Woodson non si arrende: "Continuerò ad allenare questa squadra e alla fine riusciremo a superare il peggio e a tornare a vincere". Intervenuto nella giornata di ieri ad un programma rafiofonico di ESPN, Mike Woodson ha confidato a Stephen A. Smith di essere sicuro di avere le carte in regola per svoltare le cose a New York e riportare i Knicks in superficie dal baratro in cui si trovano adesso, un 3-8 di record da mettere i brividi a chiunque passi davanti al Madison Square Garden. Chiamato a rispondere se sentisse il suo lavoro come allenatore dei Knicks in pericolo o meno, Woodson ha risposto di non essere preoccupato affatto: "Non mi sentirò mai preoccupato. Sono pagato per allenare questa squadra ed essere il coach dei New York Knicks".
I Knicks occupano l'ultimo posto nella loro divisione, la Atlantic, in compagnia dei loro accerrimi nemici, i cugini di Brooklyn, i Nets guidati dal "Jasone", Jason Kidd. Entrambe le squadre avevano iniziato la stagione prefissandosi grandi obiettivi. Inutile starci a girare intorno, a New York, sponda Nets ci si aspetta di lottare per l'anello a giugno. Tutti vogliono vedere Deron Williams, Paul Pierce e compagni dare del filo da torcere a LeBron e ai suoi Miami Heat, prendersi l'Est e porre fine al dominio del numero 6, MVP della passata stagione e delle scorse Finali NBA. I Knicks, dal canto loro, non partivano di certo con l'etichetta di "contendenti al titolo" stampata addosso, ma di certo ci si aspettava di vederli più in alto in classifica e con un record decisamente migliore. I playoff per i Knicks guidati dal solito Carmelo Anthony sono il minimo sindacabile ma se la squadra della Grande Mela continuerà di questo passo la post-season rimarrà solo una chimera.
L'anno scorso i Knicks partirono con un deciso 10-0 al Madison Square Garden. Quest'anno tra le mura amiche il record è di una vittoria e sei sconfitte, per giunta consecutive. Segno che qualcosa si è incrinato e che il meccanismo creato da Woodson non funziona più. L'arrivo di Bargnani nella Grande Mela, numeri alla mano, ha fatto più bene a lui che ad Anthony che con l'italiano in campo riesce a segnare solo 21 punti di media in 36 minuti tirando con il 38% dal campo contro i quasi 28 di media sempre in 36 minuti di impiego tirando con il 45% quando l'ex Raptor è fuori dai giochi. Gli infortuni di Raymond Felton e di Tyson Chandler, inoltre, hanno sicuramente influito negativamente sull'avvio dei Knicks e mostrato quanto dipendenti siano gli uomini di Woodson al centro ex Dallas. Woodson, sempre ad ESPN, ha poi rimarcato che oltre agli infortuni sopra menzionati la chimica e il gioco della squadra siano stati alterati dall'assenza di J.R. Smith, Sixth Man Of The Year nella scorsa stagione, costretto a saltare le prime cinque partite del campionato a causa di una sospensione dovuta all'abuso di sostanze vietate dal regolamento NBA.
Al Madison Square Garden comunque i tifosi hanno cominciato già da qualche partita ad intonare slogan poco lusinghieri nei confronti di coach Mike Woodson gridando alla dirigenza, con canti o striscioni, di licenziarlo ASAP, al più presto possibile cioè. Dal canto suo Woodson è sicuro che non sarà rimosso dalla panchina dei Knicks e chiude la sua intervista ad ESPN trovando le ragioni di questo avvio di stagione da incubo nelle numerose assenze e facce nuove presenti in squadra: "Abbiamo giocatori nuovi quest'anno e tutti stanno ancora provando a conoscersi e a capire come giocare insieme. Le troppe assenze hanno intaccato la chimica tra i vecchi e i nuovi giocatori; nuovi giocatori che io come coach devo ancora capire come utilizzare al meglio". Woodson sa che il tempo a sua disposizione per invertire la rotta non è illimitato anche se si dice tranquillo e conclude l'intevista facendo capire a tutti le sue intenzioni: "Non possiamo scappare da quello che è successo e che sta succedendo. Ci siamo scavati una fossa e adesso dobbiamo uscirne fuori". Al campo l'ultima parola dunque. I Knicks saranno impegnati sabato contro i Wizards a Washington per quello che sarà l'inizio di una trasferta lunga quattro partite, tra cui spicca il big match contro i Clippers di Chris Paul allo Staples Center di Los Angeles mercoledì. Vedremo se i New York Knicks avranno quello che serve in queste partite per riprendersi oppure se continueranno a sprofondare sempre più nel baratro.
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