La differenza tra un team vincente (gli Spurs) e uno che rischia di divenire lo zimbello dell'NBA (i Nets) è anche nel modo in cui gli allenatori tengono in pugno la squadra. Coach Popovich trova il modo di infuriarsi con uno dei suoi veterani, Ginobili (il migliore dell'ultimo mese), fergusianamente "rimproverato" dopo un paio di errori in una gara che si sarebbe vinta anche giocando al 30% delle proprie possibilità. Coach Kidd, scaraventato dal campo alla panchina di una delle squadre più ricche e ambiziose dell'NBA, non sa cosa inventarsi per giustificare il time out chiamato a pochi decimi dalla fine della partita, quando gli arbitri si sono accorti che i Nets si sono già rifugiati negli spogliatoi prima della sirena finale. Il tutto mentre una delle sue stelle, Paul Pierce, definisce "imbarazzante" quello che sta combinando la squadra e l'altra, Garnett, non realizza punti in azione per la seconda volta in oltre 1300 gare disputate. Non stanno meglio i Lakers, che tartassati dagli infortuni stanno riscrivendo, in negativo, buona parte dei record di franchigia. LaMarcus Aldridge in attacco e Nicolas Batum in difesa sono le chiavi con cui Portland batte Oklahoma nella sfida più affascinante dell'ultimo giorno dell'anno. James Harden realizza 38 punti ma i Rockets cedono anche ai Kings. Kyrie Irving si fa male a un ginocchio e tiene in ansia Cleveland.
 
Chicago Bulls - Toronto Raptors 79-85 (16-21, 26-15, 20-21, 17-28)
La cronaca di Vavel
 
Houston Rockets (21-13) - Sacramento Kings (10-20) 106-110 (24-29, 28-29, 34-22, 20-30)
Harden 38 (7/15, 5/11, 9/10) + 10 rimbalzi, Jones 22+11 rimbalzi, Howard 15 (5/9, 5/11 ai liberi); Gay 25 (8/15, 1/4, 6/6), Cousins 17+16 rimbalzi, Thomas 17+10 assist
Cousins e Thomas mettono a segno 11 punti negli ultimi 3 minuti della partita, mentre Gay la chiude con i liberi della staffa. Harden, che da solo ha tenuto in piedi i Rockets per tutto l'incontro (i 38 punti rappresentano il suo season high), non ha più le forze per replicare. L'attacco dei Kings è in un ottimo momento (settima gara consecutiva oltre quota 100), con Thomas sempre più protagonista (25esima gara consecutiva con almeno una tripla, quarta striscia più lunga della storia della franchigia). 
 
San Antonio Spurs (25-7) - Brooklyn Nets (10-21) 113-92 (30-20, 29-16, 39-32, 15-24)
Parker 18, Duncan e Ginobili 15, Belinelli 10 (2/3, 2/3, 0/1); Plumlee 15+13 rimbalzi, Livingston 15, Pierce 13
Le parole di Paul Pierce descrivono perfettamente la gara: "E'imbarazzante. Alla fine del terzo periodo sei sotto di 30 punti, ne concedi 98 già a inizio ultimo quarto; è imbarazzante, non credo di essermi mai trovato in così tante situazioni spiacevoli in una sola stagione. A un certo punto devi tirar fuori l'orgoglio e dire di averne abbastanza. E' estremamente imbarazzante." Per la seconda volta in 1350 partite, Kevin Garnett termina la gara senza aver segnato un solo canestro su azione. A Pierce chiedono se Jason Kidd abbia ormai perso la squadra ("Non capisco la domanda," è la risposta), mentre Greg Popovich, anche in una partita come questa, riesce a infuriarsi per un paio di giocate sbagliate dai suoi...
 
Oklahoma City Thunder (25-6) - Portland Trail Blazers (25-7) 94-98 (30-24, 24-18, 24-29, 16-27)
Durant 37 (9/17, 3/9, 10/12) + 14 rimbalzi, Ibaka 17, Jackson 12; Aldridge 25+14 rimbalzi, Lillard 21+11 assist, Matthews 16
I Thunder conducono di 11 (84-73) a 9 minuti dalla fine, ma subiscono la rimonta firmata da Aldridge e Batum. Negli ultimi 3 minuti, eccezion fatta per un canestro di Matthews, si segna solo dalla lunetta. Portland sfrutta nel modo migliore un paio di rimbalzi strappati nell'area di Oklahoma e la difesa di Batum su Durant (1 solo punto nell'ultimo periodo) per tornare al successo dopo 2 sconfitte. La squadra di coach Stotts ("E' una prova di ciò di cui siamo capaci, soprattutto dopo due sconfitte") non riesce per la prima volta dopo 16 gare a superare quota 100, limitata da un insolito 40% al tiro, ma colleziona comunque la sesta vittoria in 8 partite giocate contro squadre col almeno 20 successi.
 
Los Angeles Lakers (13-19) - Milwaukee Bucks (7-24) 79-94 (12-23, 21-19, 27-32, 19-20)
Gasol 25 (9/23, 7/10 ai liberi), Young 25, Marshall 10; Knight 37 (12/17, 3/8, 4/6), Ilyasova 15+12 rimbalzi, Ridnour 11
Career high di Brandon Knight contro la peggior versione dei Lakers di sempre. I gialloviola chiudono l'anno con 6 sconfitte consecutive: mai, nei precedenti 65 anni di storia, ne avevano subite più di 3 di fila negli ultimi giorni di dicembre. Per la prima volta dal 2003, cominceranno il nuovo anno con un record negativo. E senza Bryant, la gente non fa più la coda allo Staples Center: si ferma a 320 la striscia di sellout consecutivi. Era dal 1969 che i Bucks non vincevano l'ultimo dell'anno. "I miei compagni hanno fanno un gran lavoro creando tante opportunità di tiro," dice Knight. "Ma tutto è partito dalla difesa. I Lakers hanno sbagliato tanti tiri, ma è stato merito di chi ha contrastato i loro tentativi."
 
Boston Celtics (13-18) - Atlanta Hawks (18-14) 91-92 (23-20, 21-19, 23-23, 24-30)
Olynyk 21, Humpries 18+10 rimbalzi, Lee 11; Millsap 34 (12/19, 0/1, 10/14) + 15 rimbalzi, Teague 16, Korver 14
Negli ultimi 80 secondi, i Celtics hanno per 5 volte la possibilità di realizzare il canestro della vittoria, ma nonostante gli Hawks concedano loro rimbalzi nella propria area in quantità industriale, i padroni di casa non riescono a finalizzare l'ultimo tiro: due volte Crawford e Olynyk (season high per il canadese) dalla lunga distanza, lo stesso Crawford e Humpries dall'interno dell'area, non sfruttano i regali della difesa di Atlanta. Un immenso Millsap attende l'ultima partita dell'anno per confezionare i suoi high in termini di punti e rimbalzi e sopperire alla mira sballata (21/72) dei compagni. Korver fallisce le prime 6 conclusioni dall'arco prima di trovare quella che porta a 101 la sua striscia da record. Gli Hawks terminano a 9 la serie di partite con almeno 100 punti realizzati. Pessima notizia per la franchigia della Georgia: la stagione di Al Horford è giunta al capolinea.
 
Indiana Pacers (25-5) - Cleveland Cavaliers (10-21) 91-76 (23-25, 18-19, 24-22, 26-10)
George 21 (5/8, 2/11, 5/6), Hibbert 19, Hill 13; Varejao 14+11 rimbalzi, Waiters 12, Irving 10 (3/7, 0/2, 4/4)
I Cavs avevano preventivato una sconfitta contro i lanciatissimi Pacers, ma solo nei loro peggiori incubi potevano immaginare un infortunio a Irving. La stella di Cleveland abbandona il campo nel terzo periodo dopo aver avvertito un dolore al ginocchio; torna a giocare nell'ultimo periodo ma a fine partita conferma di sentire qualcosa che non va. Ad ore il referto degli esami. Col 36% al tiro e 15 palle perse, con Irving limitato anche prima dell'infortunio dalla difesa di Hill, i Cavs riescono comunque a restare in partita fino a 7 minuti dal termine. Indiana, che per 7 volte è riuscita a tenere gli avversari sotto quota 80, è attesa da 9 gare contro avversari con un record perdente.  
 
Orlando Magic (10-21) - Golden State Warriors (20-13) 81-94 (15-26, 20-32, 24-16, 22-20)
Afflalo 15, Nelson 11, Davis 10; Lee 22, Thompson 15, Curry 9 (3/5, 1/5)
Nonostante la pessima serata di Stephen Curry, che per la seconda volta in stagione non tocca la doppia cifra, i Warriors superano agevolmente i Magic, con la pancia piena dopo le ultime vittorie contro Pistons e Hawks. Golden State porta a 6 la striscia positiva (non accadeva dal 2007), e per la 14esima volta tiene gli avversari sotto il 40% al tiro. Ad accentuare i guai dei Magic, l'infortunio alla caviglia rimediata da Vucevic nel primo quarto. I Warriors sono ora 5-1 contro squadre dell'Est, i Warriors 0/9 contro quelle dell'Ovest.