-17)
Nene 15, Beal 12, Wall 11; DeRozan 20, Lowry 19, Patterson 18, Johnson 17
Con 29 assist (11 di Lowry) e 4 giocatori sotto i 15 punti, i Raptors agguantano la quinta vittoria consecutiva. "Hanno fiducia l'uno nell'altro," dice coach Casey parlando dei suoi giocatori. "Nessuno ha un ego che lo fa portare a credere di dover prendere un certo numero di tiri a partita. Quando uno dei ragazzi è giù, c'è qualcuno che pensa a risollevarlo. Tutti fanno il tifo per tutti." Dopo aver messo a segno il proprio season high (37 punti) proprio contro Toronto, lo scorso 22 novembre, John Wall incappa in una
serataccia, interrompendo a 8 la serie di gare con almeno 20 punti e contraddicendo il suo coach. Wittman attacca infatti la squadra, accusandola di pensare troppo egoisticamente. "Non sono d'accordo," gli risponde Wall. "Stiamo giocando nel giusto modo, come una squadra. Non si può dire il contrario. Abbiamo provato a far girare la palla, facendo le giuste cose, ma i tiri non sono entrati."
Atlanta Hawks (18-15) - Golden State Warriors (22-13) 100-101 (21-24, 25-22, 26-18, 28-37)
Antic 16, Mack 15, Teague 14; Lee 23, Curry 22, Thompson 21
Gli Hawks commettono l'errore di sentirsi al sicuro a 6:48 dalla fine, quando con una tripla di Antic si portano sul +15 (91-76). Niente di più sbagliato. La rimonta dei Warriors è guidata da Curry, che con assist a ripetizione cancella il gap e a 2:12 realizza il canestro del sorpasso (95-96). Gli Hawks reagiscono e con Teague e Millsap si riportano in vantaggio (100-96 a 31 secondi dalla fine). I Warriors dimettano lo svantaggio col solito Curry, Atlanta fallisce il tiro della vittoria con Millsap e Igoudala cattura il rimbalzo. Time out per i Warriors, alla ripresa, Curry rinuncia al tiro e serve Igoudala, che sul suono della sirena infila la tripla della vittoria. Ottava vittoria consecutiva per Golden State, non accadeva dall'aprile 2005.
Boston Celtics (13-20) - New Orleans Pelicans (15-16) 92-95 (17-22, 26-27, 29-24, 20-22)
Bradley 22, Green e Bass 16, Sullinger 13; Davis 23, Evans 16, Gordon e Stiemsma 12
Brian Roberts (22/22 dalla lunetta in stagione) infila i liberi che danno il + 3 ai Pelicans a 6 secondi dal termine. I Celtics provano la tripla dell'overtime, ma la falliscono con Sullinger, che ha voluto giocare nonostante i guai alla mano sinistra. Paura per Ryan Anderson. L'ala di New Orleans si scontra con Gerald Wallace e cade violentemente a terra dove rimane per diversi minuti. Al giocatore viene applicato un collare, ma dopo i primi attimi di paura riesce a muovere gli arti. Anderson è stato poi trasportato in ospedale, da dove si attendono news sulla prognosi.
Houston Rockets (22-13) - New York Knicks (10-20) 102-100 (20-24, 28-23, 25-34, 29-19)
Harden 37 (5/9, 5/10, 12/12), Parsons 17, Howard 15; Shumpert 26 (6/6 da 3), Anthony 25, Stoudemire 13
Nell'ultimo minuto, i Rockets vanno a segno solo con 2 liberi di Aaron Brooks, ma i Knicks fanno peggio. I Knicks falliscono le ultime 4 conclusioni, le ultime 2 con Shumpert (infallibile da 3 dopo il career high realizzato contro gli Spurs) e Udrih, che dopo un rimbalzo in attacco catturato da Bargnani (7 punti con 3/10 al tiro) fallisce la conclusione sulla sirena.
Dallas Mavericks (20-17) - Los Angeles Clippers (26-14) 112-119 (39-33, 31-34, 17-22, 25-30)
Nowitzi 24, Marion 20, Ellis 13; Jordan 25+18 rimbalzi, Griffin 25+15 rimbalzi, Collison 20, Paul 19 (5/6 da 3)
A 6:43 dalla fine del terzo quarto i Clippers perdono Chris Paul, che dopo un contatto con Ellis cade a terra ed è costretto ad abbandonare il campo. Il play sarà fuori per circa un mese per problemi ai legamenti della spalla destra. I Clippers si affidano alle proprie torri, e con le doppie doppie di Jordan (career high) e Griffin trovano anche il season high di Darren Collison, che realizza gli ultimi 2 liberi della partita. Con il ventello messo a segno, Shawn Marion supera quota 17mila in carriera, e diventa il quarto giocatore con almeno 17mila punti, 9mila rimbalzi, 1500 palle rubate e 1000 stoppate. Gli altri sono Olajuwon, Karl Malone e Garnett.
Denver Nuggets (15-17) - Memphis Grizzlies (14-18) 111-108 (28-23, 30-25, 19-27, 34-33)
Lawson 18, Faried e Mozgov 16, Robinson 15; Randolph 25+13 rimbalzi, Conley 23, Prince 13
I Nuggets trovano un successo che li rivitalizza dopo le tumultuose sconfitte delle ultime due settimane, che avevano portato a uno scontro tra Andre Miller (poi sospeso dal team) e il coach Brian Shaw. Randy Foye racconta la reazione di Shaw: "Il coach è stato grande. Ci ha riuniti e ci ha detto che crede in noi al 120%, e che lui ha bisogno che noi lo seguiamo allo stesso modo credendo nel nostro gioco. Il coach è stato meraviglioso, spiegandoci cosa dobbiamo fare per lui, e credo che tutti abbiano risposto nel giusto modo." Il coach sente di aver ripreso in mano lo spogliatoio: "Quello che è successo fa parte di ciò per cui vieni pagato. Ci sono momenti positivi e momenti negativi. Ma credo che sia stato liberatorio per tutti parlare di quello che stava succedendo, ciò ha rinsaldato la squadra e tutto lo staff."
Los Angeles Lakers (14-19) - Utah Jazz (11-25) 110-99 (30-12, 22-28, 31-27, 27-32)
Gasol 23+17 rimbalzi, Marshall 20+15 assist, Meeks 18; Hayward 22, Jefferson e Kanter 16
Il piano Marshall di Mike D'Antoni funziona alla perfezione. L'ennesimo cambiamento (18 starting five diversi, 14 giocatori partiti in quintetto, 6 point guard ruotate) porta a un successo grazie alla miglior prestazione in carriera di Kendall Marshall, 22enne guardia da North Carolina che aveva messo insieme 21 punti e 10 assist nelle precedenti 4 gare disputate in maglia gialloviola. Marshall (che in D-League a dicembre viaggiava a quasi 10 assist di media) ringrazia i compagni: "Mi hanno aiutato tantissimo, così come tutto lo staff. Con la loro difesa e le loro percentuali di tiro, hanno reso tutto più facile per me."